28.8.10

Torrente Vibrata: corso d'acqua in abbandono e danni economici oltre che ambientali

Questa mattina a Teramo, il WWF ha illustrato i contenuti di un dossier inviato a magistratura ed enti sulla situazione del torrente Vibrata.
Il documento è ricco di dati tratti da pubblicazioni scientifiche che dimostrano in maniera incontrovertibile come l’inquinamento da scarichi fognari non trattati sia una delle cause più frequenti delle enteriti virali, anche da rotavirus.
Al contrario di quanto dichiarato alla stampa da autorevoli rappresentanti di Amministrazioni pubbliche, questi studi, pubblicati sulle migliori riviste scientifiche di microbiologia ed epidemiologia, rilevano come l’inquinamento delle acque da scarichi non trattati sia una delle cause più frequenti degli episodi epidemici in quanto i rotavirus si associano alle forme di contaminazione fecale delle acque.
Ad esempio, nel lavoro Human enteric viruses in the water environment: a minireview, del Dr. Albert Bosch, Dipartimento di Microbiologia dell'Università di Barcellona, pubblicato sulla prestigiosa rivista International Microbiology si può leggere: “I virus enterici umani entrano nell’ambiente acquatico attraverso lo scarico di acque di scolo contaminate”. E ancora: “Il tipo di trattamento determinerà la concentrazione di patogeni e il relativo rischio associato allo smaltimento. I virus sono presenti in numeri elevati nelle acque di scarico non trattate e i trattamenti correnti falliscono nell'assicurare la completa rimozione dei patogeni virali; di conseguenza i virus diventano inquinanti ambientali”. Sempre questo studio rileva come l’80% dei casi di epidemie associate a patogeni dell’acqua sia legato a deficienze nel sistema di trattamento delle acque.
Oltre a queste pubblicazioni, il WWF segnala il documento dell’Istituto Superiore di Sanità “Virus nell'acqua e le malattie idrotrasmesse" in cui si può leggere: “Si definiscono malattie virali idrotrasmesse tutte quelle patologie infettive dell’uomo e degli animali associate all’uso diretto o indiretto dell’acqua. I virus enterici sono sempre stati la causa principale di malattie infettive associate al consumo di acqua contaminata da materiale fecale. Le epidemie di origine idrica, o tecnicamente waterborne diseases, sono sicuramente sottostimate per la mancanza di adeguati programmi di sorveglianza epidemiologica. I virus enterici responsabili di epidemie di gastroenteriti di origine idrica sono: enterovirus, norovirus, adenovirus, virus dell’epatite E e dell’epatite A, rotavirus. I virus enterici sono responsabili di un vasto spettro di patologie, tra cui le più note sono le paralisi flaccidi permanenti o transitorie, gastroenteriti, meningiti asettiche, encefaliti, miocarditi e pericarditi”. Più avanti si può leggere: “L'epidemiologia di patogeni responsabili di malattie waterborne è complessa e la potabilizzazione dell'acqua da bere e un adeguato trattamento dei liquami grezzi, sono gli unici mezzi per il controllo e prevenzione di malattie derivanti dalla contaminazione virologica dell'acqua.”
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, proprio nel documento sulla gestione delle acque di balneazione (Application of guidelines and management options for safe recreational water use), nel capitolo capitolo 4 (Faecal pollution and water quality) ricorda come i rotavirus presenti in scarichi non trattati siano associati a gastroenteriti.
Per queste ragioni il WWF chiede di sapere se sono stati effettivamente monitorati i rotavirus nelle acque del Vibrata e nel mare attorno alla foce durante il fenomeno di inquinamento e durante l'epidemia, se siano state indagate altre possibili fonti di contaminazione e se l’azione di prevenzione dei rischi sanitari sia stata adeguata anche rispetto alle linee guida dell’OMS sopra citate.
Il dossier del WWF si sofferma su altri due punti chiave per la gestione del Vibrata e delle strutture connesse alla depurazione delle acque: investimenti nel Servizio Idrico Integrato e pianificazione nella politica di gestione delle acque.
