
31.12.07
28.12.07
Concorso per l'Oasi WWF di Atri
In particolare, il tema del concorso sarà la progettazione di un percorso sensoriale aperto a tutti. I visitatori potranno così conoscere l’area protetta con i suoi odori, suoni e colori, immersi nel paesaggio selvaggio e impressionante delle formazioni calanchive circostanti.
Al concorso di idee potranno partecipare architetti, ingegneri e forestali (o persone con relative lauree equipollenti).
Il bando del concorso, che è stato pubblicato sul sito del Comune di Atri lo scorso 13 dicembre, prevede la scadenza per la presentazione delle proposte progettuali entro 60 giorni dalla data di pubblicazione. Una giuria formata da esperti e dai gestori del WWF della Riserva sceglierà il progetto meritevole di essere realizzato, che si prevede di inaugurare entro la fine del 2008.
I materiali del concorso possono essere scaricati dal sito:
http://www.comune.atri.te.it/index.asp?todo=settore4 .
Altre informazioni possono essere richieste presso l’ufficio della Riserva, 085.8780088 oppure via email: calatri@inwind.it .
26.12.07
Fine anno nel Parco

Il programma del campo prevede escursioni negli angoli più belli del Parco, passeggiate sulla neve con le racchette, sci escursionistico e/o da fondo, osservazione dell’avifauna e dei mammiferi dell’Appennino centrale.
Durante il campo si visiteranno i centri e le strutture del Parco, a partire dall’area faunistica del cervo realizzata a poche centinaia di metri dal centro abitato di Cortino.
I partecipanti, come sempre provenienti da ogni parte d’Italia, avranno modo anche di apprezzare la cucina tipica abruzzese ed i prodotti del commercio equo e solidale che vengono regolarmente serviti nei campi del WWF.
Tutte le informazioni sulle vacanze verdi del WWF si trovano sul sito www.wwf.it/vacanze .
24.12.07
23.12.07
Gestione costiera

Il WWF ha denunciato come ormai oltre il 90% della linea costiera sia cementificata o pesantemente antropizzata (percentuale più alta fra tutte le regioni italiane).
Quanto è accaduto a Pescara, con il sequestro degli stabilimenti balneari, è solo la punta dell'iceberg.
Il WWF ha presentato una galleria fotografica che racconta il degrado che colpisce una costa che, dopo gli assalti degli anni ’70, è nuovamente oggetto di mire speculative, da Silvi a Martinsicuro, da Roseto degli Abruzzi ad Ortona. Ruspe usate in maniera indiscriminata per la “pulizia” della spiaggia, strade, parcheggi, motocross, frane causate da interventi dissennati, scarichi a mare, opere di ripascimento dannose e senza senso, occupazione totale da parte di stabilimenti balneari realizzati senza alcuna attenzione paesaggistica e per il territorio: sono questi, ormai, gli elementi che caratterizzano tutta la costa.
L’Associazione chiede un radicale cambiamento del Piano del Demanio Marittimo regionale, da cui discendono buona parte dei danni e l’adozione di linee guida basate sulla consapevolezza della necessità di una gestione sostenibile della costa.
Va approfondita la conoscenza dei valori ambientali del litorale, abbandonando la visione che permea gli amministratori: la spiaggia come mero accumulo di sabbia da modellare a piacimento e non come ambiente dinamico ricchissimo di specie di fauna e flora specializzate e, ormai, rarissime.
22.12.07
A Tortoreto, uno sviluppo insostenibile
Costruttori anche di altre regioni hanno costruito palazzoni in collina ed a ridosso della ferrovia, miniappartamenti ad uso vacanze (abitati meno di due mesi l’anno), casermoni senza verde pubblico e un’adeguata viabilità di accesso.
Nelle nuove lottizzazioni, nelle aree cedute come verde pubblico permeabile si realizzano parcheggi, asfaltati e impermeabili, a discapito di zone verdi che assorbono le acque piovane e frenano gli smottamenti delle scarpate.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: paesaggio stravolto, zone agricole cementificate, aree verdi sempre più ridotte. E così le piogge del 6 e 7 ottobre 2007 hanno raggiunto in modo veloce e distruttivo le zone abitate del Lido.
21.12.07
Ancora un rinvio per il Borsacchio

17.12.07
Domani il Comitato V.I.A. della Regione decide sul megavillaggio nella Riserva del Borsacchio
Il progetto si colloca nel cuore della Riserva Naturale Regionale Guidata del Borsacchio, istituita con Legge della Regione Abruzzo n. 6/2005, il cui perimetro è stato definitivamente approvato con Legge Regione Abruzzo n. 77/2007. All’interno del perimetro della Riserva Naturale sono vietati l’alterazione delle caratteristiche naturali, l’apertura di nuove strade, la costruzione di nuovi edifici, l’asportazione anche parziale ed il danneggiamento delle formazioni minerali, il danneggiamento delle specie vegetali spontanee, l’alterazione con qualsiasi mezzo dell’ambiente geofisico, la realizzazione di strutture ricettive extraurbane se non espressamente previste dal Piano di Assetto Naturalistico. Detto Piano è ancora in fase di elaborazione da parte del Tecnico incaricato dal Comune di Roseto degli Abruzzi e costituirà, una volta approvato, norma applicativa vincolante per la pianificazione urbanistica a livello comunale e sovracomunale. Nelle more dell’approvazione del Piano vigono i divieti sopra descritti quali norme transitorie di salvaguardia.
Allo stato, pertanto, la realizzazione del megavillaggio turistico proposto dalla Bluserena SpA all’interno del perimetro della Riserva Naturale Regionale del Borsacchio, è certamente in contrasto con la normativa regionale.
È intuitivo, d’altra parte, che la realizzazione del megavillaggio turistico, per dimensioni, ubicazione e caratteristiche, inciderebbe irrimediabilmente sulla morfologia dell’area protetta, sui suoi equilibri ecologici, idraulici ed idrogeologici, arrecando un irreparabile vulnus alle sue peculiarità naturalistiche e paesaggistiche e frustrando la scelta del Legislatore di proteggerla e valorizzarla.
Il piano di lottizzazione proposto, inoltre, contrasta anche con la legge regionale urbanistica poiché necessiterebbe di una variante al piano regolatore generale comunale inerente alla viabilità per realizzare un sottopasso ferroviario ed una strada di accesso dalla Strada Statale n. 16.
Ulteriori problemi sono stati evidenziati relativamente al fatto che il sito scelto per il megavillaggio è interessato da un importante fenomeno di erosione marina ed alto rischio idrogeologico.
Il Comitato Cittadino “Riserva Naturale Regionale Guidata Borsacchio” ed il WWF insistono per la definitiva dichiarazione di improcedibilità e/o incompatibilità ambientale del piano di lottizzazione proposto dalla Bluserena SpA per la realizzazione del megavillaggio turistico all’interno del perimetro della Riserva. Comitato ed Associazione auspicano che i competenti organi della Regione vogliano definitivamente mettere la parola fine a questa vicenda che si trascina da anni e che si sarebbe potuta risolvere da tempo se solo la Bluserena SpA avesse accettato di collocare il villaggio in un altro sito già urbanizzato, così come proposto dal Comune di Roseto degli Abruzzi.
14.12.07
Workshop Oasi WWF abruzzesi

