28.2.22

Progetto Salvafratino Abruzzo 2022: domani convegno a Pineto


Con l’approssimarsi della stagione riproduttiva del Fratino, riparte il Progetto che da anni tutela la specie, il Salvafratino Abruzzo, promosso dall’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e dal WWF, con il supporto della Guardia Costiera. Il 1° marzo a Pineto si terrà un momento informativo per presentare il Progetto e discutere sulle modalità di intervento per la pulizia delle spiagge. Il Fratino è una specie protetta a livello internazionale (Convenzione di Berna e Convezione di Bonn), europeo (Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli), nazionale (Legge n. 157/92 sulla tutela della fauna omeoterma) e regionale (Ordinanze balneari e Piano Faunistico Venatorio); senza dimenticare che la FEE tutela la conservazione della biodiversità e dei sistemi marini tra i criteri di aggiudicazione della Bandiera Blu. Sono ancora troppe però le minacce che la specie subisce, come la presenza di cani vaganti, la distruzione delle dune, l’eccessiva urbanizzazione della costa, il disturbo in periodo riproduttivo e al nido, l’asportazione della vegetazione dunale e la pulizia della spiaggia con mezzi meccanici. La Guardia costiera, l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e il WWF intendono confrontarsi con le amministrazioni comunali e gli altri Enti preposti al controllo del litorale e alla tutela della fauna per definire linee di intervento standard sulle pulizie delle spiagge e sulle procedure da adottare in caso di presenza di nidi: è arrivato il momento di creare un modello valido per tutta la regione che possa garantire la protezione di una specie che rischia realmente di scomparire dalla nostra costa.
Il convegno è in programma per il 1° marzo alle 9,30 nella Sala Corneli di Villa Filiani. Dopo i saluti istituzionali a cura del Presidente dell’AMP Fabiano Aretusi, del Sindaco di Pineto Robert Verrocchio, del Sindaco di Silvi, Andrea Scordella, del Comandante del gruppo Carabinieri Forestale di Teramo Gualberto Mancini e del Capitano di Vascello della Direzione Marittima di Pescara, Marcello Notaro ci saranno le relazioni del Vicepresidente WWF Italia, Dante Caserta e di Fabiola Carusi del Comitato di Conservazione nazionale del Fratino sul tema “Presentazione del progetto Salvafratino Abruzzo”; l’ornitologo Stefano De Ritis poi relazionerà sul ‘trend per la nidificazione del Fratino in Abruzzo’; l’ecologo Fabrizio Mauro affronterà il tema “Analisi dei dati di nidificazione del Fratino lungo la costa abruzzese” e Serena Ciabò dell’Ufficio Parchi e Riserve Regione Abruzzo parlerà della “Regione Abruzzo e la fauna protetta”. Seguirà un tavolo tecnico con le amministrazioni comunali alla presenza di Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo sulle “linee guida per la pulizia della spiaggia: un’esperienza utile per la conservazione”. Modererà Luciano Di Tizio coordinatore del comitato scientifico WWF Abruzzo. Al termine ci sarà un dibattito aperto ai tecnici e agli amministratori comunali. Per registrarsi in presenza: torredelcerrano/eventi-e-attivita-2022.
Il Progetto “Salvafratino Abruzzo” vive grazie ai tanti volontari, organizzati nelle diverse Associazioni che prendono parte al progetto o da singoli, che ogni anno sono pronti a prendersi cura del Fratino. È una campagna di monitoraggio dei nidi presenti sulle nostre spiagge, cui si aggiungono giornate di pulizia del litorale, attività di comunicazione, programmi di educazione ambientale con le scuole e la creazione di tratti di spiaggia dedicati alla tutela come la “Spiaggia del Fratino e del Giglio di mare” ad Alba Adriatica, l’”Oasi del Fratino e della Camomilla di mare” a Giulianova o la “Spiaggia del Fratino e della duna” a Roseto degli Abruzzi. Sono state già organizzate giornate di formazione e aggiornamento sul campo per i volontari a Roseto degli Abruzzi, a Pineto e a Pescara, mentre ne sono in programma altre a Giulianova, Ortona e Vasto.
L’idea che si vuole comunicare è che tutti possono prendere parte alla salvaguardia del Fratino e delle dune, partecipando come volontari al monitoraggio o assumendo impegni in qualità di Enti o di soggetti che a vario titolo operano sulla costa: balneatori, operatori turistici, ecc. È con la collaborazione di più soggetti e attori del territorio che si può vincere la sfida della conservazione del Fratino, bene collettivo che ognuno deve contribuire a salvaguardare. Chiunque voglia svolgere attività di volontariato in favore del fratino può prendere contatto attraverso la pagina Facebook Salvafratino Abruzzo o scrivendo a teramo@wwf.it.

