31.12.21

A capodanno, niente botti!


Festeggiamo l'arrivo del 2022 senza spari e fuochi, i nostri amici animali ci ringrazieranno
Come ogni anno il WWF lancia un accorato appello per evitare l’uso dei fuochi pirotecnici la notte di San Silvestro, per privilegiare la sicurezza e dare un chiaro segnale di attenzione verso la Natura.
Sebbene siano conosciuti i rischi e i danni ambientali causati dai fuochi pirotecnici e il forte disturbo agli animali, c’è il rischio che la notte di San Silvestro si ripeta l’utilizzo di botti di Capodanno a cui seguirà, purtroppo il consueto bollettino di guerra, tra incidenti e feriti.
Ogni anno sono sempre di più le città d’Italia che cercano di contrastare i botti di Capodanno con apposite ordinanze che ne vietano l’uso, anche se poi i controlli siano estremamente difficili.
“La nostra presenza sul Pianeta è già abbastanza invasiva, evitiamo l’accensione ed i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici che, oltre a traumatizzare e spesso provocare il ferimento o la morte di molti animali selvatici e domestici, avvelenano ancor di più l’aria delle nostre città con ulteriori sostanze chimiche” è l’appello di Fulco Pratesi, Presidente onorario WWF Italia.
I fuochi artificiali sono poi causa di un grave inquinamento, non solo acustico, ma anche atmosferico, a causa delle emissioni di particolato fine e composti altamente pericolosi, tra cui metalli pesanti e perclorato d’ammonio. A seconda della composizione delle polveri, possono essere emessi metalli pesanti ed elementi pericolosi quali antimonio, bario, arsenico e altri con valori non trascurabili. La notte di Capodanno si registra un inquinamento dell’aria, con particolare riferimento alle polveri sottili, superiore alle peggiori giornate di traffico veicolare. Il danno è amplificato dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è “bersagliato” da esplosioni pirotecniche. Infine, va considerata l’enorme quantità di rifiuti generati dai fuochi, soprattutto per quelli detonati in mare. L’alluminio, a contatto con l’acqua salata del mare, può modificarsi e rilasciare sostanze nocive. Per non parlare della plastica e dei suoi frammenti che, sia a terra sia a mare, costituisce un vero pericolo per la biodiversità.
Si stima che ogni anno in Italia almeno 5.000 animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, anche rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento e fuggono istintivamente rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità. Altri abbandonano il loro dormitorio invernale (alberi, siepi o tetti), vagano al buio alla cieca e non trovando altro rifugio muoiono per il freddo a causa dell’improvviso dispendio energetico a cui sono costretti in una stagione caratterizzata dalla scarsità di cibo che ne riduce l’autonomia. Lo scorso anno destò indignazione la moria di centinaia di storni a Roma.
Nei gatti, e soprattutto nei cani, il botto crea stress e spavento, fino a indurli a fuggire dal rumore insopportabile. Ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sensibile di quella umana. Negli animali d’allevamento come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare addirittura l’aborto da trauma da spavento.
Non utilizzare i botti sarà anche un segno di civiltà e sensibilità nei confronti di tutti gli operatori, come i Vigili del Fuoco, che ogni fine anno devono intervenire per soccorrere animali rifugiatisi ovunque e per gravi incidenti alle persone – e per i tanti medici e infermieri impegnati negli ospedali per l’emergenza Covid.

Ambiente 2021: il bilancio del WWF Abruzzo


Conferenza stampa del WWF Abruzzo per tracciare un bilancio sullo stato dell’ambiente e della natura nella nostra Regione. Nel 2021, nonostante le limitazioni dovute alla pandemia Covid-19, l’azione del WWF non si è mai fermata grazie alle 4 organizzazioni locali, alle 6 Oasi, ai Centri di Educazione Ambientale e ai nuclei di vigilanza presenti nel territorio.