Introduce: Augusto De Sanctis, coordinatore Oasi abruzzesi del WWF Italia
RELAZIONI
Serena Ciabò: Analisi dell’interferenza ecosistemica da infrastrutture nell’Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario
Benedetta Colli: Utilizzo degli habitat di foraggiamento da parte della Chirotterifauna nell’Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario. Risvolti sulla conservazione.
Fabio Conti e Daniela Tinti: Flora dell’Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario.
Massimo Dall’Agata: I Macroeteroceri dell’Oasi WWF Riserva regionale Lago di Penne.
Adriano De Ascentiis: Dinamica temporale dell’uso del suolo nel territorio dell’Oasi WWF Riserva regionale Calanchi di Atri.
Attilio Di Giustino: Conservazione ex-situ delle risorse vegetali: esperienze condotte nel Giardino Botanico dell’Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario.
Umberto Di Loreto: Dall’ecoregione all’ecocibo. Qualità e biodiversità alimentare nell’Oasi WWF Riserva regionale Calanchi di Atri.
Diana Galassi: Fauna delle sorgenti dell’Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario.
Andrea Grassi: Primi dati faunistici ed ecologici sulla fauna a Lepidotteri macroeteroceri dell’Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario.
Osvaldo Locasciulli: Lo studio dei micromammiferi nell’Oasi WWF Riserva regionale Lago di Penne per la comprensione del territorio e la gestione dell’ambiente.
Anna Loy e Giuseppina De Castro: Censimento della lontra nel fiume Sangro e valutazione idoneità per la lontra del Torrente Verde. Oasi WWF Riserva regionale Cascate del Verde.
Maurizio Manera: Indagine esplorativa per la valutazione di bioindicatori di stress ambientale nelle acque dell’Oasi WWF Riserva regionale Sorgenti del Pescara.
Francesco Marsibilio: Modello di Sistema Informativo Territoriale per la rete delle piccole riserve regionali. Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario.
Gianpaolo Montanaro: Anfibi e rettili: livello di conservazione delle popolazioni locali e proposte di conservazione nell’Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario.
Pierpaolo Palka: Importanza di una piattaforma grafica proprietaria per la gestione dei dati territoriali in Internet. Oasi WWF Riserva regionale Cascate del Verde.
Filomena Ricci: La lepre italica nell’Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario.
Eliseo Strinella: L’inanellamento degli uccelli a scopo scientifico nell’Oasi WWF Diga di Alanno e nell’Oasi Sorgenti del Pescara.
Conclusioni: Fabrizio Bulgarini, Responsabile Programma biodiversità WWF Italia
Modera: Dante Caserta, Presidente Sezione regionale Abruzzo WWF Italia
Polveri sottili

