Compleanno amaro quello dei parchi: il 6 dicembre di 19 anni fa il Parlamento italiano approvava la Legge Quadro sulle aree naturali protette (394/1991), una norma considerata all’avanguardia nel campo ambientale e nella gestione della aree protette che ha consentito di passare dall’1% del territorio protetto del 1991 ad oltre il 12% di oggi. Montagne, fiumi, vallate, foreste, aree umide, laghi, tratti di litorale e di mare protetti da un sistema di parchi e riserve nazionali, regionali, provinciali e comunali all’interno dei quali è conservata una grande parte della biodiversità italiana e quindi europea per un totale di 3.160.000 ettari di superficie protetta a terra ed oltre 2.800.000 ettari di superficie protetta a mare, con 658 km di costa tutelate.
Ma il destino delle aree protette, a distanza di quasi 20 anni, è ancora incerto dato che l’intero sistema sopravvive a stento e non ha mai visto il riconoscimento di uno ‘status’ di stabilità, condizione indispensabile per poter operare.
“A chiusura del 2010, Anno internazionale della biodiversità e che ha visto finalmente l’Italia dotarsi di una Strategia nazionale sulla biodiversità, si deve rafforzare la positiva esperienza di parchi e riserve e promuovere maggiori investimenti e scelte politiche chiare che consentano realmente alle aree naturali protette di svolgere il loro compito fondamentale di tutela del patrimonio naturale di questo Paese", ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia.
Il sistema delle aree protette non è solo sotto lo ‘scacco’ del taglio finanziamenti, come si è visto nel dibattito di questi ultimi mesi: i parchi sono sempre più ‘ostaggio’ della politica locale che chiede interventi e modalità che non sempre si conciliano con gli interessi prevalenti dello Stato che peraltro in tema della tutela della natura ha competenze esclusive.
Un caso esemplare è quello del Parco Nazionale dello Stelvio, uno dei quattro parchi nazionali storici del nostro Paese a rischio ‘declassamento’ per un patto politico teso ad attenere la non ostilità dei Parlamentari della South Tirolen Von Spartain rispetto alla fiducia sul Governo Berlusconi. In cambio della provincializzazione del Parco dello Stelvio il partito altoatesino ha dichiarato alla stampa locale che non parteciperà al voto di fiducia al Senato, abbassando il quorum richiesto, e si asterrà alla Camera. Un precedente pericolosissimo che evidenzia la tendenza a sacrificare sull’altare della politica la conservazione, la visione d’insieme della gestione, la coerenza e l’omogeneità degli interventi in maniera indipendente su tutto il territorio e in un momento in cui da più parti si chiede di modificare la legge quadro sulle aree protette.
Sul fronte finanziamenti le aree naturali protette sono spesso le prime a subire tagli, non comprendendo come gli investimenti sulla tutela della natura siano altamente redditizi anche dal punto di vista economico considerati i vantaggi in termini di difesa del salute e del territorio e promozione turistica che essi comportano. Una situazione ancora più grave se si inserisce nel quadro generale dei tagli al Ministero dell’Ambiente sul quale la scure imposta dal Ministro Tremonti si è manifestata in modo ben più significativo rispetto ad ogni altro Ministero facendo sì che nel 2011 il bilancio complessivo del Ministero dell’Ambiente fosse di circa un terzo rispetto a quello del 2008. Per il 2011 e per il biennio successivo nella Legge di Stabilità sono stati stanziati 6.868.000 milioni di euro nel 2011 e 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013 per l’attuazione dei programmi; mentre gli stanziamenti per il personale e per il funzionamento delle aree protette si trovano sul Bilancio di previsione 2011 del Ministero dell’ambiente e ammontano a 63.394.000 euro nel 2011 (28.938.000 previsti inizialmente +34.456.000 euro di integrazione introdotta alla Camera), e 63.398.000 euro (28.938.000+35.000.000 euro) per ciascuno degli anni 2012-2013. In questo quadro appare come sempre più debole il ruolo del Ministero dell’Ambiente che subisce la pressione di una politica che non considera l’ambiente né come priorità, né come opportunità di sviluppo. Va comunque apprezzata, in questo contesto, l’azione del Ministro Prestigiacomo che si è finora adoperato per un’attribuzione straordinaria di risorse che compensi per il 2011 il taglio previsto inizialmente per i Parchi.
