Non c’è pace per il Comune di Pineto, impegnato in questi giorni a difendere il proprio territorio dagli attacchi all’ambiente che arrivano da più parti.
Non bastassero le vicende legate alla PetrolCeltic, il colosso irlandese che vuole realizzare una piattaforma per l’estrazione di idrocarburi al largo delle coste, e all’Eni Spa, altro gigante energetico che vuole installare un pozzo petrolifero ai confini tra la popolosa frazione pinetese di Mutignano e il Comune di Atri, l’Amministrazione comunale deve ora difendersi dalla proposta avanzata da un privato di realizzare un termovalorizzatore.
Negli uffici del Comune è stato depositato il progetto della Said Sas per la costruzione di un termovalorizzatore che sarà in grado di produrre 3 Megawatt di energia elettrica da rivendere poi al gestore principale di distribuzione sul territorio di energia.
Secondo il progetto, che è stato presentato ufficialmente alla Regione, l’impianto sorgerebbe nella zona di Torre San Rocco, a confine con l’area industriale di Scerne di Pineto, a poche centinaia di metri da un’area di servizio e dai pozzi del Vomano che vengono utilizzati all’occorrenza per la distribuzione di acqua potabile.
L’impianto verrebbe alimentato principalmente utilizzando vecchi pneumatici. Ma, dal comune di Pineto fanno sapere che dal progetto risulterebbe che la struttura possa funzionare anche bruciando rifiuti non biodegradabili, carta e cartone, plastica, imballaggi vari, materiale di risulta in genere. La combustione di tutto ciò assicurerebbe la produzione di energia.
“Non permetteremo mai che un simile mostro”, sostiene l’assessore all’ambiente Nerina Alonzo, “possa sorgere nel nostro territorio. Stiamo portando avanti delle battaglie ambientali, abbiamo un’area marina protetta, ci stiamo impegnando al massimo per rendere questa città a misura d’uomo e sempre più vivibile. L’idea di un termovalorizzatore significherebbe la fine di Pineto, mettere a rischio una popolazione. Non dimentichiamoci che certi materiali producono diossina che va poi a depositarsi sui vegetali, nei campi circostanti. Potranno magari adottare tutti i sistemi di sicurezza, ma la certezza che non possa mai accadere un disastro ambientale non ce la dà nessuno”.
Non bastassero le vicende legate alla PetrolCeltic, il colosso irlandese che vuole realizzare una piattaforma per l’estrazione di idrocarburi al largo delle coste, e all’Eni Spa, altro gigante energetico che vuole installare un pozzo petrolifero ai confini tra la popolosa frazione pinetese di Mutignano e il Comune di Atri, l’Amministrazione comunale deve ora difendersi dalla proposta avanzata da un privato di realizzare un termovalorizzatore.
Negli uffici del Comune è stato depositato il progetto della Said Sas per la costruzione di un termovalorizzatore che sarà in grado di produrre 3 Megawatt di energia elettrica da rivendere poi al gestore principale di distribuzione sul territorio di energia.
Secondo il progetto, che è stato presentato ufficialmente alla Regione, l’impianto sorgerebbe nella zona di Torre San Rocco, a confine con l’area industriale di Scerne di Pineto, a poche centinaia di metri da un’area di servizio e dai pozzi del Vomano che vengono utilizzati all’occorrenza per la distribuzione di acqua potabile.
L’impianto verrebbe alimentato principalmente utilizzando vecchi pneumatici. Ma, dal comune di Pineto fanno sapere che dal progetto risulterebbe che la struttura possa funzionare anche bruciando rifiuti non biodegradabili, carta e cartone, plastica, imballaggi vari, materiale di risulta in genere. La combustione di tutto ciò assicurerebbe la produzione di energia.
“Non permetteremo mai che un simile mostro”, sostiene l’assessore all’ambiente Nerina Alonzo, “possa sorgere nel nostro territorio. Stiamo portando avanti delle battaglie ambientali, abbiamo un’area marina protetta, ci stiamo impegnando al massimo per rendere questa città a misura d’uomo e sempre più vivibile. L’idea di un termovalorizzatore significherebbe la fine di Pineto, mettere a rischio una popolazione. Non dimentichiamoci che certi materiali producono diossina che va poi a depositarsi sui vegetali, nei campi circostanti. Potranno magari adottare tutti i sistemi di sicurezza, ma la certezza che non possa mai accadere un disastro ambientale non ce la dà nessuno”.
Il sindaco Luciano Monticelli ha immediatamente allertato i tecnici del comune e gli amministratori, chiedendo inoltre un immediato vertice con i responsabili di settore della Regione. “So perfettamente che la competenza è della Regione”, ha spiegato Monticelli, “ma chiediamo sin d’ora la convocazione di una conferenza dei servizi, di un tavolo di confronto per far valere la nostra posizione. Posso assicurare i cittadini che un simile progetto non passerà mai nella nostra città. Non saremo noi quelli che faranno morire Pineto per mano di un termovalorizzatore”.