8.12.07
Diventa socio WWF
Workshop "RiciclAbruzzo"

Marcia indietro?
6.12.07
Area marina protetta del Cerrano

4.12.07
La conservazione ecoregionale

Il WWF ha coinvolto i maggiori esperti del mondo scientifico per identificare le più importanti ecoregioni da tutelare, ovvero quelle più rappresentative dei diversi habitat terrestri, marini e di acqua dolce del mondo. Il processo ha portato all’identificazione di 238 ecoregioni prioritarie chiamate “Global 200”: si tratta della prima analisi comparativa della biodiversità dell’intero Pianeta sulla base della distribuzione dei maggiori tipi di habitat.
Gli obiettivi prioritari legati alla conservazione della biodiversità sono:
1. sviluppare progetti di conservazione capaci di tutelare tutte le comunità naturali presenti nell’ecoregione;
2. tutelare i processi di natura ecologica ed evolutiva alla base della biodiversità ecoregionale;
3. mantenere vitali le popolazioni delle specie caratterizzanti l’ecoregione;
4. conservare porzioni di habitat naturali sufficientemente grandi da resistere ai disturbi su vasta scala ed a lungo termine;
5. prevenire l’introduzione di specie alloctone invasive, eradicare o controllare popolazioni di specie alloctone già introdotte.
Il raggiungimento di questi obiettivi in tutte le ecoregioni prioritarie permetterebbe la salvaguardia del 90% della biodiversità presente sul Pianeta.
Una delle 238 ecoregioni prioritarie è quella “mediterranea” all’interno della quale è compresa l’ecoregione mediterranea centrale per la quale è stata elaborata dal WWF Italia, nell’ambito di un processo di partecipazione condotto insieme ad un gran numero di partner (tra cui Ministero dell’Ambiente, APAT, Corpo Forestale dello Stato, INFS, Federparchi, ecc.), la relativa “Biodiversity Vision” che fotografa lo stato attuale della biodiversità dell’ecoregione, individuando gli obiettivi prioritari da raggiungere e le aree prioritarie su cui concentrare gli sforzi.
La “visione” della biodiversità, che prende in considerazione anche lo stato socio-economico dell’ecoregione con una sintesi delle dinamiche sociali e degli aspetti economici e politici della presenza umana, rappresenta come l’ecoregione dovrà apparire nel lungo termine. Lo scenario delineato diventa un parametro di riferimento e valutazione rispetto al quale misurare il successo delle azioni intraprese nel corso degli anni.
La struttura della “Biodiversity Vision” include così due componenti:
la definizione di aree prioritarie dove sono concentrati i valori di biodiversità caratterizzanti l’ecoregione;
la definizione di obiettivi a lungo termine.
Per l’ecoregione mediterraneo centrale sono state individuate 36 aree prioritarie e 8 obiettivi strategici.
Una delle 36 aree prioritarie è quella denominata “Appennino centrale”, una vasta area montuosa tra Abruzzo, Lazio e Molise, delimitata a nord dalla valle del Velino e a sud dal fiume Voltuno. Sono presenti il più alto massiccio montuoso degli Appennini, il Corno Grande del Gran Sasso, ed il più meridionale ghiacciaio europeo, il Ghiacciaio del Calderone.
Grazie alle particolarità ecologiche ed alla varietà di ambienti, l’area ospita un numero elevato di endemismi e di presenze relitte. Tra i grandi mammiferi, il lupo, l’orso bruno e il camoscio appenninico hanno un posto di rilievo. Moltissime le specie di uccelli, tra cui picchi, gracchi, molti passeriformi. Importantissime le presenzi di anfibi come tritoni, ululone a ventre giallo e salamandre. Notevolissime le presenze di invertebrati e specie floristiche. Da segnalare anche formazioni forestali importanti quali le abetine ad abete bianco, stazioni di betulle, tasso e agrifoglio, oltre a faggete tra le più antiche della Penisola.
Questo patrimonio di biodiversità è fortemente minacciato. Le attività di maggior disturbo antropico risultano essere il sovrappascolo, lo sviluppo della rete viaria e delle infrastrutture per la produzione di energia (principalmente impianti eolici localizzati in aree di pregio), l’inadeguata gestione forestale produttiva e numerose attività del tempo libero, prima fra tutte lo sviluppo di nuove stazioni sciistiche.
Questo strumento può costituire un supporto importante per le scelte che le aree naturali protette, a cominciare dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dovranno compiere in ordine alla conservazione ed al miglioramento del proprio patrimonio naturale. Consente, infatti, di elaborare piani strategici condivisi che identificano le azioni a breve, medio e lungo termine per la conservazione dell’ecoregione, i ruoli dei vari attori e le risorse necessarie alla sua attuazione, accompagnati da specifici piani di azione, dal continuo monitoraggio dei risultati conseguiti durante l’applicazione e da puntuali “azioni urgenti” finalizzate alla difesa di specie o habitat minacciati.
Tutte le informazioni sulla conservazione ecoregionale dell’Appennino centrale si trovano sul sito www.wwf.it/mediterraneo.
3.12.07
29.11.07
Stili di vita

27.11.07
Incontro con insegnanti

Nel corso dell’incontro, rivolto agli insegnanti delle scuole primarie e medie inferiori della provincia di Teramo, saranno illustrati gli strumenti ed i percorsi didattici sulla tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile.
L’offerta del WWF riguarda anche i progetti di educazione ambientale dell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri che ospita al suo interno un Centro di Educazione Ambientale riconosciuto dalla Regione Abruzzo.
22.11.07
Nuovo rapporto del WWF sull'impronta ecologica dell'Europa

Secondo il rapporto del WWF “Europa 2007 – Prodotto Interno Lordo e Impronta Ecologica”, diffuso oggi a Bruxelles: la pressione sull’ambiente, nonostante gli avanzamenti tecnologici in questo campo, cresce ad un tasso superiore rispetto alla crescita della popolazione, creando così un deficit di risorse naturali per il resto del mondo e per le future generazioni.
Lo studio, realizzato insieme a Global Footprint Network, è stato diffuso in occasione della conferenza organizzata da Unione Europea, Parlamento Europeo, WWF, Club di Roma e Ocse dal titolo "Beyond GDP".
Oggi l'Europa vive al di sopra dei propri limiti. Se tutti i cittadini del mondo vivessero come un europeo, avremmo bisogno di 2,6 pianeti per avere sufficienti risorse per tutti e poter smaltire i rifiuti prodotti”.
Quello che oggi consideriamo sviluppo è cosa ben diversa da quello che il mondo e l’Europa si sono prefissati di perseguire, vale a dire uno sviluppo sostenibile. Questo perché le decisioni economiche di routine non tengono in alcun conto la spesa in capitale-natura.
Gli indicatori economici sono fondamentali, ma senza una contabilità ecologica non consentono di misurare il deficit ecologico prodotto dalla nostra crescita economica. È come se spendessimo i nostri soldi senza capire che in realtà stiamo liquidando il capitale naturale del pianeta.
Nell’Unione Europea solo Finlandia, Svezia e Lettonia si trovano ancora in uno stato di credito ecologico, avendo ancora a disposizione grandi riserve ecologiche che sono però sottoposte ad una crescente pressione. Tutte le informazioni su www.wwf.it .
17.11.07
Ma sono impazziti?

Art. 74 - Realizzazione di impianti di produzione ad energia tramite conversione fotovoltaica
"La Regione Abruzzo al fine di conservare i luoghi urbani e rurali e garantire una migliore qualità della vita quale corretto rapporto tra ambiente interno inteso quale abitazione, ed ambiente esterno, inteso quale luogo circostante l’abitazione, consente, nel rispetto delle normative vigenti, a soggetti pubblici la realizzazione di impianti di produzione ad energia tramite conversione fotovoltaica ad una distanza minima di 500 m. da ogni abitazione".
Non è uno scherzo! Il Consiglio regionale abruzzese ha approvato la norma che vedete riprodotta qui sopra.
L’hanno inserita nella cosiddetta “Legge sull’insonnia” (evidentemente ci hanno pensato di notte!) che è diventata poi la parziale modifica della “Legge Omnibus” varata tre settimane prima: in Abruzzo, quindi, vige il divieto per i soggetti pubblici di installare impianti fotovoltaici su terreni ed edifici, quali ospedali, comuni, scuole, caserme ecc., ad una distanza inferiore a 500 metri da ogni abitazione.
15.11.07
Efficienti per natura