Eppure le aree protette italiane, quando sono state ben gestite, hanno dimostrato di poter rappresentare anche un efficace strumento per la crescita economica e sociale dei territori: nonostante ciò l’estate scorsa i fondi per i 24 parchi nazionali hanno subito tagli ingenti (dal 40 al 50%) mettendo in serio pericolo la loro stessa sopravvivenza e si spera che il rimedio posto in extremis copra la ‘falla’.
Ma il destino delle aree protette, a distanza di quasi 20 anni, è ancora incerto dato che l’intero sistema sopravvive a stento e non ha mai visto il riconoscimento di uno ‘status’ di stabilità, condizione indispensabile per poter operare.
“A chiusura del 2010, Anno internazionale della biodiversità e che ha visto finalmente l’Italia dotarsi di una Strategia nazionale sulla biodiversità, si deve rafforzare la positiva esperienza di parchi e riserve e promuovere maggiori investimenti e scelte politiche chiare che consentano realmente alle aree naturali protette di svolgere il loro compito fondamentale di tutela del patrimonio naturale di questo Paese", ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia.
Il sistema delle aree protette non è solo sotto lo ‘scacco’ del taglio finanziamenti, come si è visto nel dibattito di questi ultimi mesi: i parchi sono sempre più ‘ostaggio’ della politica locale che chiede interventi e modalità che non sempre si conciliano con gli interessi prevalenti dello Stato che peraltro in tema della tutela della natura ha competenze esclusive.
Un caso esemplare è quello del Parco Nazionale dello Stelvio, uno dei quattro parchi nazionali storici del nostro Paese a rischio ‘declassamento’ per un patto politico teso ad attenere la non ostilità dei Parlamentari della South Tirolen Von Spartain rispetto alla fiducia sul Governo Berlusconi. In cambio della provincializzazione del Parco dello Stelvio il partito altoatesino ha dichiarato alla stampa locale che non parteciperà al voto di fiducia al Senato, abbassando il quorum richiesto, e si asterrà alla Camera. Un precedente pericolosissimo che evidenzia la tendenza a sacrificare sull’altare della politica la conservazione, la visione d’insieme della gestione, la coerenza e l’omogeneità degli interventi in maniera indipendente su tutto il territorio e in un momento in cui da più parti si chiede di modificare la legge quadro sulle aree protette.
Sul fronte finanziamenti le aree naturali protette sono spesso le prime a subire tagli, non comprendendo come gli investimenti sulla tutela della natura siano altamente redditizi anche dal punto di vista economico considerati i vantaggi in termini di difesa del salute e del territorio e promozione turistica che essi comportano. Una situazione ancora più grave se si inserisce nel quadro generale dei tagli al Ministero dell’Ambiente sul quale la scure imposta dal Ministro Tremonti si è manifestata in modo ben più significativo rispetto ad ogni altro Ministero facendo sì che nel 2011 il bilancio complessivo del Ministero dell’Ambiente fosse di circa un terzo rispetto a quello del 2008. Per il 2011 e per il biennio successivo nella Legge di Stabilità sono stati stanziati 6.868.000 milioni di euro nel 2011 e 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013 per l’attuazione dei programmi; mentre gli stanziamenti per il personale e per il funzionamento delle aree protette si trovano sul Bilancio di previsione 2011 del Ministero dell’ambiente e ammontano a 63.394.000 euro nel 2011 (28.938.000 previsti inizialmente +34.456.000 euro di integrazione introdotta alla Camera), e 63.398.000 euro (28.938.000+35.000.000 euro) per ciascuno degli anni 2012-2013. In questo quadro appare come sempre più debole il ruolo del Ministero dell’Ambiente che subisce la pressione di una politica che non considera l’ambiente né come priorità, né come opportunità di sviluppo. Va comunque apprezzata, in questo contesto, l’azione del Ministro Prestigiacomo che si è finora adoperato per un’attribuzione straordinaria di risorse che compensi per il 2011 il taglio previsto inizialmente per i Parchi.
