2.8.10

A pagare è sempre l'ambiente

Una manovra correttiva, quella approvata definitivamente con il voto di fiducia dalla Camera dei deputati, iniqua anche dal punto di vista ambientale che tenta di rendere impotenti le amministrazioni preposte alla tutela dell’ambiente e del paesaggio e fornisce una serie di strumenti alle cricche ed ai furbetti che vogliono depredare il territorio e contribuire ad imbruttire ancora di più il nostro Bel Paese.
Sono almeno 6 i grimaldelli per i ladri di territorio segnalati dal WWF:
1) i tagli ai parchi;
2) l’accatastamento delle case fantasma, che rischia di aprire la porta al terzo condono edilizio;
3) le conferenze di servizi con il silenzio-assenso mascherato anche per la pronuncia delle autorità ambientali;
4) la messa all’angolo dei soprintendenti sulle autorizzazioni paesaggistiche;
5) la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA);
6) le Zone a burocrazia zero nel Mezzogiorno che, azzerando i controlli, rischiano di amplificare i meccanismi, già esistenti, di anarchia territoriale.
Messi insieme fanno sì che con l’effetto-manovra l’Italia diventi un Paese non solo meno ricco dal punto di vista economico-finanziario, ma anche dal punto di vista ambientale.
Nello specifico, gli atti “contro natura” contenuti nel decreto legge 78/2010 prevedono:
Tagli ai parchi. Ammonta a circa 54 milioni di euro il finanziamento destinato prima della manovra ai 23 parchi nazionali e alle 13 riserve naturali dello Stato. Con il dimezzamento dei finanziamenti per gli enti vigilati dallo Stato gli enti parco non potranno presidiare più il territorio tutelato e garantire l’integrità a difesa della biodiversità dagli attentati degli speculatori e dei bracconieri. Il WWF Italia chiede nel primo provvedimento utile di reintegrare il finanziamento previsto per il 2010, come auspicato e richiesto dallo stesso Ministro Prestigiacomo.
Case fantasma. Sono 2.868.000, secondo l’ultimo censimento dell’Agenzia del Territorio le unità immobiliari non accatastate e solo meno del 10% sarebbero in regola dal punto di vista urbanistico. Il Governo non spiega cosa succederà a coloro che a fine anno, avendo compiuto un abuso sostanziale in violazione delle nome urbanistiche, accederanno, autodenunciandosi, alla sanatoria fiscale. Il meccanismo innescato dal Governo rischia di costringere l’autorità pubblica a concedere l’ennesimo condono edilizio annunciato. Il WWF chiede di chiarire che gli abusi non sono tollerati e che questi vengano abbattuti.
La museruola alla tutela. Se le amministrazioni preposte alla tutela dell’ambiente, della pubblica incolumità e della salute non rendono il proprio parere esplicito nei tempi ristretti delle conferenze dei servizi, tale silenzio sarà interpretato come tacito consenso ed i Soprintendenti, già impotenti da anni per i tagli del personale, dovranno fornire l’autorizzazione paesistica a comando. Per il WWF erano più che sufficienti le norme di semplificazione vigenti (legge n. 241/1990), a fronte delle necessità ineludibile di controllo e vigilanza sul territorio per tutelare adeguatamente i diritti alla salute e all’ambiente garantiti dalla Costituzione.
Mano libera sul territorio. Il passaggio dalla DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) alla SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) consente al cittadino, eliminando anche il filtro della validazione di un professionista, di procedere in totale autonomia eludendo qualsiasi autorizzazione pubblica e, quindi, ogni controllo preventivo. Diventa quindi illusorio, visto lo stato dei controlli in Italia, verificare ex-post cosa sia realmente avvenuto (anche se sulla carta si escludono le aree vincolate). Ciò è valido anche per le Zone a burocrazia zero situate, tra l’altro, in un’area a rischio come il Mezzogiorno. Per questo il WWF ha sostenuto e sostiene che era più che sufficiente la DIA.