Tre specie simbolo: Fratino, Orso bruno marsicano e Lupo
Grazie al Progetto “Salvafratino Abruzzo”, promosso dall’AMP “Torre del Cerrano” e dal WWF Abruzzo e che coinvolge associazioni, comitati locali e singoli volontari, così come la Capitaneria di Porto, nel 2021 è continuato l’impegno per la tutela del Fratino. Come avviene ormai da diversi anni, la specie è stata monitorata durante la fase riproduttiva: i nidi osservati sono stati in totale 53 (eguagliato il record degli ultimi anni registrato nel 2017), dieci in più rispetto alla precedente stagione (43). La Riserva regionale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi, l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” e la zona Foro di Ortona si confermano siti fondamentali per la nidificazione, ospitando poco meno dei 4/5 dei Fratini presenti in Abruzzo. La situazione per la specie continua a essere problematica, così come nel resto d’Italia: alla cause naturali che portano alla perdita dei nidi (mareggiate o predazione) si aggiungono minacce legate all’uomo come la pulizia delle spiagge con mezzi meccanici, la presenza di cani e gatti vaganti, l’eccessiva frequentazione di alcune aree o veri e propri atti di vandalismo. Oltre al monitoraggio dei nidi, sono state tante le attività svolte a partire da marzo fino a tutto agosto: webinar di formazione sul Fratino e il suo habitat, giornate di pulizia a mano delle spiagge, attività di educazione ambientale, incontri con amministrazioni e operatori economici, distribuzione di materiale informativo, campagne di sensibilizzazione, creazione di nuove piccole aree destinate alla tutela come l’Oasi del Fratino e della Camomilla di mare a Giulianova (TE). Fondamentale anche l’analisi dei dati delle nidificazioni degli ultimi anni che ha portato a un primo studio sulle aree maggiormente vocate alla presenza del Fratino realizzato su incarico dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”.
Continuo è stato l’impegno per l’Orso bruno marsicano nell’ambito della campagna WWF “Orso 2x50” che punta al raddoppio dell’esigua popolazione del plantigrado entro il 2050 e vede centrale l’azione dell’Oasi WWF e Riserva regionale “Gole del Sagittario” di Anversa degli Abruzzi (AQ). Nel 2021, sempre a causa della pandemia, non è stato possibile svolgere i consueti campi che prevedono l’ospitalità dei volontari per più giorni nelle strutture dell’Oasi, ma sono state organizzate singole giornate di volontariato per realizzare buone pratiche di convivenza. Giovani e meno giovani da tutta Italia durante l’estate sono intervenuti in vari comuni dell’Abruzzo per istallare recinzioni elettrificate a protezione di apiari, frutteti e piccoli allevamenti e porte in ferro zincato per la messa in sicurezza di piccoli allevamenti (polli, conigli, ecc.). Dal 2019 a oggi 39 strutture sono state messe in sicurezza da danni da Orso, mentre sono state dotate di grate di chiusura 6 vasche, pericolose pozze per la raccolta d’acqua che se lasciate senza copertura possono trasformarsi in trappole mortali per l’Orso e la fauna selvatica in generale. Oltre al personale dell’Oasi delle Gole del Sagittario, sono stati 60 i volontari coinvolti nelle giornate di lavoro. Nel corso del 2021 è stata inoltre stipulata una convenzione tra WWF e Parco Nazionale del Gran Sasso, area di nuova espansione per questa specie, volta a preparare i residenti nell’area protetta alla convivenza con l’Orso. I volontari del WWF Abruzzo, inoltre, hanno partecipato alle giornate del “Tour della convivenza: Bentornato orso gentile” nel Parco Nazionale della Maiella, realizzato nell’ambito del Progetto LIFE-ARCPROM dell’Unione Europea. Le giornate hanno previsto attività gestite da personale e volontari del WWF che, coadiuvati dal Parco della Maiella, hanno organizzato incontri e dibattiti con i residenti e con chi svolge attività nel Parco. Si sono svolte attività didattiche e giochi rivolti anche a bambini e ragazzi e sono stati distribuiti materiali informativi sulle regole principali da adottare nell’interazione con l’Orso, sia durante le escursioni che nella gestione delle attività economiche.
Il 2021 è stato, inoltre, l’anno che ha posto il problema di gestione dell’orso Juan Carrito, figlio di Amarena, che frequenta centri urbani alla ricerca di cibo. Il Parco d’Abruzzo Lazio e Molise, in collaborazione con altri Enti, ha tentato la sua traslocazione in ambienti selvaggi, ma l’orso sembra già essere tornato a frequentare il paese di Roccaraso: è necessario che presto Juan Carrito possa trovare un luogo giusto per passare l’inverno, ma tutta la vicenda pone un reale problema di convivenza e sta a noi mettere in atto misure concrete di prevenzione e responsabilizzazione per accettare pienamente la presenza in un animale che rende le nostre terre così uniche e preziose.
Il Lupo è una specie in forte espansione che sta progressivamente riconquistando spazi dai quali era scomparso da decenni a causa dell’uomo, comprese aree di pianura e litoranee, spesso prossime a nuclei urbani. Continue segnalazioni arrivano da tanti centri abitati di tutta la regione. Le strutture locali del WWF Abruzzo hanno sentito l’esigenza di informare i cittadini sui comportamenti da attuare per una convivenza possibile con il grande carnivoro e hanno elaborato il progetto “Tante specie, un solo pianeta”, finanziato dal WWF Italia e che tra le altre azioni ha previsto la realizzazione di un opuscolo che contiene anche un vademecum sulla convivenza uomo-lupo.
Aree protette
Il 2021 è l’anno del vergognoso taglio di circa 8.000 ettari del Parco regionale Sirente Velino. Il WWF è stato capofila della movimentazione contro il taglio del parco, ha raccolto le adesioni di più di 20 associazioni locali e nazionali, ha organizzato una petizione on line arrivata a 125.000 firme, ha elaborato un appello firmato da 50 personalità della scienza e della cultura abruzzesi e italiane. A giugno 2021 il Consiglio Regionale ha approvato la legge che prevede la riduzione del perimetro del Parco, senza alcuna valida motivazione di carattere scientifico o sociale-economico. Il WWF, insieme ad altre Associazioni, ha chiesto l’impugnativa al Governo che ha accolto la richiesta. Si resta in attesa del pronunciamento della Consulta.
Ma gli attacchi alle aree protette sono purtroppo, anche altri: nuovi impianti di risalita e piste da sci sono in progetto in diverse aree montane, come nei Campi della Magnola (Ovindoli) nella Zona di Protezione Speciale “Sirente Velino”. Per questi ultimi il TAR Abruzzo aveva a suo tempo accolto il ricorso delle Associazioni ambientaliste e sospeso le autorizzazioni già concesse per la realizzazione degli impianti da sci. Una sospensione che è stata confermata dal Consiglio di Stato, cui si era rivolta la Regione Abruzzo. I progettati impianti ricadono in un’area tutelata dall’Unione Europea. È inoltre in cantiere un progetto che avrebbe quale obiettivo quello di collegare le piste situate a Passo Lanciano con quelle di località Mammarosa fino ai 1995 metri della cima della Maielletta. Il tutto in aree di enorme pregio ambientale comprese nel Parco nazionale della Maiella e nella Rete Natura2000. Sulle nostre montagne si ripropongono così progetti ormai anacronistici che fanno spendere i fondi della collettività per impianti di risalita in territori che, inevitabilmente, saranno sempre meno innevati a causa dei cambiamenti climatici in atto. Ben altre politiche sono necessarie per il rilancio della montagna. Sulla bellezza della natura e sull’attrattività ambientale, per le quali l’Abruzzo viene riconosciuto e cercato a livello nazionale ed europeo, si deve costruire un percorso di crescita che porti turismo tutto l’anno e non solo per poche settimane.
Rispetto alla governance delle aree protette nell’ultimo anno è stata ratificata la nomina del Presidente dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” con il relativo Consiglio direttivo; sono stati nominati i Consigli direttivi del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e del Parco regionale del Sirente-Velino insieme al presidente, mentre ancora c’è ancora un Direttore facente funzione al Parco Nazionale della Maiella. Resta l’enorme vulnus del Parco Nazionale della Costa teatina: individuato nel 1997, istituito nel 2001 e perimetrato nel 2015 da un commissario ad acta, non è mai stato attivato lasciando campo libero a speculazioni e gestioni discutibili della Via Verde che del Parco dovrebbe costituire un’attrattiva.
Ad ore si conoscerà l’importo che la Regione Abruzzo vorrà destinare al sistema delle aree protette regionali, fondi che vengono modificati ogni anno che nel tempo, a fronte anche dell’aumento, sicuramente auspicato, del numero delle Riserve, sono andati diminuendo. Uno studio pilota per la definizione di un modello di valutazione di efficacia e efficienza di gestione delle riserve regionali, realizzato dall’Istituto Abruzzese Aree Protette (IAAP) in collaborazione con Lands Network srl, il coordinamento scientifico dell'Università del Molise e co-finanziato proprio dalla Regione Abruzzo, ha messo in evidenza come i benefici complessivi forniti dalle aree protette siano ben più elevati dei costi per il loro funzionamento. Il WWF Abruzzo ha chiesto al Consiglio regionale di: 1) aumentare la dotazione delle Riserve Regionali di almeno il 40% rispetto alle somme previste negli anni scorsi; 2) confermare le somme a favore della conservazione dell'Orso bruno marsicano; 3) provvedere a ripristinare i fondi per Orti Botanici e Centri di Educazione Ambientali.
In Abruzzo sono presenti 6 Oasi WWF che sono quasi tutte anche Riserve Regionali e in altre tre aree si stanno sperimentando iniziative di gestione insieme ad altre Associazioni e/o gruppi locali. Come in molti settori, anche nelle Oasi le perdite dovute ai precedenti periodi di lockdown sono state importanti, visto che molti degli operatori lavorano con le visite guidate e con i gruppi scolastici. In ogni caso durante l’estate nelle Oasi si è registrata una grande presenza di visitatori, confermando la voglia di natura da parte di tante persone. La festa delle Oasi WWF nel 2021 si è svolta in natura, dopo che l’anno precedente a causa del lockdown, si era tenuta da remoto. Con lo slogan “Liberiamo la natura” si è festeggiato il ritorno all’aperto nelle 6 Oasi WWF e in 3 aree che hanno aderito all’iniziativa come “Oasi per un giorno”: adulti, ragazzi, bambini e famiglie hanno potuto godere della bellezza e del fascino degli spazi naturali protetti in una giornata di riconquistata libertà.

