28.8.11

Applicare subito il risultato del referendum

Il Comitato referendario abruzzese “2 sì per l’acqua bene comune”, aderente al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, è fortemente intenzionato a fare in modo che anche nella nostra regione si dia piena applicazione in tempi rapidi all’esito del referendum del 12 e 13 giugno contro la privatizzazione dell’acqua.
Dalla pubblicazione dell’esito referendario sulla Gazzetta Ufficiale del 18 luglio scorso, i soggetti competenti sono chiamati a dare attuazione a quanto richiesto da circa 28 milioni di italiane ed italiani.
L’ampio movimento di organizzazioni, associazioni, comitati, diocesi, sindacati, enti locali e semplici cittadini nato per difendere l’acqua come bene comune non ha alcuna intenzione di smobilitare ed è deciso a svolgere in pieno il ruolo di “custode” dello straordinario risultato conseguito con i referendum di giugno.
A tal fine, trascorso un mese dalla proclamazione ufficiale dei risultati referendari, il 25 agosto scorso, il Comitato ha inoltrato una lettera al Commissario regionale per la gestione del Servizio idrico, all’Assessore regionale ai Lavori Pubblici ed ai quattro Presidenti di Provincia in qualità di Coordinatori delle 4 Assemblee dei sindaci, affinché procedano all’eliminazione della “remunerazione del capitale investito” dalla tariffa del servizio idrico integrato pagata dagli abruzzesi.
Uno dei due quesiti referendari sull’acqua, infatti, chiedeva alle cittadine ed ai cittadini italiani di pronunciarsi sull’abrogazione di questo inspiegabile aumento della tariffa - aumento mai inferiore al 7%, ma in molti casi di gran lunga maggiore - introdotto al solo scopo di creare un guadagno su un bene di tutti e rendere così “appetibile” la gestione privatistica e mercantile dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali.
E le italiane e gli italiani hanno risposto in maniera plebiscitaria (95,8%) per l’abrogazione della remunerazione del capitale investito, riconoscendo così che sui beni comuni non si deve e non si può fare profitto.
Nella lettera del 25 agosto il Comitato ha chiesto di:
- procedere immediatamente al calcolo per ognuno dei territori degli ex ATO (Ambito Territoriale Ottimale) della quota della tariffa pagata dai cittadini per il servizio idrico imputabile alla “remunerazione del capitale investito”, dando piena pubblicità (attraverso comunicati stampa, pagine web, ecc.) a tale informazione affinché tutti siano ben consapevoli di cosa pagano nelle bollette;
- in attesa della necessaria revisione della Legge regionale n. 9/2011 contenente “Norme in materia di Servizio Idrico Integrato della Regione Abruzzo”, attivare la procedura per l’adeguamento in tutta la regione della tariffa del servizio idrico integrato eliminando la “remunerazione del capitale investito” ed adeguandosi così a quanto chiesto dalla stragrande maggioranza delle italiane e degli italiani con il referendum del 12 e 13 giugno.
Sono richieste chiare e perfettamente in linea con il risultato referendario e con quanto ha riconosciuto la Corte Costituzionale nel momento in cui ha dichiarato ammissibile il referendum con la sentenza n. 26 del 2011.
Al tempo stesso sono richieste alle quali si può dare seguito nel giro di pochi giorni, per cui il Comitato si attende una risposta in tempi molto brevi, preannunciando fin da ora ulteriori azioni in caso di inerzia da parte degli Organismi competenti.
Del resto in tutta Italia il Forum dei Movimenti per l’Acqua è attivo per ottenere il rispetto del risultato referendario e, laddove dovrà essere necessario, per difenderlo.
Proprio in questi giorni il Movimento ha inoltrato un appello al Presidente della Repubblica, in qualità di garante della Costituzione, affinché attraverso la recente manovra economica approvata con Decreto dal Governo non si tenti di far rientrare dalla finestra quello che è stato fatto uscire dalla porta dei referendum.
Il 12 e 13 giugno il voto referendario di ben 28 milioni di cittadine e cittadini italiani di ogni espressione politica ha chiaramente indicato la voglia di partecipazione attiva alle decisioni importanti per il Paese: servizi pubblici locali, beni comuni, energia, giustizia.
Chiara è stata la risposta dei cittadini: NO alla privatizzazione dei servizi pubblici locali d’interesse generale, a partire dalla gestione dell’acqua, ma non solo, NO ai profitti del mercato sui beni comuni essenziali.
Le persone hanno chiaramente indicato alla rappresentanza politica una nuova stagione che metta al centro l’essere umano e i beni comuni e non le agenzie di rating e la speculazione finanziaria.
A questa indicazione tutti, a cominciare dai partiti che siedono in Parlamento, sono tenuti ad attenersi.