29.8.20

Settimana dell'Educazione Ambientale del WWF in Abruzzo



Oggi a Pescara conferenza stampa del WWF Abruzzo per presentare la Settimana dell'Educazione Ambientale del WWF in Abruzzo.
Un corso di formazione per insegnanti, itinerante tra i Centri di Educazione Ambientale (CEA) WWF e le Oasi WWF in Abruzzo. È questa la proposta dell’Associazione del Panda per l’avvio dell’anno scolastico: una settimana, dal 3 al 10 settembre, all’insegna della formazione e della natura.
Il ritorno tra i banchi è ormai imminente e la ripartenza è caratterizzata da dubbi e incertezze sul futuro a causa dell’emergenza Covid. Le riflessioni nei mesi scorsi hanno fatto emergere con forza e con chiarezza come il rapporto rispettoso con l’ambiente sia fondamentale non solo per la conservazione del patrimonio naturale, ma anche per il nostro benessere e la ripartenza non può che essere caratterizzata da un ripensamento dei nostri stili di vita e da scelte quotidiane più sostenibili.
Per questo il WWF propone a inizio anno scolastico un approfondimento e un momento di formazione per gli insegnanti e per gli operatori dei CEA, che hanno un ruolo centrale nell’educazione dei ragazzi e dunque, di riflesso, su tutta la società.
“I corsi saranno organizzati nei Centri di Educazione Ambientale WWF della nostra Regione, spesso ospitati all’interno di Riserve Naturali Regionali e Oasi WWF – dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo – Le tematiche vanno dalla scoperta delle erbe selvatiche e del mondo delle api, alla conoscenza delle aree protette, alla riflessione sulla convivenza con i grandi mammiferi, sui cambiamenti climatici e sulla produzione e consumo nel nostro quotidiano. Le metodologie sono quelle che il WWF utilizza nelle sue azioni formative: le attività laboratoriali, l’approccio ludico e dell’imparare facendo, la messa in campo delle competenze degli alunni. Gli interventi didattici che si propongono mirano a stimolare nei ragazzi l'osservazione del mondo che li circonda, partono dalle loro esperienze concrete e li invitano all'individuazione e all'adozione di soluzioni personali e praticabili. Si tratta inoltre, e nell’attuale contesto non è cosa di poco conto, di proposte didattiche che si possono sviluppare anche al di fuori delle aule”.
Ai docenti e alle scuole è stato inviato un documento con le informazioni sulla settimana dell’educazione ambientale e sui corsi proposti, ma anche sulla rete territoriale del WWF, la cui struttura educativa è diffusa in tutta la regione. Il materiale e le informazioni per prenotare la partecipazione ai corsi possono essere richiesti all’indirizzo abruzzo@wwf.it.
La presenza del WWF in Abruzzo è caratterizzata da 7 Centri di Educazione Ambientale (Oasi di Penne; Cortino nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga; Oasi di Atri; Oasi di Anversa degli Abruzzi; Oasi di Borrello; Oasi di Serranella; Oasi di Martinsicuro); un Centro di Documentazione Ambientale a Teramo con oltre 2.500 libri e riviste su tematiche ambientali e naturalistiche; il LAPISS, Laboratorio per le Aree Protette e lo Sviluppo Sostenibile di Penne nato dalla collaborazione tra WWF, Regione, Comune, Federparchi e Coop. Cogecstre.
Le quattro strutture di volontariato (Abruzzo Montano; Chieti-Pescara; Teramo; Zona Frentana e Costa teatina), al pari dei Centri di Educazione Ambientale, oltre alla partecipazione a eventi nazionali WWF con attività di sensibilizzazione rivolte in particolare agli studenti (Earth Hour, Festa delle Oasi, Urban Nature), svolgono iniziative di formazione, anche su richiesta e attraverso contatti diretti con le scuole, su tematiche di interesse generale.
Il WWF è accreditato dal Ministero dell’Istruzione come Ente di formazione docenti: ai partecipanti ai corsi saranno consegnati attestati di presenza. Da oltre 40 anni il WWF è impegnato nelle scuole per diffondere nei ragazzi l'amore per l'ambiente il cui vivono e il rispetto per tutte le specie viventi, attività per le quali ha ricevuto molteplici riconoscimenti. Negli anni sono stati oltre un milione e 250mila gli alunni che hanno utilizzato i nostri programmi didattici mentre oltre 15.000 insegnanti che hanno scelto i nostri percorsi educativi. Quasi 4.000 ogni anno sono infine le classi che adottano i programmi WWF.
Alla conferenza stampa, accanto al delegato regionale Filomena Ricci, hanno partecipato in rappresentanza della rete territoriale WWF: Nicoletta Di Francesco, presidente del WWF Chieti-Pescara, Carlo De Laurentis, presidente dell’Associazione Istrice che si occupa di educazione ambientale nel CEA dell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri e Damiano Ricci, referente del CEA Bellini dell’Oasi WWF di Penne.