Calendario venatorio
Anche nel 2021 la Regione Abruzzo ha emanato il proprio calendario venatorio senza considerare gli interessi generali della tutela della fauna selvatica, come hanno ricordato i giudici amministrativi a seguito del ricorso presentato dal WWF e da altre Associazioni ambientaliste e accolto dal TAR. Proprio grazie ai ricorsi sono state evitate giornate di pre-apertura e sono stati salvati tantissimi animali. Per questo settore sono necessari una nuova impostazione che non sia solo a favore delle frange più oltranziste del mondo venatorio, ma si occupi soprattutto della tutela del patrimonio faunistico della nostra Regione.
Mare e Costa
Il litorale abruzzese si presenta fragile ed esposto all’erosione. Purtroppo manca una visione lungimirante che punti alla risoluzione delle criticità presenti. Si continua a procedere con strumenti e modi di agire obsoleti che ripropongono l’infrastrutturazione dell’ecosistema costiero. Emblematico l’esempio della gestione della Costa dei Trabocchi, che avrebbe bisogno di idee di rilancio per un approccio completamente nuovo anche verso il turismo e invece vede riproporre espansioni urbanistiche, come nel PRG di Ortona, o la costruzione di impianti impattanti come il nuovo cementificio di Vasto a ridosso della Riserva di Punta Aderci contro il quale il WWF, insieme a Legambiente, ha intrapreso una battaglia legale.
Ricordiamo però anche un esempio virtuoso di gestione: grazie all’interlocuzione tra WWF e Legambiente da una parte e il Comune di Ortona dall’altra, avviata lo scorso anno dopo un ricorso al TAR presentato dalle due associazioni contro il bando per le concessioni demaniali marittime, si è instaurata una collaborazione per la tutela del tratto di spiaggia della Postilli-Riccio, di grande rilevanza naturalistica in particolare per la presenza delle dune e del Fratino. L’accordo ha previsto che nell’area venissero realizzate solo tre concessioni balneari, ma anche azioni di più ampio respiro come il posizionamento di paletti e cordino per la delimitazione del piede della duna e delle aree di nidificazione, la realizzazione di delimitazioni con paletti per segnalare l’accesso autorizzato alla battigia ed evitare il calpestio delle aree dunali, la collaborazione nel Progetto Salvafratino Abruzzo.
Durante tutto l’anno, nell’ambito della campagna del WWF Italia “GenerAzioneMare”,sono state poi numerosissime le giornate di pulizia a mano organizzate, sempre nel rispetto delle norme anti-Covid, dai volontari del WWF Abruzzo lungo tutto il litorale, tanti chilometri di spiaggia sono stati liberati dai rifiuti e in particolare della plastica che continua a essere una delle principali minacce per l’ecosistema acquatico.

