30.12.19

Il WWF Abruzzo presenta il bilancio ambientale 2019


Questa mattina a Pescara si è svolta la tradizionale conferenza stampa di fine anno del WWF. È stata l’occasione per tracciare il bilancio per l’ambiente e per la natura abruzzesi dell’anno che si sta chiudendo.
Come sempre è stato un anno di grande impegno per le quattro organizzazioni locali, le sei Oasi, i Centri di Educazione Ambientale e i nuclei di vigilanza del WWF presenti nella nostra regione. Diversi obiettivi importanti sono stati centrati, ma permangono questioni di fondo irrisolte, mentre continua a mancare un impegno reale e concreto nella lotta ai cambiamenti climatici e verso uno sviluppo veramente sostenibile.
Il bilancio non può non iniziare da uno dei simboli della nostra regione: l’Orso bruno marsicano. Il 2019 è stato l’anno del lancio, con un convegno nazionale a Roma, della campagna WWF “Orso 2x50” che punta al raddoppio dell’esigua popolazione di orso marsicano entro il 2050. Il WWF ha organizzato nuovi campi di volontariato durante l’estate con il patrocinio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e con base operativa nell’Oasi WWF delle Gole del Sagittario: sette le amministrazioni comunali che hanno ospitato le attività, migliaia le persone incontrate, diverse le associazioni coinvolte. Ai campi hanno partecipato ragazzi volontari provenienti da tutta Italia che hanno deciso di impiegare alcuni giorni delle proprie vacanze estive per svolgere azioni in favore dell’Orso, come, ad esempio, osservazioni e raccolta dei segni di presenza, potatura meli e arbusti, posizionamento di recinzioni elettriche, animazione e giochi per bambini, incontri pubblici. Siamo stati presenti soprattutto in zone marginali e al confine del Parco dove però si registra un’espansione dell’Orso e dove si deve lavorare di più per sperimentare azioni volte alla corretta e pacifica convivenza. Grazie ai fondi della campagna “Orso 2x50” e della Regione Abruzzo il personale dell’Oasi WWF Gole del Sagittario e i nostri volontari hanno messo in opera nuovi recinti elettrificati che costituiscono una delle azioni di prevenzione maggiormente consolidate: non solo per la “messa in sicurezza” di allevamenti, pollai, apiari, frutteti, ma anche quale occasione di incontro e formazione per i proprietari stessi e per tutta la comunità. E sempre durante la bella stagione sono state anche messe in sicurezza tre vasche potenzialmente pericolose per rischio annegamento del plantigrado, nei comuni di Anversa degli Abruzzi e Ortona dei Marsi. Proprio negli ultimi giorni dell’anno, però, la morte di un’orsa sulla strada, col dramma vissuto dal suo cucciolo ora solo ad affrontare l’inverno, ha dimostrato che non si fa ancora abbastanza. A fronte di una situazione eccezionalmente grave occorrono provvedimenti eccezionali che coinvolgano tutti i gestori del territorio, ciascuno per il proprio livello. Il WWF e i Parchi faranno, come sempre, la loro parte insieme ad altre associazioni e ai volontari ma occorre un impegno vero e costante a livello istituzionale.
Gli interventi ipotizzati per il prossimo futuro sulle principali montagne abruzzesi vanno invece in tutt’altra direzione: nuovi impianti di risalata e piste da sci, ad esempio, nei Campi della Magnola (Comune di Ovindoli, Zona di Protezione Speciale “Sirente Velino”), per i quali la Regione ha recentemente dato parere positivo per la valutazione di impatto ambientale, nonostante dalla lettura dei documenti appaiano evidenti le criticità ambientali sollevate da più parti, compreso il Parco regionale. È inoltre in cantiere un progetto che avrebbe quale obiettivo quello di collegare le piste situate a Passo Lanciano con quelle di località Mammarosa fino ai 1995 metri della cima della Majelletta. Il tutto in aree di enorme pregio ambientale tutelate sia da un Parco nazionale che dalla Rete Natura2000 dell’Unione Europea. Come se non bastasse si ipotizza anche di riprendere lo sviluppo dei bacini sciistici sul Gran Sasso in pieno Parco! «Come sempre – ha commentato il vice presidente del WWF Italia Dante Caserta - si tratta di progetti a totale costo pubblico che vanno a distruggere ambienti preziosi per realizzare impianti perennemente in perdita. Solo per gli interventi nel Parco della Majella si parla di molti milioni. Ma come è possibile continuare a sperperare soldi della collettività in impianti di risalita in un territorio che, inevitabilmente, nei prossimi