18.5.20

A volte ritornano... all'ARTA


Le Associazioni Italia Nostra, WWF, Legambiente, LIPU, Pro Natura, Marevivo, Miladonnambiente, Ecoistituto Abruzzo e Majellaneesprimono esprimono la più ferma contrarietà rispetto alle procedure per la nomina effettuata dal presidente della Regione, Marsilio, dell’avv. Maurizio Dionisio alla direzione generale dell’ARTA Abruzzo.
Queste le motivazioni.
Il nominato non ha i prescritti requisiti di competenza, ma solo quelli di fedeltà alla parte politica che lo ha designato; infatti Dionisio non è stato mai precedentemente nominato direttore generale dell’ARTA, come impropriamente riportato da diversi organi di informazione. Egli fu nominato “commissario” dell’ARTA dal 2000 al 2005 dal Presidente Giovanni Pace, alla cui elezione Dionisio aveva contribuito con una propria lista elettorale. Di quest’esperienza non possiamo non ricordare la gestione della situazione rischiosa creatasi nei Laboratori del Gran Sasso, dell’incidente di sversamento di sostanze nel fiume, del successivo sequestro; l’intervento dell’ARTA e del suo Commissario non seppero in alcun modo prevenire, né evitare tale situazione.
Da allora il modello della nomina politica è costantemente prevalso nell’individuare i direttori, diventando prassi seguita da tutte le Giunte regionali succedutesi, di destra e di centrosinistra, seppur con i dovuti distinguo su scelte più o meno fortunate.
Questo non è accettabile anche alla luce del percorso normativo stabilito per elevare il livello delle direzioni delle Agenzie italiane. La Legge 28 giugno 2016, n. 132 che disciplina la “Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente”, all’art. 8, fissa i requisiti del direttore generale dell'ISPRA e delle agenzie regionali; essa stabilisce, al riguardo, che i direttori generali delle agenzie sono nominati , secondo le procedure previste dalla legge, tra soggetti di elevata professionalità e qualificata esperienza nel settore ambientale e che presso l'ISPRA è istituita un'anagrafe dei direttori generali dell'ISPRA stessa e delle Agenzie, contenente le informazioni sui requisiti professionali e sulla retribuzione dei medesimi.
L’ARTA, infatti, non ha bisogno di una guida politica che ne determini l’azione: i suoi compiti di vigilanza e controllo, di consulenza tecnica, di monitoraggio e diffusione dati sull’ambiente sono fissati precisamente dalle leggi di settore. Eventuali indirizzi su compiti aggiuntivi da svolgere provengono dalla Regione che ne assicura il finanziamento. Per questo non
si prevede un Consiglio di amministrazione che ne guidi la politica né un Presidente politico. Chi lo dirige, invece, deve essere persona con effettive competenze nelle materie ambientali, che sappia organizzare e gestire tecnicamente l’Agenzia e rappresentarla adeguatamente verso l’esterno, in Abruzzo e in Italia, perseguendo efficienza ed efficacia tecnica. Come parallelo si pensi ad un primario ospedaliero: un dirigente generale del suo reparto, che deve saper entrare nel merito di tutto quello che si fa. Se avessero nominato primario, nel nuovo reparto COVID-19, un avvocato avremmo registrato le più vibranti proteste.
Le Associazioni ambientaliste a questo “ritorno alla normalità” non ci stanno. 
È possibile che nel nostro Paese sia così complicato premiare la meritocrazia e individuare figure professionali idonee con “competenze specifiche” direttamente documentate e documentabili dal curriculum e dalle pubblicazioni? Cioè, di elevata professionalità e qualificata esperienza nel settore ambientale?
Le Associazioni ambientaliste si rifiutano di accettare questa prassi e pretendono il pieno e sostanziale rispetto dei criteri di nomina fissati dalla Legge, nell'interesse dei cittadini e per un'Agenzia dell'Ambiente dotata di direzione autorevole e credibile, risorse e attrezzature necessarie e la considerazione che merita di fronte alle emergenze locali e globali, dettate dall’emergenza pandemica e climatica.