Tornano le vongolare nell'Area Marina Protetta Torre di Cerrano?



Nei giorni scorsi sono giunte diverse segnalazioni al WWF in merito alla presenza di vongolare nel tratto di mare dell’Area Marina Protetta Torre di Cerrano.
In particolare nella giornata di ieri – venerdì 28 agosto – 6 vongolare in azione di pesca sono state avvistate nel tratto di mare tra la foce del torrente Calvano e la Torre di Cerrano. È stata effettuata una segnalazione agli organi di polizia competenti.
Attualmente ci si trova in una fase di fermo biologico e le uniche attività consentite sono state regolamentate escludendo ovviamente il tratto di mare dell’AMP.
Nell’area è anche presente un impianto di sorveglianza monitorato dalla Capitaneria di Porto per cui dovrebbe essere facile tenere sotto controllo il tratto di mare ricompreso nell’AMP.
Come è noto l’attività delle vongolare è vietata all’interno di tutte le aree marine protette a causa del pesantissimo impatto che le turbosoffianti utilizzate per questo tipo di pesca determinano sul fondo marino che viene aspirato, arato e completamente stravolto durante le attività di pesca.
La vicenda della pesca illegale con le vongolare all’interno dell’AMP Torre di Cerrano è una storia lunga che ha avuto anche diversi passaggi davanti alla giustizia amministrativa alla quale si è rivolto il COGEVO risultando sempre soccombente nei confronti dell’Ente di gestione dell’AMP e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
In tutte le sedi sia amministrative (ad iniziare da ISPRA e Ministero) che giudiziarie è stato sempre ribadito il divieto di ingresso di vongolare turbosoffianti nel tratto di mare ricompreso nell’AMP Torre di Cerrano che peraltro riguarda solo 7 dei circa 130 km di costa abruzzese.
Negli anni passati sono state molteplici le violazioni e più volte sono state fatte segnalazioni alle forze dell’ordine. Negli ultimi tempi il fenomeno si è molto ridotto ed è per questo che si deve vigilare affinché queste violazioni di legge non siano tollerate. Non si possono vanificare in pochi giorni i risultati di conservazione che dall’istituzione dell’AMP si sta raggiungendo nell’area a favore della biologia marina che è sotto fortissima pressione nel resto del mare abruzzese come in tutto il Mare Adriatico.
Il divieto di pesca peraltro rappresenta un vantaggio anche per gli stessi vongolari: avere un tratto di mare tutelato permette una riproduzione costante di vongole di ottima qualità che poi si diffondono anche sugli altri tratti di mare dove la pesca alle vongole è consentita.
Il WWF auspica maggiori controlli da parte di tutti gli organi competenti, a partire dall’AMP Torre di Cerrano che deve continuamente stimolare le Forze dell’Ordine ad effettuare verifiche puntuali e rapide, e un comportamento responsabile da parte di tutti gli operatori del settore.