anni sarà sempre meno innevato in conseguenza dei cambiamenti climatici già in atto? Anche chi propone questi impianti è del resto evidentemente consapevole di questa criticità, tant’è vero che prevede la realizzazione di impianti di innevamento artificiale. Sottrarre beni comuni come il suolo o l’acqua per opere che non hanno alcun interesse pubblico né reali benefici per la comunità, in nome di una visione antica e superata dello sviluppo della montagna, non può essere in alcun modo condivisibile. La gestione delle aree montane richiede interventi e linee di programmazione e di investimento legate all’unico bene certo di questi territori: l’attrattività ambientale che peraltro può portare turismo tutto l’anno».
Dalla montagna alla costa per parlare di un altro simbolo della natura abruzzese: il Fratino, piccolo trampoliere che sopravvive sul litorale della nostra regione minacciato dalle attività dell’uomo sempre più invasive. Nel 2019 è proseguito il progetto Salvafratino Abruzzo promosso dall’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e dal WWF Abruzzo. Tantissime le attività di promozione e conservazione a favore della specie che ha segnato nel 2019 un miglioramento rispetto all’anno precedente: 43 nidi individuati lungo gli oltre 100 km di costa con un successo di schiusa del 51%. Numeri tuttavia ancora troppo bassi che impongono anche nei prossimi anni un lavoro sempre più intenso.
Ma la ricchezza faunistica dell’Abruzzo non è rappresentata solo da Orso e Fratino. E per proteggere tutto questo patrimonio naturalistico che da sempre il WWF si batte contro una delle principali cause di impoverimento della fauna: la caccia. Quest’anno la Regione Abruzzo ha “pasticciato” non poco con il calendario venatorio, proponendone versioni diverse, spesso contrastanti. Il WWF ha chiesto alla Giunta Marsilio-Imprudente di ritirare le assurde disposizioni previste come la preapertura al 1° settembre (anche alla tortora, una specie gravemente minacciata), l’anticipo e l’estensione del periodo di caccia per quasi tutte le specie, la cancellazione di molti limiti relativi ai carnieri e la scarsa incidenza delle misure per la conservazione dell’Orso bruno marsicano. La Regione non ha tenuto in alcuna considerazione le nostre osservazioni e siamo stati costretti a ricorrere al TAR che ancora una volta ha bocciato il provvedimento regionale. Tra l’altro nel calendario sono state riproposte scelte già censurate negli anni scorsi dal TAR: dieci anni di sconfitte giudiziarie evidentemente non hanno convinto la nuova Giunta Regionale ad avviare un cambio di rotta a favore della tutela della fauna del nostro territorio. Si continua ostinatamente a servire gli interessi della parte più retriva del mondo venatorio piuttosto che quelli della fauna e dell’ambiente. Lo dimostra anche l’ultimo recentissimo “regalo” che la giunta Marsilio-Imprudente ha fatto ai cacciatori, complice il parere favorevole dell'ISPRA, dando la possibilità di sparare anche a gennaio alla beccaccia nonostante la sentenza del TAR Abruzzo che aveva disposto la chiusura al 31 dicembre.
Sul fronte delle aree naturali protette le novità sono state sicuramente le tanto attese nomine del presidente e del direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e del presidente del Parco della Majella (quest’ultimo però ha ancora un direttore facente funzioni). La speranza è che ora si possa lavorare al meglio e che i parchi nazionali possano costituire l’ossatura principale di un vero e proprio sistema di aree naturali protette nella nostra regione.
Purtroppo permane invece la situazione di commissariamento del Parco Regionale Sirente-Velino che va avanti dal giugno del 2015! Una inspiegabile vergogna seconda solo al mancato avvio del Parco nazionale della Costa Teatina istituito nel 2001, perimetrato nel 2015, ma tuttora non attivato.
Solite difficoltà per i finanziamenti delle riserve regionali nonostante uno studio dell’Università del Molise che ha coinvolto quattro aree protette abruzzesi (tra cui due Oasi WWF) abbia dimostrato l’importanza di puntare su queste zone tutelate che restituiscono alla collettività in termini di servizi eco sistemici molto di più di quanto investito.
