Questa mattina presso la sede della Direzione Marittima di Pescara è stato presentato il report “Il Fratino in Abruzzo” realizzato dall’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano e dal WWF Abruzzo nell’ambito del Progetto “SalvaFratino Abruzzo” nato nel 2012 e condotto dal 2015 con monitoraggi scientifici. All’incontro hanno preso parte il Comandante della Direzione Marittima di Pescara Donato De Carolis, il comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo (CircoMare) di Giulianova Claudio Bernetti, il presidente Leone Cantarini e il direttore Fabio Vallarola dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”, Luciano Di Tizio del WWF Abruzzo. I dati del Report sono stati presentati dall’ornitologo Stefano De Ritis, responsabile scientifico del Progetto.
Il Report, che sarà anche pubblicato sul prossimo numero di De Rerum Natura della COGECSTRE Edizioni, in 24 pagine descrive la situazione del Fratino nella nostra regione dal 2015 fino alla stagione 2019. Viene illustrato il trend della popolazione costantemente monitorata durante la stagione primaverile ed estiva e vengono riportate le azioni che i volontari svolgono per la tutela di questa specie. Questi risultati sono stati peraltro anche mostrati, con un poster, in un recente convegno nazionale di ornitologia a Napoli.
Purtroppo il Fratino (Charadrius alexandrinus) è in forte diminuzione in tutta Italia (-50% negli ultimi 10 anni) e anche in Abruzzo vive una situazione di difficoltà.
Rispetto al 2018, caratterizzato dai peggiori risultati mai registrati in Abruzzo, il 2019 ha segnato una piccola ripresa posizionandosi così in linea con la media degli ultimi anni.
I volontari del “Progetto SalvaFratino” hanno controllato praticamente tutte le aree dove sono stati segnalati i Fratini e ciò ha permesso di individuare 43 nidi che hanno registrato il 51% di successo di schiusa. Si tratta di un dato con ogni probabilità sottostimato perché ovviamente non è stato possibile individuare tutti i nidi sugli oltre 100 km di costa abruzzese.
Nel 2019 le aree più interessanti sono risultate la Riserva del Borsacchio con 11 nidi e quella della spiaggia libera del Foro di Ortona con 14 nidi. Si conferma l’importante ruolo svolto dalle aree naturali protette costiere nelle quali si registra, tenuto anche conto delle loro ristrette dimensioni, una densità maggiore rispetto alle aree esterne; zone tra l’altro dove le ultime mareggiate non hanno causato danni, grazie all’ecosistema dunale ancora integro. Difficoltà continuano a registrarsi nel vastese, ma soprattutto a Pescara dove quest’anno non è stato trovato alcun nido e che invece anni fa aveva avuto anche 10 nidi a stagione.
L’occupazione ormai quasi totale del litorale rappresenta il primo nemico del Fratino perché determina la diffusione della pulizia meccanica delle spiagge che comporta l’aratura e il livellamento innaturale delle stesse con conseguente distruzione dei nidi o allontanamento delle coppie nella fase del corteggiamento. Le ragioni della distruzione di nidi e uova è infatti imputabile per il 54% dei nidi nel 2018 e per 33% nel 2019, a cause antropiche (disturbo, danni non volontari e vandalismo). Problemi derivano anche dagli animali vaganti da affezione (cani e gatti) e dalla predazione naturale.
Nel 2019 sono continuate le tradizionali attività di volontariato del Progetto “SalvaFratino Abruzzo”. Si sono svolte iniziative di sensibilizzazione, educazione ambientale e attività sul campo. Ci sono state giornate di pulizia e di controllo della spiaggia. Sono stati organizzati convegni e giornate di studio anche con esperti nazionali e per la prima volta il 23 marzo a Pineto è stato assegnato il premio “Amici del Fratino” a volontari, operatori balneari, scuole e amministrazioni comunali che si sono particolarmente distinti nella tutela della specie.
Sono state inviate segnalazioni a tutti gli organi competenti ogni volta che si è individuato un nido e per la prima volta sono stati censiti e segnalati alle autorità competenti anche nidi di Corriere piccolo (Charadrius dubius), specie anch’essa protetta.
All’inizio della stagione riproduttiva, dopo la pubblicazione dell’Ordinanza balneare 2019, è stata inviata una comunicazione a tutti i comuni costieri con le buone pratiche da seguire in caso di presenza del Fratino sul territorio comunale.
Nel 2019 si è inoltre rafforzata la collaborazione con la Guardia Costiera: da sempre al fianco degli enti e delle associazioni per la conservazione di questa come delle altre specie presenti lungo i litorali, da quest’anno la Direzione Marittima e gli Uffici Circondariali hanno intensificato la propria azione di controllo intervenendo anche dietro segnalazioni dei volontari.
Fondamentale, come negli anni passati, il lavoro di monitoraggio e controllo dei volontari del WWF e di associazioni e gruppi locali come le Associazioni: Guide del Borsacchio, Gruppo Fratino Vasto, Il Foro di Ortona. Coinvolto in tante iniziative anche il Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino.
La collaborazione tra l’Area Marina Protetta, il WWF e la Guardia Costiera, con l’impegno di tanti volontari, la disponibilità dei balneatori e una crescente attenzione da parte di diversi Comuni (la presenza del Fratino tra l’altro aiuta nel conseguimento della Bandiera blu) rappresentano una speranza per migliorare la situazione.
In chiusura è stato rivolto un appello per la ricerca di nuovi volontari: chi è interessato a ricevere le informazioni sul “Salvafratino Abruzzo” può scrivere a teramo@wwf.it.
SCHEDA
Il Fratino (denominazione scientifica Charadrius alexandrinus; nome comune abruzzese “curri curri”) è un piccolo trampoliere che nidifica sulle spiagge da fine febbraio a fine luglio. I suoi nidi sono fossette scavate nella sabbia dove depone di solito 3 uova fortemente mimetiche covate a turno da entrambi i genitori per circa 28 giorni. I piccoli (pulli) appena nati lasciano il nido e conducono vita autonoma sorvegliati dai genitori sino all’involo: dal momento della schiusa a quello di piena autonomia dei giovani fratini trascorrono circa 40 giorni. La specie è considerata a rischio di estinzione (“Endangered”) nella lista rossa dell’IUCN, l’Unione mondiale per la conservazione della natura ed è inserita nell’Allegato II della Direttiva Uccelli (Direttiva 79/409/CEE) dell’Unione Europa, dove sono elencate le specie a maggior rischio.