26.8.20

Mangialonga dei Borghi 2020



La Mangialonga dei Borghi fa parte del calendario di eventi “Esploratori con Gusto”, finanziato dall’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e organizzata dal WWF Teramo e dal Centro di Educazione all’Ambiente WWF “Monti della Laga”.
Siamo arrivati alla terza edizione.
La partecipazione è gratuita. Quest’anno, su disposizione dell’Ente Parco, il numero dei partecipanti (esclusi organizzatori e guide) è fissato a 15 a causa dell’emergenza CoViD-19.
Durante l’iniziativa saranno rispettate le disposizioni per evitare la diffusione del contagio (misurazione della temperatura ad avvio escursione, utilizzo della mascherina, distanziamento, precauzioni nella somministrazione di cibo e bevande).
I minorenni possono partecipare solo se accompagnati dai genitori o da soggetti da questi autorizzati. 

Di seguito alcune informazioni importanti. 
La Mangialonga si svolgerà domenica 6 settembre a partire dalle ore 8.30. Sarà una passeggiata facile con diverse tappe e si concluderà verso le ore 13:00. Nelle tappe e all’arrivo sarà possibile assaggiare prodotti tipici locali (è previsto un menù vegetariano).
L’itinerario parte da Piano Roseto di Crognaleto e passerà per il Santuario Madonna della Tibia, centro di Crognaleto e si concluderà a Piano Vomano.
Il percorso, indicativamente di 4 ore comprese le soste, sarà di circa 7,5 km con un dislivello di 108 mt in salita e 305 mt in discesa: si tratta di un’escursione facile, adatta anche ai bambini. Sono però necessarie voglia di camminare e disponibilità ad attenersi alle indicazioni delle guide.
Importante portare scarpe da trekking o equivalenti (niente tacchi, infradito, ecc.), piccolo zaino, borraccia di acqua, k-way (o mantellina antipioggia) e maglietta di ricambio. Sono utili binocolo e macchina fotografica.
L’organizzazione si riserva il diritto di non far partecipare quanti non avranno attrezzature adeguate (in particolare le scarpe).
Poiché il percorso non è un anello, le auto saranno lasciate al punto di partenza e al termine dell’escursione l’autista dell’auto (1 autista per auto) sarà accompagnato a riprenderla con un servizio navetta (è quindi possibile dover aspettare un po' di tempo in attesa del proprio turno).
Chi partecipa alla Mangialonga dei Borghi non potrà partecipare all’Aperilaga, altra iniziativa organizzata dal WWF Teramo nell’ambito del calendario di eventi “Esploratori con Gusto”, finanziato dall’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

24.8.20

Calendario venatorio 2020/21: in ritardo e pieno di insidie per la fauna abruzzese