Nelle aree interne è proseguita la battaglia sul metanodotto SNAM e sulla centrale di Sulmona. Purtroppo il ricorso al TAR delle Amministrazioni comunali e delle Associazioni ambientaliste è stato rigettato, mentre l’istruttoria per il rilascio dell’AIA è attualmente in svolgimento. Nella fase istruttoria, tuttora in corso, vi sono state molteplici evidenze della necessità di riaprire la procedura di VIA, in quanto quella già effettuata è ormai vecchia, superata dalle ulteriori conoscenze acquisite, nonché realizzata in modo frammentario perché riferita alle singole tratte e non a tutta l’opera.
Nel 2019 il WWF ha inoltre consolidato la propria rete di guardie volontarie. Dopo il corso regionale di formazione svolto nel 2018 le nuove guardie stanno diventando operative man mano che vengono rilasciate le varie autorizzazioni da parte degli Enti coinvolti. Un lavoro che proseguirà anche nel 2020 con l’obiettivo di avere nuclei di vigilanza WWF in tutte le quattro province abruzzesi.
Nell’anno che si sta chiudendo sono proseguite anche le grandi battaglie ambientali che hanno caratterizzato gli ultimi anni in Abruzzo.
Prima fra tutte quella per la tutela dell’acquifero del Gran Sasso che rifornisce d’acqua oltre 700.000 abruzzesi e che è minacciato dalle sostanze utilizzate nei Laboratori sotterranei dell’INFN e dalle gallerie autostradali. Anche il 2019 è passato senza che si facesse nulla di concreto per la messa in sicurezza del sistema. A fine anno è arrivata, in ritardo di mesi, la nomina del nuovo commissario straordinario. Nel frattempo, anche qui con ritardi e false partenze, si sta avviando il processo davanti al Tribunale di Teramo per l’incidente del maggio 2017 che vede tra gli imputati i vertici della Strada dei Parchi SpA, della Ruzzo Reti SpA e dei Laboratori dell’INFN. L’impegno del WWF, che opera anche attraverso l’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, è quello di arrivare nel 2020 allo spostamento delle sostanze pericolose dai Laboratori e all’avvio della messa in sicurezza definitiva del sistema Gran Sasso.
Ferma anche la bonifica del sito di Bussi sul Tirino, una situazione evidenziata ormai ben 12 anni fa e per la quale non si sono fatti concreti passi in avanti neppure nel 2019.
Resta assurda, a fronte delle alluvioni che si ripetono in ogni angolo d’Italia, la situazione dell’area del centro commerciale Megalò a due passi dal fiume Pescara a Chieti. Si continua infatti a insistere con progetti per le nuove costruzioni nonostante le evidenti problematiche. Il WWF continua a contrastare ogni nuova proposta in tutte le sedi, a iniziare delle aule dei tribunali.
Uguale impegno contro la realizzazione della terza discarica in contrada Santa Lucia ad Atri mentre ancora si attende la messa in sicurezza dei due lotti già realizzati.
Non sono stati risolti i problemi di inquinamento ed erosione dei corsi d’acqua così come quella dell’operatività di tanti depuratori. Promesse e primi investimenti sembrano andare nella direzione giusta, ma i dati dell’ARTA continuano ad presentarci un quadro allarmante e molto lontano dall’obiettivo del buono stato di tutti i corsi d’acqua che avrebbe dovuto essere ottenuto già da anni.
Nelle ultime settimane dell’anno le mareggiate hanno inoltre messo a nudo la fragilità della costa. I fenomeni erosivi vengono aggravati dalla cattiva gestione dei fiumi che non trasportano più materiale solido nelle quantità necessarie a ricreare la spiaggia e dalla costante occupazione del litorale con nuove costruzioni. Il WWF continua a denunciare come la realizzazione di pennelli o di barriere frangiflutti lungo alcuni tratti di mare, ma anche i rinascimenti una tantum senza criterio sono solo interventi molto costosi che non risolvono il problema, ma anzi finiscono per aggravarlo.
Tante altre sono state le vertenze che hanno visto impegnato il WWF abruzzese nel 2019 e ancora di più le attività di promozione, formazione ed educazione ambientale. Sommando tutte le iniziative, possiamo dire con orgoglio che sono stati organizzati almeno due o tre eventi a settimana: convegni, incontri pubblici, giornate di pulizia delle spiagge, laboratori didattici, corsi di formazione, escursioni, viste guidate, attività di campo.
Il tutto svolto grazie al lavoro dei volontari, che nel corso della conferenza stampa di fine anno sono stati ancora una volta ringraziati: «Senza i presidenti delle sezioni locali e gli altri quadri del WWF Abruzzo, ma soprattutto senza gli attivisti – ha sottolineato Caserta – non potremmo fare tutto quello che da anni realizziamo in questa regione. Per questo possiamo ben dire, con orgoglio, volontari del WWF: una forza della natura».

