21.12.08

Centro Oli di Ortona: chiuse le urne, il Consiglio dei Ministri impugna la legge regionale che lo bloccava

Il Consiglio dei Ministri del 18 dicembre scorso ha impugnato la Legge della Regione Abruzzo “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 marzo 2008, n. 2 “Provvedimenti urgenti a tutela della Costa Teatina” che fermava il Centro Oli ad Ortona e nuove trivellazioni.
Il Governo Berlusconi aveva approvato in estate un documento di indirizzo che individua la Basilicata e l’Abruzzo come Regioni petrolifere. Successivamente, in Parlamento, il Governo ha confermato questa strategia.
Nella recentissima campagna elettorale, invece, lo stesso Berlusconi ha promesso che saranno gli abruzzesi a decidere sul futuro della regione, dicendosi, tra l’altro, contrario al Centro Oli ad Ortona.
Tra queste due posizioni, che appaiono agli antipodi, la decisione di impugnare la legge regionale per la tutela della costa teatina (ma più in generale per bloccare la deriva petrolifera in tutto l’Abruzzo) sembra confermare l’orientamento originario del Governo.
Il WWF ha subito richiesto al nuovo Presidente della Regione, Gianni Chiodi, di chiarire con atti concreti come stanno le cose, dando un forte e preciso segnale al Governo nazionale sulle scelte che riguardano l'Abruzzo.
Il nuovo Consiglio regionale come primo atto deve rinnovare il blocco alla raffineria dell’ENI e all’invasione di pozzi e trivelle sia sulla costa che sulla terraferma: Chiodi deve impegnarsi concretamente per trattare la vicenda con il Governo, ricordando al Presidente del Consiglio la promessa fatta in campagna elettorale, evitando così che l’Abruzzo paghi per decenni una scelta devastante per l’ambiente e la sua economia.
Tirato in ballo, il neopresidente Gianni Chiodi ha ribadito il “no” al Centro Oli del nuovo Governo regionale, spiegando che l’intervento del Consiglio dei Ministri sarebbe stato reso indispensabile dalle insanabili illegittimità portate dalla Legge regionale. “In particolare”, ha dichiarato Chiodi, “al momento dell’approvazione della legge, il Consiglio regionale – a seguito delle note vicende giudiziarie – poteva deliberare esclusivamente provvedimenti urgenti ed indifferibili. Inoltre la Legge regionale presentava ulteriori gravi illegittimità tecniche che rendevano inevitabile la censura del Governo”.
Sarà effettivamente così? Il WWF non dubita certo delle parole del neopresidente, però si pone qualche domanda. Perché si è aspettata la fine della campagna elettorale per impugnare una legge che risale a diversi mesi? Perché il Governo non ha impugnato la legge immediatamente, come ha fatto, ad esempio, con la legge sulla stabilizzazione dei portaborse regionali? Perché a parole ci si dichiara contrari ad un intervento, ma con gli atti concreti se ne persegue la realizzazione?