Sabato 10 e domenica 11, i volontari del WWF hanno allestiti banchetti a Giulianova ed a Teramo, incontrando centinaia di cittadini a cui hanno fornito materiale informativo su come rendere più eco-efficienti le proprie abitazioni. Se siete interessati a questo tema visitate il sito www.wwf.it oppure contattateci al nostro indirizzo e-mail: teramo@wwf.it .
Liberi da OGM

13.11.07
Tutelare il Gran Sasso d'Italia
La recente decisione dell’Ente Parco di non concedere l’autorizzazione alla realizzazione di una cabinovia ad otto posti si configura come atto dovuto perché la legge stabilisce che nell’area interessata dal progetto non possono essere costruiti nuovi impianti a fune. Si tratta infatti di un impianto che arriva a circa 2000 metri all’interno di un’area naturale protetta di valenza nazionale. In tali aree, la normativa vigente per le aree naturali protette prevede che non si possono realizzare nuovi impianti sciistici, ma solo procedere alla manutenzione degli esistenti.
Non si può parlare di manutenzione o di ammodernamento impiantistico se si vuole costruire una cabinovia ad otto posti, capace di trasportare 2200 persone ogni ora, dove esiste una seggiovia monoposto.
Quindi, a meno di andare contro la stessa normativa di salvaguardia prevista dal decreto di istituzione dell’area naturale protetta, l’Ente Parco non avrebbe potuto decidere diversamente.
Il Parco ha giustamente fatto presente che potrebbe essere autorizzata la sostituzione dell’impianto esistente con uno più moderno, ma sempre della medesima tipologia.
Al contrario, la volontà di costruire una cabinovia ad otto posti fino alla Madonnina appare funzionale alla realizzazione della Pista del Lupo che, partendo da quota 2010 m, si vorrebbe sviluppare lungo la cresta dell’Arapietra e da qui, attraverso un bosco nel quale sono presenti piante secolari, verso la stazione di valle della cabinovia: il tutto con conseguente distruzione di circa 4 ettari di bosco e la riprofilatura del versante con realizzazione di scarpate alte oltre 10 m. Un vero e proprio scempio ambientale che la Gran Sasso Teramana SpA ha chiesto di realizzare, nonostante sappia perfettamente che non potrà mai essere autorizzato.
La normativa vigente dovrebbe essere ben nota a chi gestisce la stazione sciistica e il riproporre continuamente progetti che devono essere necessariamente bocciati equivale a non voler far niente e ad alimentare polemiche sterili che non aiutano nessuno. Del resto non è un caso che le polemiche partano costantemente da soggetti che hanno sempre dimostrato un’avversione al parco e che a suo tempo si opposero alla sua nascita.
C’è poi un ulteriore elemento di cui tenere conto: contemporaneamente alla richiesta di realizzazione di questa cabinovia è partita la richiesta alla Regione di un ulteriore finanziamento dell’impianto, nonostante siano già stati investiti milioni di euro per i bacini sciistici del versante teramano del Gran Sasso.
Ci troviamo di fronte ad un paradosso: un intervento imprenditoriale viene presentato come indispensabile per l’economia di un’intera provincia, ma necessita di finanziamenti pubblici perché nessuno è disposto ad investirci i propri soldi.
Ben venga quindi il tavolo di confronto sullo sviluppo del Gran Sasso, ma valuti anche quanti soldi pubblici sono stati spesi fino ad oggi per le stazioni sciistiche di Prati di Tivo e Prato Selva, come stanno i bilanci della società che li gestisce ed il ritorno economico di questi continui finanziamenti pubblici. O si preferisce continuare a fare gli imprenditori privati con i soldi pubblici?
11.11.07
Ancora pochi giorni per il concorso WWF per le scuole

Scopo del concorso è quello di promuovere tra studenti ed insegnanti una riflessione sui temi della tutela dell’ambiente, della natura e della biodiversità. Lo strumento utilizzato sarà quello dell’ideazione e della creazione di una campagna pubblicitaria che abbia come tema la tutela ambientale e la conservazione della natura. I concorsi sull’educazione ambientale costituiscono una tradizione del WWF di Teramo e negli anni passati la collaborazione del mondo scolastico ci ha permesso di raggiungere importanti risultati.
Il bando del concorso è scaricabile dal sito del WWF Abruzzo (www.wwf.it/abruzzo) oppure può essere richiesto all'indirizzo teramo@wwf.it .
7.11.07
Una scarpetta fuori misura...
Si è voluto forse dare un segno di leggerezza ad un intervento sicuramente pesante sul territorio destinato ad aumentare il traffico privato e l’inquinamento.
La Scarpetta di Venere è una rara orchidea spontanea che fiorisce da maggio a luglio, il cui nome scientifico è “Cypripedium calceolus”. Essendo a rischio di estinzione è anche presente nella Convenzione di Washington sul commercio delle specie in pericolo.
Il nome volgare deriva da una leggenda secondo la quale Venere, mentre era a passeggio con Adone, fu costretta a cercare riparo a causa di un temporale. Nella corsa la dea avrebbe perso una scarpetta che, alla fine del temporale, si sarebbe trasformata in un fiore il cui petalo centrale si modellò proprio a forma di scarpetta dello stesso color oro di cui era fatto il calzare di Venere. L’epiteto calceolus è appunto il diminutivo del latino calceous che significa “copripiede sottile” e da cui deriva anche il termine calza.
Sul sito del nuovo centro commerciale si trova anche una parte dedicata alla presentazione di questa bellissima orchidea che viene descritta come “il fiore più raro e pregiato del Parco Nazionale del Gran Sasso”.
Tutto bene?
Non proprio, perché la Scarpetta di Venere con il Gran Sasso non risulta avere niente a che fare, visto che vegeta essenzialmente sulle Alpi ed è segnalata solo in due stazioni in Abruzzo: sul massiccio della Majella e in una valle del Parco Nazionale d’Abruzzo.Quindi, a meno che i proprietari o i responsabili del marketing del centro commerciale Gran Sasso non abbiano fatto una scoperta botanica di grande importanza, il logo prescelto non sembra proprio il più adatto …
4.11.07
2.11.07
Ecovolontari cercasi!