18.2.22

Abbandono di rifiuti in provincia di Teramo: una vera piaga!










L’abbandono di rifiuti lungo le strade, sui lungo-fiume, nelle scarpate e in generale in natura è una vera e propria piaga per la provincia di Teramo. Non vi è tratto stradale o corso d’acqua che non sia interessato dal fenomeno.
Ultima segnalazione del WWF Teramo in ordine di tempo ha riguardato la SP2 nel Comune di Notaresco al confine con Roseto degli Abruzzi nei pressi del sottopasso dell’A14 dopo la rotonda al termine della Teramo-Mare. Il materiale abbandonato è di tutti i tipi: interi sacchi di immondizia, piccoli elettrodomestici, copertoni, bottigliette di plastica, immancabili mascherine e tanto altro ancora. Tutto materiale che, a poco a poco, a causa del vento si disperderà nell’ambiente dove resterà in alcuni casi anche per secoli.
Il WWF Teramo ha inviato una comunicazione via PEC ai sindaci delle due amministrazioni e alle rispettive polizie municipali per evidenziare tale situazione ricordando peraltro che già in passato erano state fatte segnalazioni del genere e che si era anche provveduto a bonificare i siti. Evidentemente però fino a quando non si chiuderà l’accesso a terreni e fossi e non si metterà un impianto di videosorveglianza per individuare e denunciare i responsabili, il fenomeno si ripeterà.
Il problema dell’inquinamento da rifiuti in natura è globale. Pochi giorni fa è uscito un nuovo report del WWF Italia “Inquinamento da plastica negli oceani. Impatti su specie, biodiversità ed ecosistemi marini” (può essere scaricato gratuitamente qui) che analizza oltre 2.590 studi sull’inquinamento da plastica negli oceani e fornisce l’analisi completa degli impatti che sta causando sulle specie e sugli ecosistemi marini: una vera e propria crisi planetaria, secondo la definizione delle Nazioni Unite. Il destino finale dei rifiuti abbandonati in natura, infatti, è molto spesso il mare che poi ciclicamente con le mareggiate restituisce sulle spiagge questo materiale. In mare la plastica si spezza in micro-frammenti che vengono ingeriti da pesci e molluschi ed entrano così nella catena alimentare: i rifiuti che non vengono spiaggiati dalle mareggiate, finiscono direttamente nei nostri piatti attraverso il pescato.
I volontari delle associazioni sono sempre impegnati in operazioni di pulizia e sensibilizzazione e anche domenica prossima il WWF Teramo, insieme alle Guide del Borsacchio e altre associazioni locali, sarà a Cologna per la pulizia delle Foce del Tordino a partire dalle ore 9, ma questo non può bastare! C’è bisogno anche di maggiore educazione e senso civico da parte dei cittadini, di maggior controllo da parte degli organini competenti e di scelte politiche che modifichino i modelli di produzione e consumo.

17.2.22

La scuola incontra il progetto NET4mPLASTIC nell'AMP Torre del Cerrano


L’Istituto Delfico di Teramo sta realizzando il percorso didattico innovativo "A scuola di OpenCoesione" che è finalizzato a promuovere e sviluppare, nelle scuole italiane, principi di cittadinanza attiva e consapevole, attraverso attività di ricerca e monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici europei e nazionali. Gli studenti hanno scelto di approfondire il progetto NET4mPLASTIC Interreg IT-HR, che vede l’Università degli Studi di Ferrara come lead partner e l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano come sito pilota delle attività di ricerca. Per questo domani, venerdì 18 febbraio 2022, gli studenti del Liceo Delfico di Teramo saranno accolti nella sede operativa dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, a Villa Filiani di Pineto, con la collaborazione degli educatori del Centro Studi Cetacei, che curano le attività del progetto Life Delfi, i quali spiegheranno ai ragazzi le interazioni dei mammiferi marini con l’attività umana e i danni che possono causare loro le plastiche disperse in mare. Ci sarà quindi un collegamento con gli esperti dell’Università degli Studi di Ferrara che illustreranno il progetto NET4mPLASTIC. Infine, i ragazzi faranno una passeggiata in Area Marina Protetta per visitare l’habitat dunale con i volontari del WWF Teramo.

11.2.22

Premiazione ad Atri con il WWF!