19.12.19

Impianto trattamento rifiuti liquidi a Nereto: un'area già compromessa merita altri interventi

 
Domani il Comitato VIA tornerà ad occuparsi del progetto per la realizzazione di una piattaforma di rifiuti liquidi non pericolosi nella zona industriale di Nereto (TE), intervenendo anche sulle concessioni di derivazioni di acque.
Il procedimento autorizzatorio è stato avviato ad ottobre 2017 e già questo indica un primo grosso problema: tra stop, rinvii, integrazioni e riavvi sono due anni che la questione va avanti nonostante le procedure per le valutazioni ambientali prevedano tempi certi per prendere decisioni nell’interesse di tutta la collettività.
Il secondo aspetto problematico è proprio quello dell’interesse collettivo. Contro la realizzazione di questo intervento si sono pronunciati tantissimi cittadini e molte istituzioni ad iniziare dall’amministrazione comunale sul cui territorio dovrebbe sorgere l’impianto. È assurdo che la costruzione di un impianto destinato al trattamento di 36.000 mc di rifiuti liquidi venga pianificata senza che si sia svolta preventivamente una fase di ascolto e confronto con le popolazioni interessate affinché si possa giungere ad una serena valutazione dell’opera e delle sue ricadute ambientali, sanitarie e sociali.
L’aspetto ambientale è altrettanto problematico: l’impianto ricadrebbe in un’area che comunque viene individuata come una delle più compromesse dal punto di vista ambientale dell’intera provincia. Secondo i dati dell’ARTA riferiti al triennio 2015/17 il torrente Vibrata, che sorge a poche decine di metri dall’impianto, presenta tratti classificati in stato “pessimo” mentre la falda della zona si trova in stato “scadente”.
Una simile situazione dell’ecosistema fluviale ha ripercussioni su tutta l’area fino alla costa e al mare e dovrebbe spingere ad avviare una decisa azione per ricercare le fonti inquinanti, ridurre gli apporti di origine industriale e agricola che determinano tale compromissione ambientale, mettere in atto interventi di bonifica per ricreare condizioni di naturalità minime.
Sul sito interessato, peraltro, sono stati segnalati ulteriori problemi legati al rischio di esondazione e al rischio sismico.
Alla luce di queste considerazioni il WWF Teramo auspica che il Comitato VIA e tutti gli enti ancora chiamati ad esprimere i loro pareri vogliano dare un segnale di attenzione all’ambiente e alla salute dei cittadini non autorizzando la realizzazione di questa piattaforma di rifiuti liquidi.

13.12.19

Con il freddo pensiamo anche ai nostri amici pennuti!