Acqua Bene Comune
A poco più di 10 anni dal referendum contro la privatizzazione, il tema della gestione dell’acqua è quanto mai attuale e sentito da tutto il territorio sia per le difficoltà che si stanno vivendo in questi ultimi anni in Abruzzo con forti perdite e numerosi disservizi, sia per il dibattito seguito al disegno di legge delega sulla concorrenza del Governo che all’art. 6 prevede un passo indietro rispetto alla volontà dei cittadini italiani espressa nel referendum del giugno 2011. Per questo il WWF Abruzzo ha voluto promuovere una riflessione sulla gestione dei servizi pubblici e, nello specifico, del servizio idrico integrato, organizzando anche un convegno nell’Auditorium del Museo Universitario di Chieti. È emersa preoccupazione per la ripresa della spinta verso la privatizzazione dell’acqua. La grande vittoria nel referendum del 2011 viene rimessa in discussione da una politica che guarda ancora a modelli di neoliberismo spinto. Il WWF ha chiesto l’impegno di tutte le amministrazioni comunali e dei parlamentari affinché nella discussione che ci sarà in parlamento sul disegno di legge delega sulla concorrenza, l’art. 6 venga stralciato: alle Amministrazioni comunali è stato chiesto di approvare, come proposto dal Forum dei Movimenti per l’Acqua in tutta Italia, delibere consigliari con la chiara richiesta di eliminare dalla legge sulla concorrenza l’art. 6 e il suo contenuto a favore della privatizzazione.

