Quattordici sono state le sconfitte giudiziarie nel quinquennio della Giunta Chiodi-Febbo in materia di caccia, un record per l’Italia, un numero talmente elevato che fa capire a qualunque cittadino in quale modo finora l’ambiente e la fauna selvatica siano stati gestiti dalla politica regionale. Un disastro nella pianificazione faunistico-venatoria che ha prodotto diversi richiami dei giudici amministrativi a seguito delle istanze del WWF e di altre associazioni ricorrenti.Il WWF si sarebbe atteso dal nuovo governo regionale un cambio di passo deciso, per convinzioni ma anche semplicemente per un atteggiamento meno testardo e più ragionevole, nel rispetto di quanto disposto dalla magistratura in questi anni.
Dichiara
Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: “L’ufficio Caccia della
Regione ha da pochi giorni presentato una proposta di calendario venatorio che
rappresenta purtroppo una totale e inaccettabile continuità con il passato: si
tratta in pratica dello stesso testo dello scorso anno. Chiediamo all’assessore
Dino Pepe un deciso cambio di passo rispetto al suo predecessore e scelte
coraggiose per il nuovo calendario venatorio. Un cambiamento che, ne sono
certo, sarebbe apprezzato anche da quella parte del mondo venatorio che è
sensibile ai temi ambientali e che non interpreta la caccia come un malsano
massacro senza regole”.
Il
coordinatore delle Guardie ambientali e del “gruppo caccia” del WWF Abruzzo,
Claudio Allegrino, scende nel dettaglio per denunciare alcune delle maggiori
criticità del calendario proposto: “Tra le diverse questioni che non possono
essere accettate dal WWF segnalo, ad esempio, la pre-apertura della caccia ad
alcune specie già dai primi di settembre
e il posticipo della chiusura al mese di febbraio, periodi in cui molte
specie sono ancora i fase di nidificazione (settembre) o all’inizio della
migrazione prenuziale (febbraio). È intollerabile
estendere i periodi di caccia anche in
considerazione delle gravi lacune pianificatorie dell’Ufficio Caccia regionale.
L’Abruzzo continua a basarsi su un Piano Faunistico Venatorio Regionale scaduto
da diversi anni e ormai superato. È inoltre inaccettabile l’estensione del periodo di caccia a
diverse specie, provvedimento per il quale già l’anno scorso l’ISPRA
(l’istituto che per legge deve fornire supporti tecnico-scientifici sui
calendari venatori regionali) ha espresso parere sfavorevole in quanto, per
diverse specie, i periodi e le modalità di prelievo riportati nel calendario
venatorio abruzzese risultavano essere più estesi rispetto a quelli ammessi”.
Aggiunge
Mirko Di Marzio, rappresentante WWF nella Consulta regionale della caccia: “È
da sottolineare negativamente la mancata
tutela delle aree in cui vi è la presenza dei pochi esemplari di orso bruno marsicano rimasti: il T.A.R. Abruzzo, con una sentenza del
2013, ha evidenziato che la Regione
Abruzzo ha mancato di proteggerlo, evitando di normare in maniera più
stringente l’attività venatoria nelle aree di maggiore presenza della specie”.
“Di
fronte a una situazione di emergenza come quella che sta vivendo l’orso bruno
marsicano, specie simbolo dell’Abruzzo, nota e seguita in tutto il mondo, è del
tutto indispensabile – conclude il presidente Luciano Di Tizio - prevedere una
protezione della specie nell’intero areale di distribuzione individuato
nell’accordo PATOM, che si ricorda è stato sottoscritto dalla stessa Regione
Abruzzo insieme al Ministero per la tutela dell’ Ambiente e altri Enti ,
limitando in tali spazi la presenza dell’attività venatoria a periodi e
modalità compatibili con la tutela del plantigrado. Il nostro auspicio è che
l’assessore Pepe e lo stesso presidente D’Alfonso vogliano rimarcare subito la
distanza con le scelte sbagliate dei loro predecessori e chiedano agli uffici,
organi esecutori e non di scelta politica, una profonda e immediata revisione
della proposta di calendario venatorio attualmente disponibile nel sito della
Regione. Vorremmo non essere più costretti ad adire le vie legali per avviare
invece finalmente un percorso di confronto e collaborazione nell’interesse
della fauna, del mondo agricolo e degli abruzzesi”.