Il WWF Abruzzo ha presentato, come ogni anno, le proprie osservazioni alla bozza di calendario venatorio regionale sia in fase di consulta venatoria sia nella fase della valutazione di incidenza (Vinca). Il contributo dell’Associazione, frutto di considerazioni basate su rilievi tecnico-scientifici, sembra non essere stato preso in considerazione. Se il calendario sarà approvato senza modifiche, ci si costringerà quindi all’ennesimo ricorso ai giudici amministrativi del TAR per far valere gli interessi di tutti i cittadini abruzzesi, affinché si riducano gli impatti della caccia sulla fauna selvatica.
Il WWF torna a chiedere, come ogni anno, l’apertura unica fissata al 1° ottobre per tutte le specie ornitiche. Nel calendario proposto sono previste invece aperture a settembre per diverse specie; in particolare preoccupa quella alla Tortora selvatica, specie indicata nelle valutazioni europee come in precario stato di conservazione (SPEC 1 in BirdLife International, 2017). Tra le altre istanze formulate dal WWF, c’è la richiesta di una maggiore tutela per l’Orso bruno marsicano, con la definitiva esclusione della caccia in minibraccata e una valutazione dell’incidenza dell’effetto di accumulo dovuto alle diverse forme di caccia: si aggiunge, infatti, nelle aree di presenza della specie, oltre a quella ordinaria anche quella di selezione.
Si ribadisce inoltre il fatto che la Regione Abruzzo continua a omettere nel calendario venatorio le disposizioni previste dalla Delibera di Giunta n. 480 del 05 luglio 2018 che definisce la perimetrazione dell’Area Contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Si utilizza una terminologia impropria, ma ancor più grave, a due anni dall’approvazione dalla delibera, si omette di predisporre tutti gli atti consequenziali all’istituzione dell’Area Contigua e previsti dalla L. 394/91 e s.m.i. come la modifica del carico venatorio e la definizione di modi e tempi di caccia distinti per l’Area.
L’Associazione interviene anche sulla Coturnice, specie con un trend negativo in tutta la regione. La Coturnice viene classificata come SPEC 1 e la popolazione italiana costituisce il 26% di quella europea. Di conseguenza l’approccio di gestione alla specie e, dunque, anche l’aspetto venatorio, deve essere necessariamente di tipo precauzionale. Il WWF chiede per questo la sospensione della caccia alla Coturnice in Abruzzo, fino a quando non verranno raccolti dati in grado di definirne la diffusione e il trend.
Anche l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che si occupa a livello nazionale di rilasciare pareri alle Regioni in merito ai calendari venatori, ha espresso perplessità sulla bozza predisposta dalla Regione Abruzzo. Forti critiche sono giunte anche dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (unico Ente ad aver presentato le osservazioni), il quale ha sottolineato come specie quali l’Orso e la Coturnice non siano opportunamente tutelate.
Dichiara Filomena Ricci, Delegato regionale del WWF Abruzzo: “Il calendario venatorio, secondo quanto disposto dalla legge regionale abruzzese deve essere approvato entro il 15 giugno di ogni anno. Anche questa volta la Giunta ha disatteso la norma che essa stessa si è data. Temiamo che questo ritardo possa rappresentare una inutile e misera strategia per frenare il nostro ricorso, in particolare per impedire che venga bloccata dai giudici la pre-apertura e l’apertura della caccia a settembre. Per impedire i ricorsi basterebbe invece rispettare le regole, nell’interesse anche della parte migliore del mondo venatorio”.
Ricordiamo che la Giunta Marsilio-Imprudente, che ha seguito e forse aggravato la politica eccessivamente filo-venatoria dei governi regionali che l’hanno preceduta, è già stata bocciata in passato ben quattro volte dai giudici amministrativi a causa di atti privi di legittimità e di contenuto tecnico-scientifico.
Martedì 25 agosto è stata convocata la riunione del Comitato VIA della Regione Abruzzo che dovrà valutare l’incidenza del calendario venatorio nei siti Natura 2000. Anche in questa occasione il WWF ha chiesto di essere presente per chiedere priorità alla tutela delle specie selvatiche, patrimonio di tutta la comunità e non trastullo di chi si diverte a sparare e uccidere.

12.8.20

Oasi WWF Fosso Giardino: Natura in sicurezza!