Tutela del Territorio
Anche nel 2021 è proseguito l’impegno del WWF per la tutela del territorio attraverso battaglie su vertenze storiche: dalla messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso, minacciato dall’interferenza dei laboratori sotterranei di fisica nucleare e delle gallerie autostradali, alla bonifica nel sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino, dalla tutela dei territori attraversati dal metanodotto SNAM e della centrale di Sulmona all’opposizione ai nuovi centri commerciali in zona Megalò. In Abruzzo siamo purtroppo ancora molto lontani da una pianificazione rispettosa del territorio e indirizzata al consumo zero di suolo.
«L’anno si è concluso con due momenti importanti per la nostra Associazione - sottolinea Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo - l’Assemblea nazionale dei volontari WWF, che si è svolta ad Assisi dal 5 al 7 novembre, e l’Assemblea degli attivisti del WWF Abruzzo che si è tenuta a Pineto il 28 novembre: appuntamenti importanti per la definizione delle nostre attività, soprattutto in questo periodo che si spera sia di ripresa e ripartenza. Durante l’incontro a Pineto è stato presentato il neo-costituito Comitato Scientifico del WWF Abruzzo: un nucleo di 13 esperti, in gran parte professori universitari, molti già soci dell’Associazione del Panda, disponibili a dare una mano nei rispettivi campi di studio in occasione delle tante iniziative che il WWF porta avanti nel territorio in difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. Per concludere ricordiamo le molteplici iniziative che i volontari sono riusciti a realizzare durante il 2021: incontri pubblici, giornate di pulizia delle spiagge, laboratori didattici, corsi di formazione, escursioni, visite guidate, attività di campo... Tante, inoltre, sono state le osservazioni del WWF Abruzzo su Piani e progetti presentati da Enti e da privati e le vertenze che ci hanno visto impegnati in prima linea, grazie anche alla crescente attività della rete delle guardie volontarie e degli avvocati del Panda, un nucleo di legali che aiuta l’Associazione nelle vertenze più complesse. Sono proseguite le collaborazioni con la Guardia Costiera, in particolare per il Progetto Salvafratino Abruzzo, e con i Carabinieri forestali per giornate di sensibilizzazione, a cominciare da Urban nature, e momenti di informazione come la campagna per il recupero degli animali selvatici. Una azione intensa quella del WWF Abruzzo, resa possibile solo grazie ai tanti volontari che dedicano il proprio tempo alla difesa della natura. Ai presidenti delle organizzazioni locali, ai referenti dei gruppi tematici, ai direttori e al personale delle Oasi e dei Centri di Educazione Ambientale, alle guardie, agli avvocati, a tutti gli attivisti e ai tanti soci che ci sostengono va la gratitudine e il riconoscimento per i risultati raggiunti».

28.12.21

Irricevibile la proposta di una nuova strada tra il casello dell’A24 e Prati di Tivo