30.10.07
28.10.07
Piano energetico provinciale: le indicazioni del WWF Teramo
Il WWF reputa positivamente che gli Enti locali si dotino di piani energetici, perché in questo settore è necessario superare l’improvvisazione che spesso accompagna la scelta di infrastrutturazioni anche pesanti.
La nostra Provincia ha vissuto e sta vivendo un esempio tipico di questa improvvisazione con il primo caso di centrale turbogas “vagante” che dal territorio di Montorio al Vomano si è spostata nel territorio di Teramo (quasi raddoppiando la sua potenza nel tragitto): il tutto senza che nessun strumento di programmazione lo prevedesse ed anzi, come nel caso della centrale da 980 MW proposta dalla Sithe Global Italia srl in Contrada Cortellucci a Teramo, in contrasto con tutti i piani urbanistici vigenti sull’area (piano regolatore generale, piano territoriale provinciale e piano paesistico regionale).
Punto di partenza per un buon piano energetico è un’approfondita analisi di dettaglio delle caratteristiche dell’area su cui si interviene e, soprattutto, dei consumi energetici.
Solo la conoscenza di tali consumi potrà consentire di intervenire per la riduzione e razionalizzazione degli stessi e pianificare i migliori interventi per la produzione.
Un piano energetico deve puntare a:
· riduzione dei consumi,
· maggiore efficienza,
· razionalizzazione della produzione,
· sviluppo di fonti energetiche alternative in sostituzione dei combustibili fossili.
Il tutto per limitare le emissioni di CO2 così da ridurre la dispersione di gas climalteranti in atmosfera e le emissioni pericolose per la salute umana.
E va detto che, in questo settore, il rispetto di quanto stabilito dagli Accordi internazionali va considerato un obiettivo di minima.
Il Protocollo di Kyoto chiede ai Paesi che lo hanno ratificato di ridurre, entro il 2012, del 6,25% le emissioni registrate nel 1990. Gli scienziati dell’IPCC (Comitato intergovernativo per i mutamenti climatici dell’Onu), recentemente insignito, insieme ad Al Gore, del premio Nobel per la pace, ritengono necessaria una riduzione del 60-80% perché la temperatura del globo non superi i 2% di aumento medio nell’arco del XXI secolo.
È quindi indispensabile andare ben oltre gli obiettivi di Kyoto e tutti gli enti locali devono fare in maniera convinta la loro parte.
Servono soluzioni radicali, e servono subito. La nostra economia, più ancora che nel resto dell’Europa, continua a basarsi su logiche non sostenibili, fuori da ogni prospettiva di cambiamento del sistema energetico.
È necessaria una politica orientata su quattro direttrici a forte potenziale di riduzione dei gas climalteranti:
miglioramento dell’efficienza energetica negli usi civili ed industriali;
sviluppo delle fonti rinnovabili;
qualificazione energetica dell’edilizia;
mobilità e trasporti sostenibili.
Applicare queste politiche non solo avrebbe effetti positivi sul terreno ambientale, in un momento in cui gli alti e crescenti prezzi del greggio creano uno svantaggio competitivo per l’Italia, ma consentirebbe anche la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro, la riduzione della nostra dipendenza energetica dall’estero.
Quanto alla riduzione dei consumi, moltissimo è quello che può essere fatto.
Il solo settore residenziale mostra potenziali di risparmio energetico fino al 50% con notevoli benefici ambientali ed economici.
I principali ambiti di intervento sono:
razionalizzazione ed incremento dell’efficienza negli impianti esistenti, definendo obiettivi di risparmio negli usi finali e di recupero termico per altri usi;
architettura bioecologica e solare passivo;
interventi sulla coibentazione dell’involucro che riducano il carico del condizionamento estivo;
uso di materiali ecocompatibili a bassa energia inglobata;
esposizione obbligatoria del certificato energetico per edifici pubblici;
pianificazione urbanistica sostenibile;
promozione di elettrodomestici efficienti (rottamazione di quelli inefficienti);
micro-cogenerazione e rigenerazione.
Altro aspetto fondamentale per un buon piano energetico è dato dalla sua capacità di collegarsi ed agire in sinergia con tutte le altre pianificazioni e programmazioni che insistono sul territorio.
Non si possono sviluppare politiche energetiche efficaci senza integrarle con le politiche di altri settori che incidono sulla produzione di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici in atto: al piano energetico devono quindi accompagnarsi un modello di buon regolamento edilizio che introduca elementi di risparmio dei consumi sia nella fase della costruzione che in quella della gestione delle civili abitazioni e degli uffici, o un efficace piano del traffico e della mobilità che rendano effettivamente competitivo il trasporto pubblico rispetto a quello privato.
Lo sviluppo di fonti energetiche alternative è un altro obiettivo da perseguire con convinzione nell’ottica di una riduzione della produzione da fonti fossili.
In questo settore va investito nel solare (fotovoltaico e termico), nell’eolico, nelle biomasse, stando ben attenti a sviluppare fonti energetiche ad alta efficienza sia in termini di bilanci energetici che in termini di bilancio di emissioni di CO2: solo in questo modo si potranno avere fonti realmente rinnovabili e realmente sostenibili.
Vanno poi valutati con attenzione gli impatti ambientali che impianti industriali finalizzati alla produzione energetiche da queste fonti possono provocare. È il caso delle centrali eoliche la cui installazione deve essere accompagnata da approfonditi studi sugli impatti che essi provocano sul paesaggio, sulla fauna, sul territorio, ecc.
Settore fino ad oggi trascurato è quello della produzione di energia elettrica che sfrutta i salti già presenti all’interno degli acquedotti. Si tratta di una fonte energetica che non comporta nuove captazioni, né pesanti strutture sul territorio. Esempi positivi di questa produzione si registrano nelle Marche e ci si chiede come mai fino ad oggi non è stato possibile mettere in campo questa fonte energetica anche nella nostra regione e in provincia di Teramo in particolare.
Infine, il piano dovrebbe invertire una tendenza ormai consolidata all’accentramento della produzione energetica in grandi impianti.
La produzione da mini e microeolico o da piccoli impianti a biomasse, ad esempio, possono essere estremamente valide nei piccoli centri urbani. Si può sviluppare la generazione distribuita in impianti di piccole e medie dimensioni così da creare sul territorio una rete flessibile, vicina all’utenza, di facile espansione e dalle prolifiche potenzialità di mercato (vista anche la liberalizzazione del settore).
22.10.07
Energy Square a Teramo

