Ieri a L’Aquila, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della “Festa della Rinascita” è stata restituita alla città la chiesa di Santa Maria del Suffragio, importante luogo di culto colpito dal terremoto del 2009. È stata una vera e propria gioia festeggiare un momento così bello e atteso da più di nove anni! E tutti ci auguriamo che, anche attraverso questi momenti simbolici, si possa dare impulso alla rinascita del nostro capoluogo di regione.
Il momento centrale di festa è stata contrassegnato dal lancio in aria di centinaia e centinaia di palloncini verdi e neri, i colori della città, liberati dai tanti bambini presenti. E questo ci offre l’occasione per condividere con tutti una piccola riflessione sugli effetti della scelta di festeggiare così questo evento.
È giusto contrassegnare un felice momento di comunità liberando nell’aria palloncini di plastica che, inevitabilmente, nel giro di poche ore, ricadranno a terra? Possibile che nel 2018, dopo tutte le campagne informative sulla necessità di ridurre il consumo di plastica, sui danni che la stessa provoca all’ambiente e alla salute degli animali e dell’uomo, sul suo impatto sugli ecosistemi marini, non si trovi di meglio per celebrare una festa?
Si stima che nel 2015 la produzione mondiale di plastica sia stata di 322 milioni di tonnellate, venti volte maggiore rispetto al 1964. Di queste quantità enormi, solo il 14% viene differenziata e soltanto il 5% effettivamente riciclata (il 7% considerando il PET, il polimero maggiormente utilizzato nella produzione di bottiglie). Attualmente il 40% della produzione globale di plastica è destinato alle discariche e addirittura il 32% non viene neppure raccolto e va disperso nell’ambiente. Ogni anno milioni e milioni di tonnellate di buste, bottiglie, accendini, utensili vari e anche palloncini finiscono a mare: è stato calcolato che di questo passo nel 2050 negli Oceani ci sarà una quantità di plastica superiore alla quantità di pesce!
Questa plastica è praticamente indistruttibile e provoca la morte per soffocamento a pesci e tartarughe marine. Inoltre, dopo anni, finisce per disgregarsi creando dei microframmenti che vengono ingeriti da pesci e molluschi tanto da essere stati ritrovati anche nel pescato che arriva sulle nostre tavole.
Tutto ciò ha un solo responsabile: noi!
Può essere fastidioso dirlo, ma è proprio così. Determinati stili di vita hanno un impatto ambientale sul Pianeta ormai insostenibile. Azioni anche piccole, moltiplicate per gli ormai prossimi 8 miliardi di abitanti del Pianeta, finiscono per essere devastanti.
Ma possiamo/dobbiamo tutti insieme invertire questa tendenza. Iniziando anche dalle piccole cose come scegliere un modo di festeggiare differente dallo spargere centinaia e centinaia di palloncini di plastica sul terreno, sugli alberi, nei fiumi, nel mare…