Questa mattina presso la sede del Club Alpino Italiano in via Cona n. 180 a Teramo si è svolta una conferenza stampa durante la quale è stato presentato il Comitato “No Strada Panoramica, Sì Sviluppo Sostenibile” promosso da Comitato Locale Sant’Andrea Verde, CAI, Italia Nostra, Mountain Wilderness e WWF.
Il Comitato nasce dalla volontà di contrastare la proposta dell’Amministrazione Provinciale di un collegamento stradale tra l’Autostrada A24 e la stazione sciistica dei Prati di Tivo sul versante teramano del Gran Sasso: l’ennesima proposta di infrastrutturazione pesante della montagna teramana a scapito dell’integrità del territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e senza nessuna nuova proposta di vero rilancio turistico e promozionale delle aree interne.
Con la rappresentanza territoriale delle associazioni ambientaliste CAI, Italia Nostra, Mountain Wilderness e WWF e della popolazione locale del Comitato Sant’Andrea Verde nasce così un Comitato che si prefigge l’obiettivo di contribuire a far rinascere il territorio che va dal Montagnone al fiume Vomano, un comprensorio montuoso bellissimo, ma politicamente abbandonato.
Il Comitato “No Strada Panoramica, Sì Sviluppo Sostenibile” è aperto all’adesione di associazioni e singoli cittadini che vogliono effettivamente impegnarsi per un reale rilancio delle aree interne nel rispetto della valenza naturalistica e tradizionale di questi luoghi.
L’ipotesi di tracciato stradale fin qui circolata viene eufemisticamente chiamata “Strada Panoramica del Gran Sasso” e sarà ora oggetto di un bando per la progettazione che costerà centinaia di migliaia di euro: ingenti fondi pubblici per progettare una strada che dovrebbe attraversare territori oggi integri dove al più sono presenti vecchi sentieri ben diversi da una strada provinciale destinata al traffico automobilistico.
Il Comitato si oppone ad un progetto che porterà asfalto, terrapieni, sbancamenti e gallerie in zone oggi naturali, stravolgendo il patrimonio culturale, naturale e storico ed eliminando le possibilità di sviluppare economicamente e socialmente in modo sostenibile questo territorio che al contrario, se giustamente valorizzato, potrebbe avere una grande vocazione turistica.
La proposta del collegamento stradale con l’A24 è basata su una premessa vecchia, provata erronea, che l’asfalto e la viabilità “automaticamente” portano economia. La viabilità, senza la possibilità di attività produttive a monte, non è un motore, ma un freno allo sviluppo economico dei piccoli paesi, perché spinge alla centralizzazione dei servizi in centri più grandi, causando lo spopolamento di quelli più piccoli. È stato proprio questo ragionamento la scusa con cui negli ultimi 50 anni sono stati portati via servizi pubblici, scuole, centri sportivi e servizi medici per cui molti abitanti, ma anche aziende e negozi, hanno abbandonato, spesso necessariamente, questi territori.
Ed è questo il punto critico: investire somme pazzesche in una strada che comprometterebbe la caratteristica di questo territorio, la sua vocazione naturale e culturale, che potrebbe essere l’unico punto di forza e motore di sviluppo economico sostenibile, finirebbe per creare solo danni ambientali, sociali e economici e un’ulteriore fuga di persone dai centri montani.
Inoltre appare francamente incredibile che un’opera del genere possa mai essere autorizzata. Tutto il tracciato attraversa aree naturali, ma l’ultimo tratto dovrà necessariamente entrare in uno dei territori più protetti d’Europa essendo ricompreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ma anche in Zone di Protezione Speciale e Zona Speciale di Conservazione tutelate dall’Unione Europea, su proposta della Regione Abruzzo e dello Stato Italiano, nell’ambito della Rete Natura2000.
Il Comitato ha anche un’alternativa alla proposta della Provincia e chiede di aprire finalmente un confronto pubblico sul futuro delle nostre montagne.
Per farlo propone un programma di progetti dal nome “Montagnone, la montagna che unisce” che si basa su interventi di recupero di vecchi sentieri da adattare a rete escursionistica ciclopedonale che costituirà l’ossatura su cui mettere a punto un’offerta turistica di livello nazionale.
Si tratta di investire somme molto più piccole rispetto a quanto richiesto da una nuova strada per creare una vera e propria operazione di marketing territoriale che caratterizzi questo comprensorio con un’offerta “spendibile” sul mercato turistico nazionale e internazionale. Un programma di sviluppo economico e culturale sostenibile che trasformi questo territorio in un’unica meta turistica costituita da tutti i paesi piccoli del comprensorio: Forca di Valle, Varano, Cerchiara, Fano a Corno, Casale San Nicola, Ornano, Tossicia, Tozzanella, Flamignano, Aquilano, Azzinano, Cusciano, Cerqueto e Pietracamela con i Prati di Tivo, ognuno con le sue particolarità ed eccellenze, potranno essere parte di questa offerta di un turismo più stabile, destagionalizzato e duraturo.
Il programma consiste di una serie di progetti di manutenzione, creazione e valorizzazione di percorsi turistici e escursionistici esistenti e nuovi, progetti di recupero e valorizzazione di punti d’interesse culturali, storici e naturali, progetti di eventi e uscite inclusivi per partecipanti di tutti livelli fisici e campagne di informazione e pubblicizzazione, digitale e cartacea, delle bellezze della zona, proposte di educazione ambientale e di volontariato e aggregazione giovanile teso a rivitalizzare i centri ormai quasi abbandonati.
Ai tanti fallimenti degli ultimi decenni, caratterizzati da investimenti milionari di fondi pubblici su una stazione sciistica che neppure si riesce a tenere aperta, si vuole contrapporre una serie di interventi legati da un’unica logica, tutti finalizzati a produrre effetti concreti di miglioramento del tessuto sociale e a creare nuove opportunità economiche basate su un utilizzo responsabile del territorio e del patrimonio esistente. Il Programma “Montagnone, la montagna che unisce” punta a diventare un vero motore di start-up di persone e aziende che possano esplorare, scoprire, costruire insieme, ma anche mettere a frutto in modo responsabile e sostenibile le opportunità che questo territorio sottovalutato offre, utilizzando nuovi concetti e teoremi, invece di fidarsi degli stessi vecchi schemi che hanno portato sempre di più alla situazione attuale.
La speranza delle realtà locali e associative è che questa voglia di confronto venga colta dalle forze sociali, imprenditoriali e politiche del territorio con uno spirito nuovo, capace di guardare avanti e non a modelli di sviluppo da Anni ’70 del secolo scorso: come diceva Albert Einstein “Non si può risolvere un problema con lo stesso schema mentale con cui si è creato il problema”.

13.12.21

I consigli del WWF Abruzzo per aiutare l’avifauna nel periodo più freddo dell’anno


Piccoli gesti alla portata di tutti possono essere un aiuto prezioso per l’avifauna che durante l’inverno, a causa delle prime nevicate e delle basse temperature, può trovarsi in difficoltà. Come ogni anno il WWF ricorda le accortezze da seguire per attivare le mangiatoie e dare sostegno a questi animali nella stagione fredda. Fornendo con regolarità cibo dalle nostre case, terrazzi o giardini potremo dare un supporto all’avifauna: semi, frutta o biscotti andranno benissimo per i piccoli uccelli.
Le mangiatoie possono essere di vario tipo, costruite in legno e posizionate su un palo, acquistate nei negozi specializzati, ma anche realizzate in modo semplice e creativo usando materiale di recupero. In rete si possono trovare molti esempi e suggerimenti per la costruzione e il corretto funzionamento delle mangiatoie.
Passeri, cince, merli, storni, pettirossi, fringuelli, codirossi, ma anche tantissime altre specie meno comuni potranno venire a farci visita… si rimarrà stupiti dalla grande biodiversità presente così vicino a noi. Collegandosi al sito https://www.naturaitaliaindiretta.it/ si potranno osservare in tempo reale, grazie alle webcam appositamente istallate, le mangiatoie dell’Oasi WWF e Riserva regionale Lago di Penne, un esempio di quanta vita e quante specie possono ritrovarsi intorno a un semplice punto di alimentazione.
Grazie alle mangiatoie potremo, inoltre, osservare queste specie più da vicino e, senza disturbarle, imparare a riconoscerne le caratteristiche e il comportamento.