A beneficio in particolare dell’assessore Dino Pepe si riporta qui di seguito
l’elenco cronologico delle 14 sconfitte giudiziarie in tema venatorio
collezionate dalla Regione durante la a nostro avviso pessima gestione del suo
predecessore.
CRONISTORIA DELLE SCONFITTE
GIUDIZIARIE IN MATERIA VENATORIA DELLA GIUNTA CHIODI E DELL’ASSESSORE FEBBO
SETTEMBRE
2009 - Il TAR Abruzzo con ordinanza depositata il 03 settembre 2009
accoglie pienamente il ricorso del’ Associazione WWF ricorrente avverso il
calendario venatorio 2009/2010 annullando le scelte della Giunta Regionale
sulla preapertura alla Quaglia e sul posticipo della caccia alla Beccaccia.
OTTOBRE
2009 - Il TAR Abruzzo con ordinanza del 14 ottobre 2009 accoglie il ricorso
delle associazioni Animalisti Italiani e della LAC avverso il Calendario
venatorio regionale 2009/2010. Il TAR ha “Considerato
che pare fondata la censura di difetto
di motivazione della DGR impugnata, nella parte in cui quest’ultima non
ha dato adeguata contezza delle ragioni di dissenso rispetto alle concludenze
consultive dell’ISPRA“.
DICEMBRE
2010 - Con ordinanza del 02 dicembre 2010 il TAR Abruzzo boccia la Regione
Abruzzo a seguito del ricorso presentato dagli ambiti territoriali di caccia
dell'Aquila, Barisciano, Avezzano e Roveto-Carseolano che contestavano il
nomadismo venatorio introdotto con la mobilità
dei cacciatori per la fauna migratoria. Il TAR: “La disposizione impugnata è inoperativa, inefficace, inapplicabile e
ha ritenuto rilevanti e non manifestamente infondati i dubbi di
costituzionalità sollevati col ricorso. Ci si augura che, per il futuro, il
legislatore tenga presenti i principi generali che regolano la materia,
conservazione dell'ambiente e tutela della fauna».
OTTOBRE
2011 - Il TAR ABRUZZO sul ricorso presentato da Ass. Animalisti Italiani,
WWF e LAC sospende con ordinanza del 27/10/11 parte del Calendario Venatorio
2011-2012 censurando la Regione Abruzzo che ha completamente stravolto i
periodi di caccia per le singole specie che erano stati suggeriti dall’ISPRA,
allungando il periodo di caccia per ben 27 di queste. Il Tar ha ritenuto che la
Giunta regionale non ha motivato adeguatamente tutti questi abnormi scostamenti
dai periodi indicati dall’ISPRA. Inoltre il TAR ha censurato la Regione anche
sugli orari di caccia. La Giunta regionale, per adeguarsi parzialmente alle
indicazioni dei giudici emana ben quattro versioni diverse di calendario
venatorio.
FEBBRAIO
2012 - La Corte Costituzionale con sentenza n. 20/2012 dichiara illegittima
la legge della Regione Abruzzo 10 agosto 2010, n. 39 (Norme per la definizione
del calendario venatorio regionale per la stagione venatoria 2010/2011), a
seguito di richieste di impugnativa pervenute al Governo. La Corte sancisce in
maniera univoca che i calendari possono essere emanati solo con atto
amministrativo e non con legge-provvedimento.
GIUGNO
2012 - Il TAR Abruzzo il 25/06/2012 deposita sentenza di merito sul ricorso
presentato da Ass. Animalisti italiani, WWF e LAC. Vengono bocciati dai giudici
diversi punti del Calendario Venatorio 2011-2012 tra i quali la caccia alle
specie in declino (SPEC); la relazione tecnica dell’Assessorato competente,
definita inidonea; l’uso delle munizioni al piombo; le iniziative a tutela
dell’orso dalla caccia che non ne garantiscono la salvaguardia. Sollevata e
rimandata alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale
della legge regionale sul comparto unico sulla migratoria.