Questa mattina ad Atri si è svolta la premiazione della prima edizione del Concorso “Presepe sostenibile” organizzato dall’Associazione “L’Istrice” in collaborazione con il WWF Abruzzo e l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri.
Il premio, nato nell’ambito delle manifestazioni natalizie della Città di Atri, ha avuto il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e ha visto la partecipazione di tanti alunni della Scuole dell’Infanzia.
I bambini erano chiamati a realizzare un presepe utilizzando esclusivamente materiali sostenibili e riciclabili avvicinando così i piccoli studenti ai valori della tutela dell’ambiente e della natura che l’Associazione L’Istrice, il WWF e l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri portano avanti attraverso l’educazione ambientale.
I presepi partecipanti sono stati esposti per tutte le feste di Natale nelle vetrine dei negozi di Atri in una scelta di valorizzazione del patrimonio del centro storico dove i negozi e gli esercizi di vicinato giocano un ruolo fondamentale di presidio sociale per il loro legame con il territorio.
I presepi sono stati votati tramite la pagina Facebook dell’Associazione L’Istrice e dalla votazione è scaturita questa classifica:
  • Primi classificati i bambini della scuola di Pediatria dell’Ospedale di Atri;
  • Secondi classificati i bambini della Scuola dell’Infanzia Amaltea di Atri;
  • Terzi classificati i bambini della Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Ravasco di Atri.
Durante la cerimonia di premiazione Antonella Sardi, Vicepresidente dell’Associazione L’Istrice, e Adriano De Ascentiis, Direttore dell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri, sottolineando la bravura di tutti i partecipanti, hanno consegnato ad ognuna delle scuole vincitrici un Kit educativo Panda Club del WWF Italia insieme ad un certificato di adozione di una specie animale in pericolo.