È stato illustrato questa mattina in una conferenza stampa il nuovo sistema di visita dell’Oasi WWF Fosso Giardino di Martinsicuro (TE). 
Con la riapertura delle attività nell’Oasi, visitatori e appassionati di natura possono utilizzare uno strumento innovativo per la visita guidata: si tratta di uno speciale percorso digitale con l’applicazione qr-code, studiato e messo a punto dalla Coop. Clematis in collaborazione con la Cogecstre Edizioni di Penne, uno dei primi realizzati in Abruzzo.
Con l’utilizzo del proprio cellulare, scaricando una semplice app, si possono osservare (e ascoltare) piante e animali presenti nell’Oasi, dai più comuni ai più rari.
La visita comprende quattro percorsi ognuno dei quali è distinto da un colore. Tutti i percorsi sono raccolti cronologicamente in venti stazioni allestite su paletti in legno e distribuiti nei punti più interessanti dell’Oasi: le postazioni virtuali lungo il sentiero natura illustrano ai visitatori il paesaggio, la pineta, l’ecosistema dell’Oasi con speciali approfondimenti su flora, fauna e situazione idrologica. Esperti biologi, botanici, forestali e zoologi illustrano le caratteristiche dell’Oasi anche con cenni storici. Le venti postazioni sviluppano oltre settanta minuti e consentono di conoscere la natura di questa oasi urbana che, benché vicinissima al centro abitato di Martinsicuro, conserva importanti ecosistemi botanici e forestali e numerose specie animali come gheppi, poiane, picchi rossi, scoiattoli, istrici, volpi e caprioli.
Con questo metodo ogni visitatore diventa Guida della sua escursione e può adattarsi il proprio percorso come meglio crede: il tutto nel pieno rispetto delle norme previste per il distanziamento dettate dall’emergenza CoViD-19. 
“Il nuovo percorso virtuale rappresenta una novità didattica progettata dal Centro di Educazione Ambientale dell’Oasi”, dichiara Morena Ciapanna, presidente della Coop. Clematis. “L’innovazione tecnologica ci permette, attraverso i filmati realizzati da Renato Ventoso e Fernando Di Fabrizio, di ascoltare le spiegazioni di esperti naturalisti offrendoci la possibilità di interagire con loro. Per noi della Coop. Clematis, poi, vi è un altro valore aggiunto legato al sociale, settore nel quale siamo impegnati da sempre: con speciali schede qr-code, anche le persone con difficoltà motorie potranno conoscere e scoprire virtualmente le bellezze dell’Oasi, semplicemente dai propri cellulari o dallo schermo gigante dell’Oasi in caso di gruppi organizzati”. 
“L’offerta delle nostre Oasi cresce di giorno in giorno”, aggiunge Filomena Ricci, delegato regionale del WWF. “In Abruzzo abbiamo 6 Oasi WWF e altre 5 aree dove operiamo in collaborazione con amministrazioni e gruppi locali. Questa rete di aree naturali protette, centri di educazione all’ambiente e centri visita rappresenta un modello importante di valorizzazione del territorio, oltre ovviamente di conservazione della natura. L’esperienza dell’Oasi Fosso Giardino è per noi molto interessante perché si tratta della prima Oasi urbana del WWF in Abruzzo: un modello che vorremmo replicare anche in altre realtà vista la crescente esigenza di migliorare il patrimonio naturale delle nostre città”.
Nell’Oasi WWF Fosso Giardino è stato avviato un ricco calendario estivo di sicuro interesse per famiglie e turisti, anche grazie al suo Parco Avventura. Il Centro estivo, in collaborazione con il Comune di Alba Adriatica, offre la possibilità ai bambini di trascorrere intere giornate immersi nella natura in un ambiente sano e fresco con le operatrici professionali della Coop. Clematis. Prosegue il ciclo delle favole nel bosco che quest’anno si è arricchito della versione notturna “Sogno di un’oasi di mezza estate” con letture animate tra elfi e fate alla scoperta dei segreti del bosco (prossimi appuntamenti sono il 14 e il 21 agosto alle ore 21).

10.8.20

Messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso: quanto tempo è stato perso?