Tra gli eventi da segnalare, la mostra fotografica che quest'anno è dedicata alle opere del "nostro" Piero Angelini.
Allo stand del WWF sarà possibile ricevere informazioni anche sulla prossima edizione di Generazione Clima, la campagna nazionale del WWF sul risparmio energetico, prevista per sabato 10 e domenica 11 novembre in circa 200 comuni italiani (compresi Teramo e Giulianova).
Questo è il programma di Energy Square 2007 (per maggiori informazioni www.agenateramo.it)
Giovedì 25 ottobre
Ore 16.00 Cerimonia di inaugurazione
Ore 16.30 Apertura della mostra fotografica di Piero Angelini “Forma e colore. I bacini di stupore della terra teramana”
Ore 17.00 Visite guidate alla “Casa EcoLogica”
Ore 17.15 Forum “Pianificare l’energia”. Presiede Antonio Assogna (Assessore Ambiente ed Energia Provincia di Teramo); introduce Ernino D’Agostino (Presidente della Provincia di Teramo); partecipano Associazioni, Enti, Istituzioni e soggetti coinvolti nella definizione del Piano Energetico Ambientale della provincia di Teramo. Per il WWF sarà presente Claudio Calisti, Responsabile provinciale. Conclusioni di Franco Caramanico (Assessore Ambiente ed Energia - Regione Abruzzo) e Laura Marchetti (Sottosegretario di Stato - Ministero dell’Ambiente)
Venerdì 26 ottobre
Ore 10.00 Inizio visite guidate alla “Casa EcoLogica”
Ore 17.30 Conferenza - dibattito “Mutamenti climatici: noi l’avevamo detto” con Luca Lombroso (Meteorologo televisivo)
Sabato 27 ottobre
Per l’intera giornata, a partire dalle ore 10.00, visite guidate alla “Casa EcoLogica” ed attività di informazione delle aziende presenti all’interno della struttura
Domenica 28 ottobre
Ore 9.00 Raduno partecipanti “Città in bicicletta”
Ore 10.00 “Città in bicicletta”
Ore 12.00 Chiusura della manifestazione
21.10.07
Stati generali della Solidarietà e della Cooperazione

L’Evento centrale si terrà il 2 novembre, sempre a Roma, con l’Assemblea degli Stati Generali della Solidarietà e della Cooperazione Internazionale presso la Città dell’Altra Economia.
Per ulteriori informazioni rispetto all’Assemblea si rimanda al sito www.statigeneralisc.it .
Vi invitiamo a sottoscrivere l’appello degli Stati Generali ed a partecipare alla mobilitazione che si terrà in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento il prossimo 30 ottobre.
13.10.07
Borsacchio, non ancora fuori pericolo
La Commissione, dopo aver anche ascoltato in udienza la rappresentanza del Comitato Cittadino per la Riserva del Borsacchio con i responsabili delle maggiori associazioni ambientaliste e culturali abruzzesi, ha nominato una sottocommissione ristretta che esaminerà la problematica nel merito, rimandando così la decisione definitiva alla prossima seduta della Commissione VIA.
Favorevoli sono state le impressioni dei responsabili delle associazioni ascoltati in Commissione avendo potuto rilevare che le proprie osservazioni, che si ricorda sono state presentate nell'ambito della procedura di Valutazione Impatto Ambientale dal Comitato Cittadino, dal WWF Abruzzo, dalla Legambiente Abruzzo, dalla LIPU Abruzzo, da Italia Nostra Abruzzo, dalla Società Botanica Italiana e da Marevivo, potranno ora essere anche esaminate nel merito e si potrà così evidenziare la grande importanza naturalistica di questo prezioso tratto di costa ancora libero da edificazioni.
La speranza di tutti è che si possa istituire al più presto il Comitato di Gestione della Riserva perché inizi a funzionare una gestione attiva di quella porzione di territorio secondo gli indirizzi che saranno forniti dal Piano di Assetto Naturalistico, strumento, quest’ultimo già in corso di redazione su incarico del Comune di Roseto degli Abruzzi.
10.10.07
Tutelare la Riserva del Borsacchio

Domani il Comitato di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo esaminerà il piano di lottizzazione della Bluserena SpA. Il progetto prevede la realizzazione di un megavillaggio turistico da 400 camere, in località Borsacchio del Comune di Roseto degli Abruzzi (TE), su un’area di 85.000 metri quadrati, collocata tra la ferrovia e la battigia, con una superficie edificata di 11.000 metri quadrati.
Il progetto Bluserena SpA si colloca nel cuore della Riserva Naturale Regionale del Borsacchio, istituita con Legge regionale n. 6/2005. Con successivi interventi legislativi della Regione Abruzzo, si è stabilito che dentro il perimetro della Riserva (definitivamente approvato con Legge regionale n. 77/2007), non si possono realizzare insediamenti turistici extraurbani, se non consentiti dal piano di assetto naturalistico (PAN), che però è ancora in fase di studio.
È ovvio che un insediamento turistico di tali dimensioni all’interno di una Riserva Naturale comporterebbe un enorme impatto ambientale.Il Comitato per la tutela della Riserva del Borsacchio, il WWF e altre Associazioni saranno ascoltati dal Comitato VIA della Regione Abruzzo ed esporranno le ragioni della difesa di uno degli ultimi tratti di costa sopravvissuti alla cementificazione.
La marcia per la tutela della fauna


Ora è necessario che le Istituzioni facciano la loro parte e mettano in campo tutte le misure per assicurare alla giustizia i criminali che hanno sparso il veleno e per impedire che in futuro si ripetano episodi del genere.
8.10.07
Concorso per le scuole

Scopo del concorso è quello di promuovere tra studenti ed insegnanti una riflessione sulla necessità di tutelare l’ambiente, la natura e la biodiversità.
Le scuole interessate possono richiedere copia del bando a teramo@wwf.it, oppure allo 0861.411147.
4.10.07
Fiaccolata dalla parte dell'Orso
Appuntamento a Bisegna (AQ) alle ore 18. Info: abruzzo@wwf.it
2.10.07
Che vergogna!