La quota neve non si è ancora abbassata a livelli collinari, ma il mese di dicembre è caratterizzato in ogni angolo della regione da temperature particolarmente rigide che stanno mettendo in difficoltà la vita degli animali selvatici, compresi quelli che popolano i nostri giardini e le nostre città. È ben noto del resto che, ad esempio, la mortalità degli uccelli in inverno è più alta che non nel resto dell'anno. In questa stagione il WWF ricorda a tutti che è il momento giusto per dare un aiuto ai nostri amici pennuti che tanto ci donano con la loro presenza e i loro gradevoli gorgheggi, migliorando la qualità della nostra vita quotidiana. Sistemare una mangiatoia in giardino, sul balcone o su un davanzale, oltre che rappresentare un valido e concreto aiuto per gli animali in difficoltà, ci permetterà di rilassarci praticando un comodo birdwatching casalingo, ci consentirà di saperne di più sugli uccelli che frequentano la nostra zona e ci darà l'occasione per scattare qualche bella foto.
 
 
Le mangiatoie potranno essere acquistate con una modica spesa presso qualsiasi rivendita di cibo per animali e in altri negozi di settore ma se abbiamo un po’ di tempo ci potremmo anche dilettare nella costruzione faidate: on line si possono trovare parecchi tutorial che ci guidano nella tutt’altro che difficile impresa. Un passatempo piacevole che ci consentirà di dare libero sfogo alla creatività, magari usando materiale di recupero (vedi foto allegate), con ulteriori vantaggi per l’ambiente.
Se poi non vogliamo né spendere pochi spicci né impegnare tempo nel lavoro manuale, potremo anche limitarci ad appendere al ramo di un albero una collanina di arachidi realizzata facendo passare all’interno delle noccioline dello spago o del fil di ferro. Una scelta che ad esempio le cinciarelle, spesso molto confidenti, certamente gradiranno. Tutti i granivori apprezzeranno invece alcune spighe di panico intrecciate adagiate sui rami o una mangiatoia, naturale al 100%, realizzata con la buccia di un arancio tagliata a coppa poggiata o appesa colmata con una bella miscela di semi, di quelle che si comprano di solito per i canarini.
Circa il cibo da offrire, oltre le miscele di cui s’è appena detto (tra gli altri canapa, miglio e avena), tra le sementi più apprezzate possiamo annoverare i semi di girasole, di cui esiste anche una cultivar nera tipica abruzzese. Come frutti si potranno utilizzare invece quelli che ci offre la stagione come cachi, pere, mele e datteri ma anche frutta secca sbriciolata, molto gradita a esempio dai pettirossi. È anche possibile fare di più realizzando delle mini tortine impastando strutto o margarina con briciole dolci e semi misti, da mettere poi a disposizione degli uccellini nelle retine delle confezioni dei limoni appese al ramo di un albero. Una offerta certamente molto gradita. Se poi non abbiamo tempo di metterci a impastare ma non vogliamo rinunciare al piacere di offrire un pasto energetico ai nostri amici alati, sappiate che le tortine si possono anche acquistare presso i negozi di prodotti per animali; in casa inoltre ci saranno con ogni probabilità qualche biscotto o altri dolcetti… Dobbiamo invece evitare le inadatte briciole di pane e nel modo più assoluto i semi salati.
 
 
Infine qualche consiglio di carattere generale: le mangiatoie vanno tenute sempre pulite per evitare che il cibo ammuffisca; può essere utile, specie per i modelli senza copertura a tetto, realizzare sul fondo qualche foro per il drenaggio dell'acqua piovana; la collocazione migliore è in un punto tranquillo del giardino, magari protetto dalla vegetazione, dove la fauna selvatica di senta al riparo, ma che al contempo ci permetta l'osservazione e lo studio delle specie che vorranno farci visita. Importantissimo sarà offrire il cibo a una altezza tale da garantire la sicurezza degli uccelli. Ricordiamoci anche del fatto che i gatti sono i maggiori predatori degli uccelli nelle aree urbane: tenerli in casa nei giorni di maggiore freddo e ancor più quando c’è neve sarà una preziosa accortezza per l’avifauna. Passeri, cince, cinciarelle, cinciallegre, merli, storni, pettirossi, tortore, fringuelli ma anche il picchio muratore e tantissime altre specie meno comuni vi ringrazieranno e vi faranno compagnia per un inverno un po’ meno freddo, in armonia con la natura.