Ci si sente disarmati davanti alla lentezza e alla superficialità con cui la classe dirigente locale, regionale e nazionale affronta da 20 anni la vicenda della messa in sicurezza del Gran Sasso. Come Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, costituito dalle Associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI e Italia Nostra, siamo stanchi di continuare a emettere comunicati i cui contenuti sono sostanzialmente sempre uguali.
Abbiamo sempre sollecitato i nostri amministratori ad assumere un ruolo proattivo in questa vicenda, vista l’importanza che essa riveste per l’Abruzzo. Per cui oggi appare surreale la meraviglia del Presidente della Regione e del Sindaco di Teramo che nei giorni scorsi sembrano essersi accorti dei ritardi nella gestione della fase commissariale.
Dopo più di un anno dalla sua istituzione, avvenuta con il decreto legge n. 32 dell’aprile 2019, il Presidente della Regione ha riunito per la prima volta la cabina di coordinamento da lui presieduta con compiti di comunicazione e informazione nei confronti delle popolazioni interessate, di coordinamento tra i diversi livelli di governo coinvolti e di verifica sullo stato di avanzamento degli interventi di messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso. Nel frattempo, in perfetta continuità con il suo predecessore Luciano D’Alfonso, si è ben guardato dal coinvolgere la società civile in questo processo impedendo alle associazioni di partecipare a questo tardivo incontro.
Anche il Sindaco di Teramo, nonché Presidente ANCI Abruzzo, sembra aver preso finalmente contezza del problema e ha dichiarato di “prendere atto” dei ritardi.
A entrambi verrebbe da dire: “Ben svegliati! Un po’ tardi, magari…”.
Inutilmente, come Osservatorio avevamo ricordato come le gestioni commissariali non sono la soluzione di tutti i problemi, come dimostra il precedente commissariamento Balducci. Altrettanto inutilmente avevamo suggerito che ad occuparsi della questione fossero coloro che hanno avuto dai cittadini abruzzesi il mandato a governare, magari proprio il Presidente della Regione Marsilio attraverso un atto di piena assunzione di responsabilità politica.
Si è preferito fare altro.
Da subito abbiamo poi evidenziato i ritardi che si andavano accumulando fin dalla nomina del Prof. Corrado Gisonni come Commissario: ritardi ingiustificabili vista la dichiarazione di stato d’emergenza.
Oggi ci si accorge che dopo i mesi di ritardo accumulati per la nomina, ne sono stati accumulati altri 9 dopo la nomina e il Commissario ancora non ha né una struttura, né una sede: per la verità lo si sapeva da tempo visto che lo aveva evidenziato lo stesso Commissario a Teramo nella sua prima uscita pubblica nel febbraio scorso e l’Osservatorio lo aveva ribadito l’11 giugno scorso dopo un incontro con il Commissario a L’Aquila.
Francamente ci saremmo risparmiati di assistere, dopo 20 anni di conoscenza del problema, alle schermaglie tra le parti politiche impegnate a trovare un responsabile. Ciò che avevamo evidenziato come pericolo, la deresponsabilizzazione dei rappresentati del territorio attraverso la nomina di un commissario di governo, si sta rilevando come una realtà.
Come sempre non è la burocrazia ad essere lenta, ma le persone che non svolgono i propri compiti e non esercitano le proprie competenze con determinazione e tempestività. Sono lenti gli amministratori, non gli atti. E spesso sembrano più interessati a posizionamenti politici che ad individuare e adottare soluzioni.
Comunque, visto che ora anche il Governatore Marsilio ha capito che si è perso un altro anno, cosa si intende fare?
Governo regionale e governo nazionale (entrambi a maggioranze variabili negli ultimi anni) hanno voluto individuare nella struttura commissariale lo strumento per mettere in sicurezza l’acquifero. Agli enti locali tale scelta è andata bene. Il minimo che ci si aspetta è che ora questo strumento si faccia lavorare.
Anche perché nel frattempo i problemi sono ancora tutti lì:
  • neppure un litro delle sostanze pericolose stoccate nei Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare è stato rimosso;
  • non si è ancora individuata la strategia da adottare per isolare gallerie e laboratori dall’acquifero;
  • si continuano a buttare 100 litri di acqua al secondo prelevati dai punti di captazione intorno ai Laboratori e nel frattempo si va alla ricerca di nuove sorgenti in quota da captare senza alcun rispetto dei più elementari principi di sostenibilità;
  • il sistema di allerta per individuare possibili elementi inquinanti nella nostra rete dell’acqua potabile, per quanto moderno e efficiente, è costoso e come sempre a carico dei cittadini.

5.8.20

Aperitivo con il Salvafratino Abruzzo

Giovedì 6 agosto saremo ospiti della Torre di Cerrano per un aperitivo dedicato al Progetto Salvafratino Abruzzo con Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo, e Fabiola Carusi, Referente WWF per il Progetto Salavafratino Abruzzo e referente regionale del Comitato Nazionale Conservazione del Fratino.
A seguire proiezione di fotografie di Angelo Stama delle Guide del Borsacchio.