Eppure le aree protette italiane, quando sono state ben gestite, hanno dimostrato di poter rappresentare anche un efficace strumento per la crescita economica e sociale dei territori: nonostante ciò l’estate scorsa i fondi per i 24 parchi nazionali hanno subito tagli ingenti (dal 40 al 50%) mettendo in serio pericolo la loro stessa sopravvivenza e si spera che il rimedio posto in extremis copra la ‘falla’.
Rimane invece drammatica la situazione delle 30 aree marine protette per le quali sarebbero stanziati solo 5,5 milioni di euro a fronte di una necessità che si aggira intorno ai 12 milioni. La situazione non migliora nelle aree protette regionali dove ai tagli fatti dalle Regioni per le politiche di riduzione della spesa si accompagna la riduzione dei trasferimenti statali.
La situazione finanziaria delle aree protette italiane
A seguito anche della denuncia del WWF, che rilevava come nella Legge di Stabilità presentata alla Camera un taglio alle aree protette nazionali nel 2011 rispetto al 2010 del 42% (tra Legge di Stabilità e Bilancio le risorse complessivamente assegnate a questo scopo ammontavano a 35.983.000, mentre nella Legge Finanziaria 2010 lo stanziamento era di 61.820.668 di euro), alla Camera si è corsi ai ripari. Infatti, per il 2011 e per il biennio successivo nella Legge di Stabilità vengono stanziati 6.868.000 milioni di euro nel 2011 e 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013 per l’attuazione dei programmi; mentre gli stanziamenti per il personale e per il funzionamento delle aree protette si trovano sul Bilancio di previsione 2011 del Ministero dell’ambiente e ammontano a 63.394.000 euro nel 2011 (28.938.000 previsti inizialmente +34.456.000 euro di integrazione introdotta alla Camera), e 63.398.000 euro (28.938.000+35.000.000 euro) per ciascuno degli anni 2012-2013.
Il WWF ritiene opportuna la scelta di separare i costi del personale da quelli di gestione, questo consentirà infatti permette di proteggere i contratti in essere con i dipendenti degli Enti Parco, ma va comunque rilevato che le risorse destinate al funzionamento delle aree protette sono insufficienti per l’espletamento delle funzioni di legge. Elogiabile il fatto che il Ministro Prestigiacomo si sia adoperato per un’attribuzione straordinaria di risorse che compensi per il 2011 il taglio previsto inizialmente per i Parchi, ma quello che serve è una revisione normativa che intervenga in modo strutturale cancellando il taglio previsto per legge attraverso l’equiparazione degli Enti Parco ad un qualsiasi altro Ente controllato da un qualunque Ministero.
Per quanto riguarda le Aree Marine Protette in Tabella C nei capitoli 1644 e 1646, nell'ambito dei 21.290.000 euro complessivi destinati alla difesa mare (ex legge 979/1982) c'è una quota parte di 5 milioni e 489 mila euro: visto che per garantire il funzionamento di queste aree ci sarebbe bisogno in media di 400 mila euro per ognuna, manca oltre la metà delle risorse.
Quindi, tra quanto previsto in Tabella C della Legge di Stabilità, attorno ai 7 milioni, e quanto stabilito in Tabella 9 (Bilancio del Ministero dell’ambiente), oltre i 63 milioni, siamo a più di 70 milioni di euro l’anno per il triennio 2011-2013.
La legge quadro sulle aree protette
La Legge 394/1991 è stata nel campo ambientale e della gestione della aree protette una delle più innovative al mondo. In Italia ha consentito di passare dall’1% del territorio protetto del 1991 ad oltre il 12% di oggi. 871 aree protette sono state censite nell’ultimo elenco ufficiale del maggio 2010 (ma si calcola che ce ne siano oltre 300 non censite): oltre 3.160.000 ettari di superficie protetta a terra ed oltre 2.800.000 ettari di superficie protetta a mare, con 658 km di costa tutelate. Montagne, fiumi, vallate, foreste, aree umide, laghi, tratti di litorale e di mare sono oggi protetti da un sistema di parchi e riserve nazionali, regionali, provinciali e comunali all’interno dei quali è conservata una grande parte della biodiversità italiana e quindi europea.