10.12.19

Servizi ecosistemici da milioni di euro grazie alle Riserve Regionali!

 
Quattro riserve regionali abruzzesi valgono oltre due milioni di euro in termini di servizi ecosistemici “forniti”. È quanto emerge da uno studio elaborato nell’ambito di un progetto coordinato dal Prof. Davide Marino dell’Università degli Studi del Molise, esperto di contabilità ambientale e servizi ecosistemici, che sarà presentato in un incontro pubblico che si terrà presso la sala convegni della Stazione di Pescara Centrale giovedì 12 dicembre dalle ore 9.30.
Il convegno, promosso dall’Istituto Abruzzese per le Aree Protette (IAAP), Legambiente Abruzzo e WWF Abruzzo, vedrà la partecipazione tra i relatori del Vice Presidente della Regione, Emanuele Imprudente, del Vice Presidente del WWF Italia, Dante Caserta, del Presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco, e del Responsabile dell’Ufficio Aree Protette, Igino Chiuchiarelli.
Durante i lavori saranno illustrati i risultati del progetto pilota che ha definito una proposta per un modello di valutazione dell’efficacia e dell’efficienza di gestione delle riserve regionali che potrà fornire elementi per monitorare il raggiungimento degli obiettivi delle riserve, migliorandone così la gestione.
Lo studio, condotto su 4 riserve naturali abruzzesi (Calanchi di Atri, Gole del Sagittario, Monte Genzana e Lecceta di Torino di Sangro), ne ha calcolato il valore in termini di servizi ecosistemici, vale a dire di benefici multipli forniti dagli ecosistemi all’uomo (servizi di supporto quali formazione del suolo e produzione primaria, di approvvigionamento di cibo, acqua e materie prime, di mitigazione dei cambiamenti climatici, di contenimento dell’erosione, ma anche di promozione territoriale e culturale come turismo, cultura, ecc.).
È così emersa, in maniera evidente, l’importanza delle aree naturali protette, capaci di fornire enormi benefici a fronte di piccoli investimenti: ogni euro impiegato dalla Regione Abruzzo nelle sue riserve regionali ne produce 5.958 in benefici ecosistemici, tanto che le quattro riserve prese in considerazione, ad una prima valutazione, valgono da questo punto di vista complessivamente ben 2.216.739.806 euro.
Lo studio ribadisce la necessità di individuare standard minimi e obiettivi di conservazione, tramite linee guida regionali, introducendo degli indicatori e una metodologia che aiuti a valutare efficacia ed efficienza della gestione e a programmare su tempi medio-lunghi.
Ciò che appare indispensabile è però garantire maggiori risorse alle aree protette regionali. Negli ultimi anni, infatti, il numero delle riserve è cresciuto mentre sono rimasti fermi i finanziamenti stanziati.
Senza considerare, poi, che alcune delle riserve regionali sono diventate anche dei modelli di sviluppo sostenibile affiancando alla finalità principale della conservazione quella della crescita socio-economica delle aree interne o marginali, spesso svantaggiate dai modelli di sviluppo tradizionali. Anche per questo è necessario garantire finanziamenti adeguati a quelle realtà che hanno avviato un percorso virtuoso facendo nascere piccole, ma significative economie locali capaci di dare occupazione e contrastare quindi lo spopolamento delle aree interne.Lo studio mette poi in evidenza come il deficit tra finanziamenti e attività da svolgere viene colmato con il volontariato per il 40% tramite reti di associazioni e volontari legate alle Riserve che coprono attività che altrimenti non sarebbero svolte. Il lavoro dei volontari, preziosissimo, diventa indispensabile e rappresenta una risorsa aggiuntiva su cui però gli enti gestori non possono effettuare una programmazione pluriennale.
Emerge la necessità di dare pertanto stabilità al personale delle Riserve Regionali che vive nella precarietà più estrema legata di anno in anno alle disponibilità di bilancio e che rende difficile la programmazione.
A ben guardare i fondi ordinari non sono sufficienti neanche per dare attuazione agli interventi previsti nei Piani d’Assetto Naturalistici approvati dalla stessa Regione che sempre di più dovrà destinare in maniera funzionale e diretta parte dei fondi comunitari (PSR, POR ecc.) legandoli anche alla programmazione e alla progettazione per intercettare ulteriori finanziamenti della Rete Natura2000 dell’Unione Europea.
La proposta rivolta alla Regione è quella di avviare un percorso di governance che coinvolga tutti gli attori in campo, per attuare efficacemente la salvaguardia della biodiversità, garantire il flusso dei servizi ecosistemici, assicurare finanziamenti adeguati alle realtà consolidate e nuovi finanziamenti a quelle nascenti, risolvendo le criticità e l’attuale precarietà nell’ottica di avere un vero e proprio sistema di aree protette regionali, efficace ed efficiente secondo le indicazioni dell’Unione Internazionale della Conservazione della Natura (IUCN).