27.9.07
Nuova escursione del WWF
Sabato 29 e domenica 30 è in programma un fine settimana nel Parco regionale dei Monti Aurunci nel Lazio.
Si tratta di un’escursione che permette di visitare ambienti diversi, ma tutti ugualmente affascinanti: montagna, corsi d’acqua, costa, paesi ricchi storia.
I Monti Aurunci ed i contigui Monti Ausoni prendono il nome dagli antichi popoli italici che, prima della sottomissione da parte di Roma, occupavano questi territori a ridosso del Mar Tirreno.
La catena montuosa ausonio-aurunca geograficamente viene definita come preappennino laziale e giunge fin presso la costa, dalla foce del fiume Amaseno alla foce del fiume Garigliano, dove, come a Terracina ed a Gaeta, forma promontori a picco sul mare.
L’altitudine non elevata (specie negli Ausoni) raggiunge la massima altitudine nel Monte Petrella (1533 m). Entrambi i gruppi sono costituiti prevalentemente da calcari dove sono frequenti i fenomeni carsici con circolazione idrica sotterranea che dà origine a copiose sorgenti ai piedi dei rilievi. Nella piana di Fondi, la scarsa pendenza e lo sbarramento offerto da un sistema dunale sul litorale impediscono un regolare deflusso di queste acque per cui anticamente si era formato un lago costiero oggi meno esteso: il Lago di Fondi.
Notevolissime e rilevanti le testimonianze storiche ed artistiche di tutte le città costiere.
Il calendario escursionistico del WWF è curato dalla Coop. Pacha Mama. Per ulteriori informazioni e prenotazioni si può chiamare al numero 0861.212715.
25.9.07
Verde urbano a Teramo
Se si guarda Teramo dall’alto, ci appare come una città immersa nel verde delle colline che la circondano. Ma che tipi di verde troviamo al suo interno?
La Villa Comunale, nata come orto botanico, i platani di viale Bovio, i giardini di viale Mazzini (“i tigli”) e quelli di piazza Madonna delle Grazie, sono il nostro verde storico. Un verde che richiede particolari attenzioni, da tutelare e conservare. È quello che ci costa di più (basta pensare ai problemi di stabilità degli esemplari arborei secolari o alle fitopatologie, alle sostituzioni).
I parchi fluviali del Vezzola e del Tordino, verde attrezzato, erano la nostra vera risorsa verde. Subito dopo la loro apertura al pubblico sono emersi pesanti problemi di gestione: scelte progettuali sbagliate per quello del Vezzola, dove si è voluto spendere più in cemento ed asfalto, che in vegetazione, e l’impossibile convivenza con il Lotto Zero per quello del Tordino; come al solito fummo facili profeti a prevedere questi problemi, ma rimanemmo inascoltati.
Almeno però questi due spazi verdi ci legavano al verde “selvaggio” del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: due importanti corridoi ecologici inseriti in modo armonico e naturale nella città nata tra “i due fiumi”. Purtroppo oggi sono stati compromessi da “interventi di messa in sicurezza dell’alveo fluviale” voluti dal Genio Civile nella disattenzione di tutti gli altri enti locali, ad iniziare dal Comune che sembra proprio volersi disinteressare di questi due parchi. Soprattutto sul Vezzola è stata così completamente distrutta la vegetazione arborea ed arbustiva che creava un piccolo ma rigoglioso bosco “planiziale” ricco di naturale biodiversità, sia vegetale, sia animale.
Per le altre tipologie di verde pubblico, in città troviamo gli spazi verdi di quartiere, evidenti in particolare nelle frazioni che diventano sempre più grandi e popolate, il verde sportivo (Gammarana, Campo Scuola, Scapriano), il verde ospedaliero ed un po’ di verde scolastico.
Nei numerosi nuovi quartieri, il verde è continuamente sacrificato, considerato solo un costo aggiuntivo al già altissimo costo degli appartamenti.
All’interno degli spazi verdi, poi, si trovano falde inquinate e rifiuti abbandonati. Ma questo non può essere un alibi per non “costruire” il verde: il degrado chiama degrado.
Una città dignitosa dovrebbe avere un verde urbano di qualità e funzionale, capace di creare un buon rapporto tra fruitori e ambiente e di adeguarsi ai suoi rapidi cambiamenti, alla sua espansione verso la campagna, alla sua frammentazione. Ormai case e palazzi sono in continuità lungo le vie di comunicazione principali e non si capisce dove termina Teramo e dove iniziano gli altri comuni: una vera e propria città “allargata”.
Per il futuro nella nostra città gli spazi verdi devono aumentare in quantità e, soprattutto, in qualità: creare “verde” pubblico significa portare la natura in città.
È indispensabile che Teramo si doti finalmente di un regolamento per la gestione del verde pubblico, per affrontare gli effetti delle trasformazioni urbane e la crescente antropizzazione e la frammentazione dei corridoi biologici: un regolamento chiaro, di facile applicazione e condiviso da cittadini, Comune e gestore del verde, associazioni, ecc..
Dovrà trovare applicazione nei parchi e nei giardini del territorio comunale: sugli alberi secolari e storici (aumentare la tutela e la valorizzazione degli alberi esistenti); su prati e viali; aiuole e siepi; macchie a vegetazione arborea o arbustiva; sponde fluviali; nuove aree destinate a verde pubblico; aree da recuperare.
Dovrà contenere linee di gestione per il verde presente e per quello di nuova formazione; definirà le competenze e le responsabilità dei soggetti coinvolti nella manutenzione, gestione, controllo ed educazione.
Fondamentale l’affermazione del principio di compensazione: ogni volta che l’intervento dell’uomo comporterà una soppressione di spazi verdi, questi dovranno essere quantificati e reinseriti (ripiantumato) in aree vicine a quelle dell’intervento.
Progettazione, gestione e manutenzione dovranno basarsi sul rispetto delle specie vegetali e delle condizioni naturali del territorio, con indicazione puntuali delle specie arboree e arbustive da piantare, così da evitare la piantumazione di specie alloctone, estranee alla nostra tradizione.Scopo finale è far passare il concetto che il verde è un elemento di pregio all’interno della città e non fonte di problemi da comprimere o regalare ai privati.
19.9.07
Ecofesta a Giulianova