4.8.20

Deregulation urbanistica in arrivo: il WWF scrive ai consiglieri regionali


Questa mattina il Delegato regionale del WWF Abruzzo ha inviato la lettera che segue al Presidente del Consiglio regionale e a tutti i Consiglieri regionali della Regione Abruzzo in merito alla proposta di legge n. 135/2020 recante “Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali n. 18/1983 e n. 11/1999 e misure urgenti e temporanee di semplificazione in materia urbanistica”. 

Egregi Consiglieri,
domani, mercoledì 5 agosto 2020, approderà alla Vs. attenzione in Consiglio regionale la proposta di legge in oggetto.
Ad avviso dell’Associazione scrivente si tratta di una proposta di legge sbagliata nel metodo, nei contenuti e nei tempi.
È sbagliato intervenire in una materia così delicata come la pianificazione urbanistica attraverso provvedimenti spot. La materia impone una fase di confronto e condivisione per giungere a riforme di settore serie che tengano conto degli effetti di quanto si intende autorizzare. Ipotizzare soluzioni temporanee – che poi temporanee sono solo all’apparenza – in un settore che trasforma lo spazio fisico è di per sé una contraddizione.
L’Abruzzo ha effettivamente l’esigenza di una riforma della sua legge urbanistica che risale a quasi 40 anni fa. Ma ha bisogno di una vera riforma che prenda atto delle mutate esigenze sociali, abitative e lavorative e che vada nella direzione di conservare le aree che non sono già state cementificate attraverso un piano di consumo zero del territorio nonché di riqualificazione e razionalizzazione dell’esistente.
Una situazione di emergenza va sì affrontata con interventi straordinari, ma senza utilizzarli come grimaldello per far passare nuovi assalti al paesaggio e al corretto sviluppo di città e paesi.
Trincerarsi dietro l’emergenza CoViD-19 per consentire le ennesime deroghe alla tutela dell’ambiente è un vero controsenso e suona quasi offensivo per chi ha pagato un prezzo altissimo in questa fase. La giusta volontà di accelerare i percorsi di riavvio delle attività economiche e commerciali non può tramutarsi nel sacrificio dei beni comuni di tutta la società e, attraverso condoni malcelati, nel premiare chi agisce in deroga alle leggi a scapito di quanti le leggi le hanno giustamente rispettate.
L’Abruzzo in questi ultimi anni ha già pagato un prezzo altissimo proprio per gli errori del passato nella gestione del territorio. Insistere nella deregolamentazione del settore non farà che creare le condizioni affinché queste situazioni tornino a ripetersi nel futuro.
Sono veramente tante le previsioni sbagliate contenute nei 13 articoli che compongono questa proposta di legge e sarebbe stato anche utile un confronto nel merito, ma con una proposta nata dal nulla e portata in approvazione il 5 di agosto qualsiasi possibilità di reale confronto viene meno: è venuto sicuramente meno nella società civile, ma ci sembra che non potrà essere garantito neppure ai singoli Consiglieri chiamati ad approvare norme di tale importanza senza i dovuti approfondimenti.
Vi rivolgiamo quindi un appello affinché non votiate questa proposta e poniate le condizioni per avviare un momento di ascolto, facendoVi garanti del diritto dei cittadini abruzzesi di confrontarsi su argomenti tanto importanti. Siate effettivamente rappresentanti di tutto il popolo abruzzese rivendicando in pieno l’alto compito che questo Vi ha assegnato.
Ringraziando per l’attenzione, inviamo cordiali saluti.

Filomena Ricci
Delegato WWF Abruzzo

1.8.20

Liberiamo il mare dalla plastica!