I Consigli del WWF Abruzzo per realizzare le mangiatoie

Tipi di mangiatoie
Ne esistono di svariate tipologie, in legno a forma di casetta sistemata su un palo, a forma di cilindro in plastica o in rete metallica... Le mangiatoie possono essere costruite anche in modo artigianale recuperando bottiglie di plastica, contenitori per il latte o per i succhi di frutta, meglio se in colori mimetici e naturali o semplicemente appendendo agli alberi una palla di lardo e semi o riutilizzando una mezza buccia di arancia riempita di semi. Meglio se le mangiatoie sono coperte in modo da ripararle dalla pioggia e dotate di un foro per far uscire l’acqua piovana.

Dove collocarla
Il posto ideale per sistemare la mangiatoia è un punto tranquillo del giardino, magari protetto dalla vegetazione, dove la fauna selvatica si senta al riparo, ma che al contempo ci permetta l'osservazione e lo studio delle specie che vorranno farci visita. Si può collocare anche sul balcone o usare i rami degli arbusti presenti vicino casa per appenderle. In mancanza di giardini e balconi, andrà bene anche il davanzale di una finestra. In ogni caso va sistemata in un punto riparato e non esposto alla pioggia. Importantissimo sarà offrire il cibo a una altezza sufficiente a mettere al sicuro dagli attacchi dei predatori. La mangiatoia va sistemata infine in luoghi non frequentati dai gatti, che sono i maggiori predatori degli uccelli nelle aree urbane: tenerli in casa nei giorni di neve sarà un’altra preziosa accortezza per aiutare l’avifauna.

Quale cibo utilizzare
Frutta matura, bacche, miscele di semi (canapa, miglio, avena, girasole…), frutta secca, arachidi non salate, avanzi di panettone, lardo, strutto o margarina mischiati con briciole dolci e semi misti… anche camole della farina o mangimi per insettivori, se possibile, possono essere graditi. Non mettere pane, cibi salati o piccanti. Aggiungere una piccola ciotola con l’acqua da tenere sempre pulita.

Periodo
Le mangiatoie vanno istallate in inverno da dicembre a marzo, nel periodo in cui gli animali hanno maggiori difficoltà ad alimentarsi. La fornitura di cibo va gradualmente diminuita con l’arrivo della primavera e sospesa del tutto durante le stagioni più calde, anche per evitare che i giovani appena usciti dal nido diventino dipendenti dalla mangiatoia.

Altre accortezze da seguire
  • Mantenere la mangiatoia sempre pulita eliminando il cibo che non viene consumato per evitare la produzione di muffe e il propagarsi di infezioni che possono essere molto dannose per gli uccelli.
  • Non interrompere mai la somministrazione di cibo per tutta la stagione invernale, gli uccelli si abitueranno a trovare nella nostra mangiatoia un punto certo per alimentarsi.
  • Fare attenzione a non usare nella mangiatoia materiali taglienti o oggetti nei quali gli uccelli potrebbero impigliarsi e rimanere bloccati come le retine.

8.12.21

A Natale regalati o regala un'iscrizione al WWF!


La principale forza del WWF sono i soci! Grazie a loro possiamo portare avanti le nostre tante battaglie per la difesa della natura e dell'ambiente.
A Natale hai la possibilità di fare qualcosa di concreto per la natura, regalandoti o regalando un'iscrizione al WWF.
In cambio riceverai (fino a esaurimento scorte) un buonissimo panettone bio!
Scrivi subito a teramo@wwf.it e ti contatteremo noi per procedere all'iscrzione.
Per ogni iscrizione fatta una quota rimane al WWF Teramo per sostenere le azioni a livello locale.
L'iscrizione vale per un anno e le quote sono queste:
  • Socio fino a 14 anni: 24 euro
  • Socio ordinario: 30 euro
  • Socio famiglia (iscrizione collettiva di tutto il nucleo familiare): 60 euro

A 10 anni dal referendum l’acqua ancora a rischio privatizzazione!