Ha dichiarato Pino Furia, responsabile del WWF di Teramo: “Per quanto riguarda gli investimenti, il WWF ricorda come una quota parte della tariffa dell’acqua che pagano tutti i cittadini deve essere obbligatoriamente accantonata per gli investimenti. Dai dati della stessa regione Abruzzo emergono enormi scostamenti tra investimenti programmati dagli Ambiti Territoriali Ottimali e interventi realmente realizzati, dell’ordine di decine di milioni di euro per il solo ATO Teramano (per la precisione 35,2 milioni di euro solo negli anni 2002-2006). Quali sono le cause connesse ai minori investimenti? Quanto denaro è stato effettivamente accantonato dalle tariffe riscosse dalla società di gestione e come è stato speso?”.
Per quanto riguarda la pianificazione e le politiche di gestione, i dati relativi alla situazione della qualità delle acque del Fiume Vibrata dimostrano come questo corso d'acqua sia tra i più inquinati della regione, almeno dal 2004.
La Direttiva 2000/60/CE sulla tutela delle acque aveva individuato il 2008 quale anno limite per il raggiungimento dello stato di qualità delle acque fluviali nella categoria “sufficiente” per tutti i fiumi (e la categoria “buono” entro il 2015).
La Regione Abruzzo ha adottato il Piano di Tutela delle Acque solo poche settimane or sono, con anni di ritardo rispetto a quanto fissato dalla legge. In realtà, anche in relazione agli obiettivi comunitari, questo stato di forte criticità del Vibrata avrebbe richiesto un'azione non solo ordinaria, ma anche straordinaria, come, ad esempio, il rilascio di maggiori quantitativi di acqua nel fiume rispetto alle captazioni assentite, visto che gli Enti concessionari possono per motivate ragioni ambientali e sanitarie, modificare gli atti concessori. Si ricorda che l'ARTA aveva individuato tra le cause dei problemi proprio la scarsità di acqua nel fiume a causa delle captazioni. Per l’OMS la presenza di scarichi non trattati associata a elevata concentrazione umana e alla scarsità di portata corrisponde alla situazione di maggiore rischio a livello sanitario. Alla magistratura e agli enti il WWF ha chiesto quindi di valutare se questa situazione relativa all'adozione di investimenti e provvedimenti volti alla tutela delle acque previsti dalla legge possa aver in qualche modo influenzato gli avvenimenti di questi giorni, anche in ragione della conclamata esistenza di situazioni di potenziale pericolo per la salute della popolazione testimoniati dai dati dell'ARTA.
Per Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo, “bisogna lavorare per individuare responsabilità e punti di criticità. Il WWF ha inviato il dossier alla magistratura, agli inquirenti e a tutti gli enti pubblici a vario titolo interessati. Ovviamente ci costituiremo parte civile in caso di processo. In ogni caso riteniamo ancora più grave il fatto che gli innumerevoli allarmi che abbiamo lanciato in questi anni proprio sulla situazione del Vibrata siano caduti nel vuoto. In questi mesi, nel silenzio di amministratori che solo ora stanno prendendo posizione a vario titolo su questa vicenda, abbiamo dovuto contrastare il tentativo dell’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione di varare un Piano di Tutela delle Acque del tutto inaccettabile perché permetteva deroghe su deroghe, anche per il Vibrata, proprio sugli obiettivi comunitari di qualità e, addirittura, sul deflusso minimo vitale dei fiumi. Un piano che non ha visto una discussione ampia nella società abruzzese e per il quale non è stata garantita la partecipazione dal basso attraverso la Valutazione Ambientale Strategica. Ora attendiamo di verificare quanto ha deciso la Giunta Regionale che ha comunque inteso adottare il Piano di Tutela delle Acque poche settimane fa. Appena sarà pubblicata sul sito della Regione la versione adottata – ora vi è ancora quella in bozza - scopriremo se le nostre proposte sono state recepite oppure se dovremo constatare, contemplando il disastro del Vibrata, che il futuro dei fiumi non sta a cuore ai nostri amministratori. Una situazione che, dopo quanto accaduto, rischia di essere surreale e per questo faccio un appello a tutti gli amministratori, ai balneatori, agli operatori turistici, ai pescatori di leggere attentamente il Piano di Tutela delle acque adottato, di informarsi e, nel caso sia insoddisfacente, di presentare con noi osservazioni alla regione per ottenere, durante l'iter di definitiva approvazione, un piano rigoroso nelle norme e negli obiettivi. E' lì che bisogna guardare per evitare che nel futuro si ripetano situazioni simili”.