15.4.20

Gestione dei boschi: la Regione dica no a tagli posticipati del ceduo


L’ultimo decreto del Governo per far fronte all’emergenza Covid-19 prevede, tra gli altri provvedimenti, la possibilità di ripresa delle attività selvicolturali. In conseguenza di questa decisione, come si apprende dagli organi d’informazione e dai siti web delle organizzazioni interessate, sarebbero in corso pressioni affinché siano concesse deroghe ai termini dei periodi di taglio del ceduo stabiliti dalla normativa in vigore. Una scelta che, semmai incautamente attuata, sarebbe rovinosa. Il periodo per il taglio del bosco ceduo non è determinato dal capriccio di chi ha varato regolamenti e prescrizioni, ma è imposto per non danneggiare gli alberi in quanto le piante, per beneficiare della rinnovazione da ricacci polloniferi, devono essere tagliate durante il riposo vegetativo autunnale e invernale e non già in primavera. Meno che mai quest’anno, dopo un inverno che, come dimostrano i dati provenienti dai centri di ricerca sul clima (es. ISAC-CNR), è stato particolarmente mite e arido: una situazione climatica che ha prodotto una anticipata ripresa vegetativa primaverile, tant’è vero che a inizio anno alcune province italiane avevano saggiamente anticipato la scadenza dell’epoca di taglio per soprassuoli sotto i 700 m s.l.m..
Il WWF è decisamente contrario all’eventuale posticipazione della data di cessazione delle attività di utilizzazione previste dalle normative in vigore. E ha per questo scritto una nota ufficiale, indirizzata al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e ai dipartimenti “Territorio e Ambiente” e “Politiche dello Sviluppo Rurale e della Pesca”, nella quale chiede appunto di respingere ogni richiesta di deroghe alle regole sui periodi di taglio dei cedui.
«Tagliare le piante legnose nella loro fase di vita annuale più intensa dal punto di vista biologico – spiega Filomena Ricci, delegato Abruzzo del WWF Italia - espone il bosco a gravi rischi che vanno dal danneggiamento dei germogli appena ricacciati all’aumento di mortalità legato all’indebolimento delle ceppaie e quindi alla degradazione, che in molti casi è già presente per cause varie, compresa la gestione scriteriata. Tutelare adeguatamente i boschi è invece importantissimo per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, per la biodiversità e per minimizzare gli effetti di frane e allagamenti che spesso colpiscono le comunità a valle».