“A dieci anni dal referendum l’acqua è ancora a rischio privatizzazione!”: è questo l’allarme rilanciato dal WWF Abruzzo in occasione del convegno “Modelli di gestione per l’acqua bene comune” che si è svolto a Chieti sabato 4 dicembre nell’Auditorium del Museo Universitario.
Al convegno, moderato da Luciano Di Tizio della segreteria regionale del WWF Abruzzo, hanno preso parte Alessandra Sardu e Domenico Aiello, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di ABC Napoli (unica azienda acquedottistica in Italia ad essere passata da Società per Azioni ad Azienda Speciale), Gianguido D’Alberto, Presidente dell'ANCI Abruzzo, nonché Sindaco di Teramo, Stefano Civitarese, professore di Diritto Pubblico dell’Università “G. d’Annunzio”, Nunzio Merolli, Presidente dell’Ente Regionale Servizio Idrico, e Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia, oltre a Paolo Scopece, responsabile dell’Ufficio legale di ABC Napoli che ha illustrato le caratteristiche dell’Azienda speciale.
La preoccupazione per la ripresa della spinta verso la privatizzazione dell’acqua, come è stato evidenziato da diversi interventi, viene dal disegno di legge delega sulla concorrenza varato dal Governo che prevede all’art. 6 una procedura che spinge le amministrazioni pubbliche verso l’affidamento ai privati del servizio idrico attraverso un meccanismo disincentivante della gestione diretta che diventerebbe residuale rispetto alla privatizzazione. Le stesse condizioni (proposte dall’Italia e non imposte dall’Europa) che hanno determinato l’assegnazione dei fondi europei del Next Generation Europe destinati al PNRR, poi, spingono verso una riforma della gestione dei servizi pubblici (acqua, rifiuti, ecc.) tutta indirizzata verso il mercato.
“A poco più di 10 anni dal referendum contro la privatizzazione” commenta Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia, “il tema della gestione dell’acqua è di nuovo al centro dell’attenzione e purtroppo nuovamente per mire speculative. La grande vittoria nel referendum del 2011 viene rimessa in discussione da una politica che guarda ancora a modelli di neoliberismo spinto che francamente credevamo superati. È necessario l’impegno di tutte le amministrazioni comunali e dei parlamentari affinché nella discussione che ci sarà in parlamento sul disegno di legge delega sulla concorrenza, l’art. 6 venga stralciato”.
“Sul punto” aggiunge Filomena Ricci, delegato WWF Abruzzo, “invitiamo le amministrazioni comunali abruzzesi ad approvare, come proposto dal Forum dei Movimenti per l’Acqua in tutta Italia, delibere consigliari con la chiara richiesta di eliminare dalla legge sulla concorrenza l’art. 6 e il suo contenuto a favore della privatizzazione. Solo facendo sentire forte la voce del popolo dell’acqua come fu nel 2011 si riuscirà ad arginare la privatizzazione dell’acqua. Al contempo seguiremo il percorso di riforma del servizio idrico integrato che la Regione Abruzzo sta portando avanti e invitiamo l’Assessore Imprudente ad aprire un confronto con la società civile e le associazioni. Gli evidenti limiti mostrati dalle società per azioni che gestiscono l’acqua in Abruzzo devono spingere tutti a lavorare verso una reale gestione pubblica e partecipata dell’acqua, bene comune per eccellenza su cui non si può fare mercato”.

3.12.21

Uomo e fauna selvatica: quale futuro?

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Confronto su “Modelli di gestione per l’acqua bene comune” con la partecipazione di ABC Napoli – Azienda Speciale


Sabato 4 dicembre alle ore 16:30 nell’Auditorium del Museo Universitario di Chieti il WWF Abruzzo organizza l’incontro dal titolo “Modelli di gestione per l’acqua bene comune”.
A poco più di 10 anni dal referendum contro la privatizzazione dell’acqua, il tema della gestione dell’acqua è quanto mai attuale e sentito da tutto il territorio sia per le difficoltà che si stanno vivendo in questi ultimi anni in Abruzzo con forti perdite e numerosi disservizi, sia per il dibattito seguito al disegno di legge delega sulla concorrenza del Governo che rappresenta un passo indietro rispetto alla volontà dei cittadini italiani espressa nel referendum del giugno 2011.
Il WWF Abruzzo ha voluto promuovere una riflessione e un confronto sulla gestione dei servizi pubblici e, nello specifico, del servizio idrico integrato.
Si partirà dall'esperienza di ABC Napoli - unica in Italia ad essere passata da Società per Azioni ad Azienda Speciale - che sarà illustrata dalla Presidente Alessandra Sardu (in videocollegamento) e dal vicepresidente Domenico Aiello che sarà presente all’incontro insieme al Presidente dell'ANCI Abruzzo, nonché Sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto, al professore di Diritto Amministrativo dell’Università “G. D’Annunzio” Stefano Matteucci Civitarese e al Vicepresidente del WWF Italia Dante Caserta.
Al convegno, moderato da Luciano Di Tizio della Segreteria del WWF Abruzzo, prenderà parte in videocollegamento anche Paolo Scopece, responsabile dell'Ufficio legale di ABC Napoli che traccerà un quadro del modello gestionale dell'Azienda speciale e sono invitati, oltre ai cittadini interessati, amministratori pubblici, gestori del servizio idrico integrato, rappresentanti di sindacati e associazioni.
Saranno rispettate le norme in vigore per il contenimento della pandemia. Ingresso libero sino a esaurimento posti.