SETTEMBRE
2012 – Con decreto urgente dell’ 08/09/12 (n. 226/12) “inaudita altera parte” il TAR
Abruzzo sospende parti significative del calendario venatorio 2012-2013. Il TAR
ha riconosciuto il grave pericolo derivante dalle scelte fatte dalla Giunta
Regionale sull’orso, sulla caccia nei siti della Rete Natura2000 SIC e ZPS e
per diverse specie a sfavorevole status di conservazione, come Allodola,
Quaglia, Tortora, Beccaccia, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione e Pavoncella.
OTTOBRE
2012 - Il TAR Abruzzo con ordinanza del 10/10/2012 conferma le censure al
calendario venatorio indicate nel decreto cautelare monocratico dell’ 8
settembre (n. 226/12) alle quali si aggiunge anche la bocciatura delle
iniziative intraprese dalla Giunta
Regionale sull’utilizzo delle munizioni senza piombo, ritenute inadeguate.
NOVEMBRE
2012 - Il 07 novembre 2012 il TAR Abruzzo accoglie con sentenza n. 589 il
ricorso della Lega per l'Abolizione della Caccia (LAC) e dell'Associazione
Vittime della Caccia ed emette ordinanza di sospensiva avverso al calendario
venatorio 2012-2013 in merito alla caccia al fagiano nel mese di dicembre ed
al tempo chiusura della caccia alla beccaccia.
NOVEMBRE
2012 – Con ordinanza del Consiglio di Stato del 21 novembre 2012 viene
respinto il ricorso di Federcaccia contro la bocciatura del calendario
venatorio della Regione Abruzzo operata dal TAR
L'Aquila. Si conferma, quindi, la validità della sospensiva del TAR che,
su ricorso del WWF e degli Animalisti Italiani, aveva largamente censurato il
calendario venatorio varato dalla Giunta regionale su valutazione di Incidenza,
uso di munizioni al piombo, specie in declino e caccia nelle aree importanti
per l'Orso bruno marsicano.
DICEMBRE
2012 - Con sentenza n. 310 del 12 dicembre 2012, depositata in cancelleria
il 20 dicembre 2012, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità
costituzionale dell'articolo 5, commi 1, 2 e 3 della legge della Regione
Abruzzo 13 dicembre 2011, n. 43, recante "Modifiche alla legge regionale
11 agosto 2011, n. 28...". La Corte ha infatti rilevato che il calendario
venatorio è stato illegittimamente approvato per legge anziché con atto
amministrativo, e che la stagione di caccia al cinghiale è stata
illegittimamente prolungata oltre quanto consentito dalla legge nazionale.
GIUGNO
2013 – Il TAR Abruzzo con sentenza n. 606 del 21/06/13 censura il
calendario venatorio della Regione Abruzzo 2009/2010 per avere disatteso le
indicazioni dell’ISPRA (periodi di
caccia e sostenibilità della caccia ad alcune specie di fauna stanziale)
senza motivazione ed in assenza di dati scientifici da parte dell’ente
regionale. La sentenza evidenzia che la grave carenza di dati sulla fauna della
Regione Abruzzo che “affievolisce le potestà regolatorie ed autorizzatorie
nella soggetta materia” da parte dell’ente regionale.
GIUGNO
2013 – Con sentenza n. 142 del 17 giugno 2013 la Corte Costituzionale
accoglie il ricorso di WWF e Animalisti Italiani e sancisce l’illegittimità
costituzionale dell'articolo 43, commi 6, 6-bis e 6-ter, della legge della
Regione Abruzzo 28 gennaio 2004, n. 10 (Normativa organica per l'esercizio
dell'attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la
tutela dell'ambiente) ritenendo il “comparto unico alla migratoria” in evidente
contrasto con la normativa nazionale ed i principi “delle peculiarità
ambientali, naturalistiche e umane afferenti ai singoli contesti territoriali”.
LUGLIO
2013 – Con sentenza n. 669 dell’11/07/13 il TAR Abruzzo riduce il periodo
di caccia della specie fagiano sancendo l “illegittimità delle misure di caccia
deliberate dalla Regione, in contrasto immotivato con il parere Ispra” a causa
“del carente monitoraggio di dati scientifici a disposizione della Regione
procedente accogliendo il ricorso presentato dalla LAC e Associazione Vittime
della Caccia.