7.2.22

Riflessioni dopo il convegno dell’Università di Teramo e del WWF sul cinghiale


Le problematiche legate all’aumento del numero dei cinghiali, nella nostra regione come nel resto d’Italia, sono state affrontate nel corso del convegno “Il cinghiale e il territorio: dalla ricerca scientifica alla gestione” organizzato dall’Università degli Studi di Teramo e dal WWF Abruzzo venerdì 4 febbraio scorso presso il campus di Medicina Veterinaria a Teramo. Un convegno inquadrato nel Progetto “Tante specie – un solo Pianeta” a cura delle strutture territoriali del WWF nella regione Abruzzo.
La grande partecipazione testimonia l’importanza del tema: vi sono stati oltre 300 iscritti on line e diverse decine di partecipanti in presenza tra cui rappresentanti del mondo accademico, dei Carabinieri Forestali, delle ASL, delle aree naturali protette, delle associazioni ambientaliste e di categoria.
La gestione del cinghiale è una questione complessa che investe e coinvolge molti settori della società e che proprio per la sua complessità richiede interventi basati sulle evidenze scientifiche e sull’analisi dei risultati delle pratiche messe finora in atto. Non a caso il convegno è stato aperto da una relazione del prof. Andrea Mazzatenta dell’Università di Teramo e da una review di oltre 80 pubblicazioni presentata da Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo, e da Marco Galaverni, direttore scientifico del WWF Italia.
In buona sostanza la caccia, così come il cosiddetto selecontrollo, intervenendo sulle dinamiche ecologiche della specie ottiene risultati opposti rispetto alle intenzioni: più abbattimenti e pressione sulla popolazione ci sono, più i cinghiali si riproducono (i numeri quindi aumentano anziché diminuire) mentre i gruppi familiari si destabilizzano. Di conseguenza crescono sia i danni all’agricoltura sia gli incidenti stradali. Lo dimostrano ormai numerosi studi, ma lo dimostra anche l’esperienza pratica: da anni l’emergenza cinghiali si contrasta affidandosi quasi soltanto a doppiette e carabine ma la situazione è tutt’altro che migliorata. Dai dati presentati nel convegno è pure emerso come le catture con i chiusini si sono dimostrate efficaci riuscendo a essere più selettive rispetto al prelievo venatorio come dimostrano alcune esperienze pratiche condotte sul campo nella riserva regionale e Oasi WWF del Lago di Penne e dei Calanchi di Atr. Anche le misure di prevenzione con i recinti elettrificati, laddove sono state attuate, hanno avuto effetti positivi, pur necessitando di alcune accortezze nella fase di installazione e per la manutenzione, come è stato illustrato dall’esperienza della riserva regionale e Oasi WWF dei Calanchi di Atri. Così come vi sono primi esperimenti di sterilizzazione, attraverso interventi però complessi da gestire su ampi spazi.
Evidenze scientifiche che purtroppo difficilmente diventano elemento su cui basare le scelte. Si preferisce invece riproporre da anni sempre le stesse soluzioni anche se non hanno prodotto risultati. L’intero settore continua infatti a risentire dell’approccio per cui la gestione faunistica finisce per coincidere con la gestione venatoria: nulla di più errato! Il caso dei cinghiali dimostra esattamente il contrario: a causa della caccia dagli anni 60 del secolo scorso vi sono state enormi immissioni di cinghiali provenienti dall’Est Europa che hanno finito per determinare un disequilibrio che l’aumento della pressione venatoria non solo non ha risolto, ma ha addirittura fatto aumentare. Se quindi l’obiettivo dichiarato è quello di diminuire il numero dei cinghiali per far diminuire i danni alle colture (e in alcuni casi anche al patrimonio naturale) è inutile aumentare i periodi di caccia arrivando, come è oggi in Abruzzo, a consentire il prelievo venatorio – nella forma della caccia e in quella del selecontrollo – tutto l’anno.
Sul punto va registrata la differente visione della Regione Abruzzo che è intervenuta al convegno con il Vicepresidente Emanuele Imprudente il quale ha ribadito come l’Ente intenda insistere sulla strada fin qui seguita ritenendo che non occorrano ulteriori studi e che sia invece necessario agire rapidamente per risolvere il problema. Una esigenza, quella della rapidità, condivisa da tutti. Non c’è del resto alcuna necessità di ulteriori ricerche, perché gli studi già ci sono! Si tratta solo di adottare le soluzioni che questi propongono, andando poi a costante verifica della loro efficacia. Come ha evidenziato il Prof. Michele Amorena dell’Università di Teramo, che ha introdotto e moderato il dibattito, «è sbagliato pensare di fornire soluzioni semplici a problemi complessi» ed è ancora più sbagliato, ha aggiunto nelle conclusioni Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia, continuare con strategie che fino ad oggi si sono dimostrate a dir poco inefficaci.
Più volte nel corso dell’incontro sono state richiamate le difficoltà che il mondo dell’agricoltura sta incontrando a causa del proliferare dei cinghiali, ma proprio per rispetto a questo mondo è compito di tutti attuare soluzioni efficaci se l’obiettivo è davvero quello di risolvere il problema dei danni alle colture e non quello di consentire la caccia tutto l’anno, persino all’interno di aree naturali protette.
Una vera soluzione è possibile solo attraverso una strategia che coinvolga tutti i portatori di interesse e che si basi esclusivamente sulle evidenze scientifiche e sulle modalità più efficaci. In caso contrario, il rischio è che tra qualche anno avremo tanti cinghiali uccisi in più, ma con ancora più danni di quelli registrati ad oggi. Per questo l’intenzione dell’Università di Teramo e del WWF Abruzzo è quella di continuare a offrire occasioni di riflessione chiedendo disponibilità al settore dell’agricoltura attraverso le associazioni di categoria: solo un confronto aperto e tecnicamente supportato potrà aiutare ad adottare soluzioni davvero efficaci.

3.2.22

Taglio alberi a Montorio al Vomano : bene lo stop, ora si apra un confronto sulla gestione del verde urbano


Nei giorni scorsi è stato bloccato il taglio di 13 alberi in viale Duca degli Abruzzi a Montorio al Vomano. Contro il taglio, disposto dall’Amministrazione Comunale sulla base di una relazione tecnica redatta da un agronomo, si sono sollevate le proteste di molti cittadini e associazioni anche per le modalità con cui lo stesso è stato programmato.
Purtroppo la decisione del Comune di Montorio al Vomano è solo l’ultima di questo genere in ordine di tempo: da tempo si assiste ad un aumento costante di interventi di questo tipo che finiscono per impoverire le città privandole di alberature a volte anche secolari. Oggi gli alberi sembrano quasi percepiti con ansia e timore, sono spesso mal tenuti e oggetto di tagli indiscriminati, nonostante le importantissime e indispensabili funzioni benefiche che svolgono per noi umani e per l’ecosistema in generale. Proprio per questo, pochi mesi fa il Comune di Penne, insieme alla Riserva regionale del Lago di Penne e al WWF Abruzzo, ha diffuso il “Manifesto di Penne per gli alberi” che in 10 punti riporta le fondamentali funzioni che gli alberi svolgono nel biosistema terrestre.
“Sappiamo che lo stop al taglio è solo temporaneo”, evidenzia Claudio Calisti, Presidente del WWF Teramo, “ma rivolgiamo un invito al Sindaco di Montorio al Vomano affinché approfitti di questa fase per aprire un confronto con le associazioni e la cittadinanza sul destino di questi 13 alberi e più in generale sul verde urbano. Comprendiamo che se ci sono situazioni legate alla sicurezza un sindaco ha l’esigenza di intervenire, ma siamo convinti che ulteriori approfondimenti potrebbero magari servire ad evitare il taglio delle piante del viale. La gestione del verde urbano richiede impegno e investimenti – che evidentemente in passato sono mancati – ma è compito degli amministratori cercare ogni soluzione possibile per non rinunciare al patrimonio arboreo di una città. Come WWF non abbiamo motivo di credere che vi sia da parte del Sindaco Altitonante alcun desiderio di abbattere alberi e gli rivolgiamo quindi un appello affinché voglia superare le contrapposizioni maggioranza/opposizione e si faccia promotore di un confronto per illustrare le ragioni della scelta del Comune e per valutare insieme la possibilità di individuare eventuali soluzioni alternative al taglio”.