8.12.19

A Natale regalati o regala l'iscrizione al WWF!


Cara/o Amica/o,
il 2019 sta finendo ed è tempo di bilanci.
I volontari del WWF Teramo hanno portato avanti tante iniziative in difesa dell'ambiente della nostra provincia. Decine e decine di attività, incontri, eventi, manifestazioni... (su questo nostro blog puoi avere un'idea di quello che facciamo).
Ti chiediamo di essere dalla nostra parte e di aiutarci.
A Natale iscriviti o regala un'iscrizione al WWF!
E quest'anno hai anche un'ottima ragione in più per farlo: ai nuovi soci che si iscriveranno entro il 31 dicembre 2019 regaleremo (fino a esaurimento scorte) un buonissimo panettone artigianale realizzato appositamente per noi.
Non perdere questa occasione.
Per informazioni, scrivi a teramo@wwf.it.

4.12.19

Che fine ha fatto la Dichiarazione di emergenza climatica del Comune di Teramo?


Il 27 giugno scorso il Consiglio comunale di Teramo, seguendo l’esempio di tante altre amministrazioni e richiamando l’azione del movimento “Global Strike for Future” lanciato da Greta Thunberg in tutto il mondo, ha approvato una mozione con la “Dichiarazione di emergenza climatica ed ambientale”.
Nei 6 mesi successivi il Comune avrebbe dovuto predisporre iniziative per la riduzione delle emissioni e per la promozione delle energie rinnovabili, per l’incentivo del risparmio energetico nella pianificazione urbana, mobilità, riscaldamento e raffreddamento degli edifici, nonché per la riforestazione in città. Il tutto si sarebbe dovuto fare attraverso il coinvolgimento attivo di cittadini e associazioni.
Il WWF Teramo apprezzò molto, anche pubblicamente, l’azione del Consiglio comunale che si era fatto carico di un problema globale.
Siamo però entrati nell’ultimo dei sei mesi previsti per fare (o almeno iniziare a fare) quanto promesso e purtroppo non risulta che sia stato compiuto nessun atto concreto, a meno che non si vogliano considerare le piante messe a dimora recentemente in occasione della Festa dell’albero (che probabilmente non pareggiano neppure il conto con quelle tagliate nel frattempo).
Non è stato neppure convocato un primo incontro per illustrare le iniziative che si intendono prendere o per raccogliere i contributi di idee e proposte da parte della cittadinanza.
Quella contro i cambiamenti climatici è la principale battaglia che il Pianeta si trova ad affrontare e una “Dichiarazione di emergenza climatica ed ambientale” non può rimanere sulla carta: è un impegno serio a cui devono necessariamente seguire atti concreti.
Questa inattività da parte del Comune è inspiegabile e molto deludente.
Il WWF Teramo conferma di essere pronto a collaborare con l’Amministrazione e con i cittadini per creare un vero e proprio laboratorio di idee per la sostenibilità ambientale e climatica nella nostra città a cui far seguire provvedimenti concreti. E, vista l’importanza della posta in gioco, non può che auspicare che l’Amministrazione Comunale voglia rimediare a questo passo falso (meglio: a questa mancanza di passi!) e promuovere da subito una strategia di contrasto, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici facendosi promotore di un confronto per e con tutta la città.