Luogo della Festa è l'area ex golf bar in piazza Dalmazia.
Il programma prevede due dibattiti: il primo sulla gestione dei rifiuti (venerdì 21 settembre alle ore 17) ed il secondo sul fututro dell'acqua in Abruzzo (sabato 22 settembre ore 17).
Sono previsti anche concerti musicali, stand gastronomici, una mostra sulla tutela della biodiversità e la proiezione di documentari.
18.9.07
Aree protette e raccolta differenziata in provincia di Teramo
I comuni che hanno una parte del loro territorio in un’area naturale protetta sono 19, sui 47 complessivi, per un totale di oltre 98.000 abitanti.
In tutto, nel 2006 in questi 19 comuni sono stati prodotte 55.042 tonnellate di rifiuti.
I comuni teramani il cui territorio è in parte ricompreso in aree naturali variano da centri piccoli come Pietracamela a centri più grandi come Giulianova. Ci si trova di fronte a centri abitati che si differenziano per localizzazione (montagna e costa, passando per le fasce collinari), numero di abitanti (dai 300 agli oltre 21.000), situazioni socioeconomiche (aree spopolate e aree fortemente abitate).
Quando si pensa alle aree naturali protette, si pensa ad un territorio dove la natura è protetta, ma anche dove la tutela dell’ambiente non è affidata esclusivamente ai pur fondamentali vincoli stabiliti dalla normativa, ma anche a comportamenti virtuosi da parte delle Amministrazioni comunali che dovrebbero attivarsi per una gestione delle risorse naturali del loro territorio improntata allo sviluppo sostenibile.
Eppure, a guardare un settore importantissimo come quello della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, i comuni della provincia di Teramo che hanno una parte del loro territorio ricompreso in un’area naturale protetta sono molti lontani dagli obiettivi minimi di raccolta differenziata fissati per tutto il territorio nazionale.
Secondo i dati sulla raccolta dei rifiuti del 2006 forniti dall’Osservatorio sui rifiuti della Provincia di Teramo, tutti i 19 comuni ricompresi in aree protette presentano percentuali di raccolta differenziata inferiori alla media della Provincia di Teramo, peraltro già di per se molto bassa perché ferma al 22,79% (lontanissima dall’obiettivo del 35% che si sarebbe dovuto raggiungere a dicembre del 2003).
Non è certo un bel risultato, tenuto conto che alcuni di questi comuni, in particolare quelli nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, hanno delle percentuali ridicole che vanno dal 3 al 7%!
Si segnala in negativo il caso del Comune di Montorio al Vomano il cui territorio è suddiviso tra due diverse aree naturali (il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga ed il Parco territoriale attrezzato di Fiume Vomano), ma che a malapena supera il 10% di raccolta differenziata.
Peraltro i risultati migliori – sempre comunque bassi se si guardano le percentuali di comuni come Sant’Egidio alla Vibrata, Torano Nuovo o Colonnella (tra il 57% ed il 68%) – si registrano a Giulianova (15,41%) e Roseto degli Abruzzi (19,70%) che sono ricompresi nella Riserva regionale del Borsacchio che ad oggi è stata istituita solo sulla carta, mancando ancora di piano di assetto e di comitato di gestione.
È chiaro che la responsabilità di questi risultati molto poco lusinghieri non è imputabile alla presenza di parchi e riserve che non hanno nessuna competenza sulla gestione dei rifiuti.
D’altra parte, però, è veramente un pessimo segnale vedere che proprio nei territori dove l’ambiente è stato ritenuto così importante da istituirvi un’area protetta, la raccolta differenziata sia ferma a percentuali di al di sotto del 5%! Agli amministratori di questi Comuni chiediamo di attivarsi con convinzione per una raccolta differenziata efficiente, avviando servizi capaci di intercettare le tonnellate di rifiuti prodotti ed evitando che questi finiscano in discarica perché indifferenziati.
Come invertire questa tendenza? Istituendo servizi di raccolta porta a porta, l’unica in grado di garantire grosse quantità di materiale differenziato di buona qualità, ed organizzando la raccolta della frazione umida finalizzata alla produzione di compost di qualità da utilizzare per un’agricoltura priva di concimi chimici.
La ricetta è ormai nota e non servono più sperimentazioni. La raccolta differenziata deve diventare una priorità per tutte le amministrazioni comunali, ad iniziare da quelle all’interno di parchi e riserve. È questa l’unica strada per evitare l’emergenza rifiuti che, proprio in provincia di Teramo è costata moltissimo in termini ambientali e sta costando moltissimo in termini economici ai contribuenti.
Di seguito sono riportati i risultati comune per comune suddivisi per area protetta (Fonte: Rapporto 2006 Osservatorio provinciale dei Rifiuti).
Riserva regionale Borsacchio
Giulianova: 15,41% (nel 2005: 18,39%)
Roseto degli Abruzzi: 19,70% (nel 2005: 35,52%)
Riserva regionale Calanchi di Atri
Atri: 8,21% (nel 2005: 3%)
Riserva regionale Castel Cerreto
Penna Sant’Andrea: 6,03% (nel 2005: 6,68%)
Parco Territoriale Attrezzato Fiume Fiumetto
Colledara: 8,85% (nel 2005: 8,84%)
Parco Territoriale Attrezzato Fiume Vomano
Montorio al Vomano: 10,45% (nel 2005: 6,15%)
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Arsita: 10,45% (nel 2005: 6,89%)
Campli: 5,86% (nel 2005: 4,62%)
Castelli: 3,04% (nel 2005: 5,81%)
Civitella del Tronto: 5,81% (nel 2005: 4,93%)
Cortino: 4,56% (nel 2005: 2,94%)
Crognaleto: 5,61% (nel 2005: 7,44%)
Fano Adriano: 7,48% (nel 2005: 7,77%)
Isola del Gran Sasso: 21,82% (nel 2005: 26,95%)
Montorio al Vomano: 10,45% (nel 2005: 6,15%)
Pietracamela: 8,30% (nel 2005: 1,40%)
Rocca Santa Maria: 4,56% (nel 2005: 2,94%)
Torricella Sicura: 4,71% (nel 2005: 2,94%)
Tossicia: 14,44% (nel 2005: 9,80%)
Valle Castellana: 4,56% (nel 2005: 2,94%)