14.1.22

Il Comune di Roseto degli Abruzzi autorizza un’attività con cani nella Riserva regionale del Borsacchio (AGGIORNAMENTO)


Il Comune di Roseto degli Abruzzi, con delibera di Giunta comunale n. 8 del 13 gennaio 2022, ha autorizzato lo "svolgimento, nei giorni 15 e 16 gennaio 2022, di una verifica zootecnica su lepre all’interno della Riserva Naturale Guidata Borsacchio”.
In pratica si tratta, da quanto si evince dalla delibera, di un’attività svolta all’interno della riserva regionale con cani da caccia che inseguiranno lepri, ma presumibilmente anche altri animali, per verificare l’attitudine dei segugi all’attività venatoria. Il disturbo che simili operazioni arrecano alla fauna è noto e non appare giustificabile all’interno di un’area naturale protetta, considerato che potrebbe essere svolta nel restante parte del territorio provinciale dove la caccia è consentita.
La delibera è stata presa solo nella giornata di ieri e non è quindi stato possibile per il WWF verificare l’eventuale documentazione a corredo della delibera.
Risulta veramente paradossale che dopo quasi due decenni in cui il Comune di Roseto degli Abruzzi si è totalmente disinteressato della gestione della Riserva, oggi autorizzi al suo interno un’attività legata al mondo venatorio.
Il WWF Teramo ha inviato alle Stazioni dei Carabinieri Forestali di Teramo e Roseto degli Abruzzi la richiesta di verifica sulla regolarità dell’iniziativa.

AGGIORNAMENTO: l'attività all'interno della Riserva è stata sospesa.

12.1.22

Inquinamento Fiume Vomano


Nel pomeriggio del 10 gennaio 2022 il WWF Teramo ha ricevuto la segnalazione di uno sversamento nel Fiume Vomano all’altezza di Montorio al Vomano.
Dalle foto inviate e dal racconto di chi era presente sul posto, il corso d’acqua appariva di colore scuro, maleodorante e con molta schiuma. Tale situazione è andata avanti per diverse ore: ciò lascia supporre che lo sversamento sia stato di notevole entità e/o prolungato nel tempo. 
Una situazione simile è stata riscontrata anche nel Fiume Tordino.
Da quanto si è appreso – anche a seguito di un colloquio telefonico del giorno successivo con il comandante dei Carabinieri-Forestali di Teramo, Gualberto Mancini – i Carabinieri-Forestali e l’ARTA Abruzzo si sono recati sul posto a distanza di poco tempo dalle prime segnalazioni dello sversamento, effettuando prelievi dal fiume per le necessarie indagini in tre diversi punti (ponte per Varano, località Cona a Teramo e località Venaquila a Montorio al Vomano).
Da quanto riportato nei resoconti giornalistici dei giorni successivi dalle analisi dell’ARTA sarebbero emersi valori inquinanti molto elevati con presenza massiccia di Escherichia coli, batteri provenienti da contaminazione organica e fecale tipica dei reflui zootecnici, oltre a livelli anomali di ammoniaca, azoto totale e fosforo.
Dalle indagini, sempre secondo le ricostruzioni giornalistiche che hanno riportato anche le dichiarazioni del Sindaco di Montorio al Vomano, lo sversamento sarebbe avvenuto da un’azienda zootecnica di Rocca Santa Maria coinvolgendo prima il Fiume Tordino e poi, attraverso un canale di gronda, il Fiume Vomano.
Sempre da notizie apprese l’intorbidimento delle acque del Vomano sarebbe stato riscontrato fino alla foce, tanto da spingere anche il Sindaco di Pineto ad intervenire sull’accaduto chiedendo la riattivazione del Contratto di Fiume Vomano.