In Italia, secondo il sesto elenco ufficiale delle aree naturali protette, pubblicato con il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 27 aprile 2010, ci sono:
A seguito anche della denuncia del WWF, che rilevava come nella Legge di Stabilità presentata alla Camera un taglio alle aree protette nazionali nel 2011 rispetto al 2010 del 42% (tra Legge di Stabilità e Bilancio le risorse complessivamente assegnate a questo scopo ammontavano a 35.983.000, mentre nella Legge Finanziaria 2010 lo stanziamento era di 61.820.668 di euro), alla Camera si è corsi ai ripari. Infatti, per il 2011 e per il biennio successivo nella Legge di Stabilità vengono stanziati 6.868.000 milioni di euro nel 2011 e 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013 per l’attuazione dei programmi; mentre gli stanziamenti per il personale e per il funzionamento delle aree protette si trovano sul Bilancio di previsione 2011 del Ministero dell’ambiente e ammontano a 63.394.000 euro nel 2011 (28.938.000 previsti inizialmente +34.456.000 euro di integrazione introdotta alla Camera), e 63.398.000 euro (28.938.000+35.000.000 euro) per ciascuno degli anni 2012-2013.
Il WWF ritiene opportuna la scelta di separare i costi del personale da quelli di gestione, questo consentirà infatti permette di proteggere i contratti in essere con i dipendenti degli Enti Parco, ma va comunque rilevato che le risorse destinate al funzionamento delle aree protette sono insufficienti per l’espletamento delle funzioni di legge. Elogiabile il fatto che il Ministro Prestigiacomo si sia adoperato per un’attribuzione straordinaria di risorse che compensi per il 2011 il taglio previsto inizialmente per i Parchi, ma quello che serve è una revisione normativa che intervenga in modo strutturale cancellando il taglio previsto per legge attraverso l’equiparazione degli Enti Parco ad un qualsiasi altro Ente controllato da un qualunque Ministero.
Per quanto riguarda le Aree Marine Protette in Tabella C nei capitoli 1644 e 1646, nell'ambito dei 21.290.000 euro complessivi destinati alla difesa mare (ex legge 979/1982) c'è una quota parte di 5 milioni e 489 mila euro: visto che per garantire il funzionamento di queste aree ci sarebbe bisogno in media di 400 mila euro per ognuna, manca oltre la metà delle risorse.
Quindi, tra quanto previsto in Tabella C della Legge di Stabilità, attorno ai 7 milioni, e quanto stabilito in Tabella 9 (Bilancio del Ministero dell’ambiente), oltre i 63 milioni, siamo a più di 70 milioni di euro l’anno per il triennio 2011-2013.
La legge quadro sulle aree protette
La Legge 394/1991 è stata nel campo ambientale e della gestione della aree protette una delle più innovative al mondo. In Italia ha consentito di passare dall’1% del territorio protetto del 1991 ad oltre il 12% di oggi. 871 aree protette sono state censite nell’ultimo elenco ufficiale del maggio 2010 (ma si calcola che ce ne siano oltre 300 non censite): oltre 3.160.000 ettari di superficie protetta a terra ed oltre 2.800.000 ettari di superficie protetta a mare, con 658 km di costa tutelate. Montagne, fiumi, vallate, foreste, aree umide, laghi, tratti di litorale e di mare sono oggi protetti da un sistema di parchi e riserve nazionali, regionali, provinciali e comunali all’interno dei quali è conservata una grande parte della biodiversità italiana e quindi europea.
In Italia, secondo il sesto elenco ufficiale delle aree naturali protette, pubblicato con il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 27 aprile 2010, ci sono:
24 parchi naturali nazionali,
27 aree marine protette,
147 riserve statali,
3 altre aree protette nazionali (a mare),
134 parchi naturali regionali,
365 riserve naturali regionali,
171 altre aree protette regionali.