Il parere, di cui la Regione dovrà tenere conto, vieta in tutto l’Abruzzo la caccia a Moriglione e Pavoncella (come peraltro chiesto da tempo dal Ministero dell’Ambiente); sono stati inoltre limitati i territori di caccia per 6 specie (Canapiglia, Codone, Frullino, Mestolone, Tordo sassello e Tortora selvatica) che non potranno essere cacciate nei SIC e nelle ZPS, e sono stati inserite altre prescrizioni limitative anche per tutelare l’Orso Bruno Marsicano.
La Regione aveva presentato un calendario con indicazioni contrastanti, subordinate a un futuro pronunciamento del TAR. Bene hanno fatto sia l’ISPRA che il Comitato VIA regionale a esprimersi solo sulle parti certe, confermando così la chiusura della caccia all’allodola e alla coturnice e consentendo la caccia ai soli residenti nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo.
In pratica sono state accolte le obiezioni presentate dal WWF sia attraverso un ricorso al TAR (che, ricordiamo, ha bloccato la caccia almeno fino al 25 settembre), sia attraverso le osservazioni al calendario fatte in sede di Valutazione di Incidenza Ambientale.
“Quest’anno il calendario venatorio regionale sta raccogliendo solo censure”, dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo. “Si conferma la situazione di confusione che regna nella gestione regionale di questo settore. La volontà di accogliere le richieste delle frange più estremiste dei cacciatori, rappresentate dalle associazioni venatorie, ha portato a questa situazione. Ad oggi la caccia è sospesa fino ad un nuovo pronunciamento del TAR. Da un lato invitiamo la Regione a non continuare con assurdi tentativi di superare il dettato normativo rimediando solo brutte figure, dall’altro ribadiamo invece la nostra disponibilità a confrontarci nel merito per giungere a una gestione rispettosa della legge. Come WWF siamo contrari alla caccia, ma essendoci in Italia una legge che la consente, pretendiamo che questa legge sia rispettata e correttamente applicata nell’interesse di tutti i cittadini e non di una piccola minoranza”.