31.12.21

A capodanno, niente botti!


Festeggiamo l'arrivo del 2022 senza spari e fuochi, i nostri amici animali ci ringrazieranno
Come ogni anno il WWF lancia un accorato appello per evitare l’uso dei fuochi pirotecnici la notte di San Silvestro, per privilegiare la sicurezza e dare un chiaro segnale di attenzione verso la Natura.
Sebbene siano conosciuti i rischi e i danni ambientali causati dai fuochi pirotecnici e il forte disturbo agli animali, c’è il rischio che la notte di San Silvestro si ripeta l’utilizzo di botti di Capodanno a cui seguirà, purtroppo il consueto bollettino di guerra, tra incidenti e feriti.
Ogni anno sono sempre di più le città d’Italia che cercano di contrastare i botti di Capodanno con apposite ordinanze che ne vietano l’uso, anche se poi i controlli siano estremamente difficili.
“La nostra presenza sul Pianeta è già abbastanza invasiva, evitiamo l’accensione ed i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici che, oltre a traumatizzare e spesso provocare il ferimento o la morte di molti animali selvatici e domestici, avvelenano ancor di più l’aria delle nostre città con ulteriori sostanze chimiche” è l’appello di Fulco Pratesi, Presidente onorario WWF Italia.
I fuochi artificiali sono poi causa di un grave inquinamento, non solo acustico, ma anche atmosferico, a causa delle emissioni di particolato fine e composti altamente pericolosi, tra cui metalli pesanti e perclorato d’ammonio. A seconda della composizione delle polveri, possono essere emessi metalli pesanti ed elementi pericolosi quali antimonio, bario, arsenico e altri con valori non trascurabili. La notte di Capodanno si registra un inquinamento dell’aria, con particolare riferimento alle polveri sottili, superiore alle peggiori giornate di traffico veicolare. Il danno è amplificato dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è “bersagliato” da esplosioni pirotecniche. Infine, va considerata l’enorme quantità di rifiuti generati dai fuochi, soprattutto per quelli detonati in mare. L’alluminio, a contatto con l’acqua salata del mare, può modificarsi e rilasciare sostanze nocive. Per non parlare della plastica e dei suoi frammenti che, sia a terra sia a mare, costituisce un vero pericolo per la biodiversità.
Si stima che ogni anno in Italia almeno 5.000 animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, anche rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento e fuggono istintivamente rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità. Altri abbandonano il loro dormitorio invernale (alberi, siepi o tetti), vagano al buio alla cieca e non trovando altro rifugio muoiono per il freddo a causa dell’improvviso dispendio energetico a cui sono costretti in una stagione caratterizzata dalla scarsità di cibo che ne riduce l’autonomia. Lo scorso anno destò indignazione la moria di centinaia di storni a Roma.
Nei gatti, e soprattutto nei cani, il botto crea stress e spavento, fino a indurli a fuggire dal rumore insopportabile. Ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sensibile di quella umana. Negli animali d’allevamento come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare addirittura l’aborto da trauma da spavento.
Non utilizzare i botti sarà anche un segno di civiltà e sensibilità nei confronti di tutti gli operatori, come i Vigili del Fuoco, che ogni fine anno devono intervenire per soccorrere animali rifugiatisi ovunque e per gravi incidenti alle persone – e per i tanti medici e infermieri impegnati negli ospedali per l’emergenza Covid.