Pulizia fai da te: piccoli gruppi familiari, in coppia, fra amici o in solitaria. Questa la formula proposta dal WWF per chi voglia rendere più belle e pulite le nostre spiagge questa estate è il Self Tour Plastic Free nata nell’ambito della Campagna GenerAzioneMare.
L’iniziativa è dedicata a tutti coloro che desiderano impegnarsi, anche per poco tempo, mentre si trascorre una giornata al mare: tante piccole pulizie possono rendere le spiagge più pulite e soprattutto comunicare buone pratiche di comportamento.
“Il rischio Covid ha reso meno frequenti gli eventi di gruppo legati alle attività di pulizia, anche se in Abruzzo sono state diverse le iniziative organizzate dai nostri volontari nel rispetto delle norme di sicurezza”, commenta Filomena Ricci, delegato WWF Abruzzo. “Il Self Tour Plastic Free diventa un modo semplice, ma efficace e adatto a tutti per fare la propria parte e partecipare alla sensibilizzazione al tema dell’abbandono della plastica in natura. Ci si potrà concentrare, ad esempio, su quei piccoli frammenti di plastica, quasi invisibili tra la sabbia o i ciottoli, oppure scovare rifiuti in angoli nascosti e su spiagge meno frequentate. Queste iniziative hanno lo scopo di sensibilizzare i cittadini per arrivare a un radicale cambiamento del nostro rapporto con la plastica. Bisogna che tutti ci attiviamo per ridurre l’uso della plastica monouso e non necessaria”.

Per attivare la partecipazione si trova tutto sul sito del WWF Italia. e sui canali social dell’Associazione è stata lanciata una nuova community, Con il WWF per un mondo Plastic Free. Sul canale Facebook è possibile condividere informazioni e esperienze che a fine estate il WWF raccoglierà in un grande Album collettivo di immagini delle singole iniziative ‘selfie’. Tra gli ‘strumenti’ c’è uno speciale vademecum “Plastic Take Away” (clip video e poster) promosso su tutti i canali social per realizzare una pulizia in piena regola che, una volta realizzata, si potrà condividere utilizzando un nuovo filtro Instagram “Plastic Take Away” creato dal WWF. Il Self Tour Plastic Free verrà proposto anche agli ospiti di tutti i lidi aderenti al circuito Lidi Amici, promosso da WWF Italia e FIBA Confesercenti: i poster saranno esposti all’ingresso e inviteranno i bagnanti a creare il proprio momento dedicato all’ambiente.
In Abruzzo sabato 8 agosto a Pescara, sempre nell’ambito della campagna GenerAzioneMare sarà organizzata una conferenza stampa con l’esposizione di alcuni oggetti raccolti durante le pulizie delle spiagge effettuate dai nostri volontari in questi mesi. Sarà un’ulteriore occasione per portare a conoscenza della quantità enorme di plastica e rifiuti che si accumula nel mare. Il problema è complesso e le soluzioni non possono che essere complesse e chiamare in causa tutti gli attori: la ricerca, l’industria (anche quella turistica), i cittadini e la classe politica a livello nazionale e sovranazionale. 

Plastica in mare
Nel Mar Mediterraneo ogni anno finiscono 570mila tonnellate di plastica, è come se 34mila bottigliette venissero sversate in mare ogni minuto. Inoltre, essendo un mare semi-chiuso, le correnti fanno tornare sulle coste l’80% dei rifiuti di plastica con il risultato che per ogni chilometro di litorale, se ne accumulano oltre 5 kg al giorno. Pulire le spiagge aiuta a ridurre questa emergenza, ma vuole essere anche un’azione educativa per rendere le persone più consapevoli e attente circa l’utilizzo della plastica e il conseguente smaltimento: il primo passo è comprendere che il rifiuto che arriva in mare, è un rifiuto mal gestito spesso sulla terraferma. Questi enormi quantitativi di plastica sono una minaccia per tartarughe, mammiferi e uccelli marini, invertebrati e pesci, ossia tutti gli esseri viventi che vivono nel mare e che nei rifiuti possono rimanere intrappolati, feriti, intossicati o soffocati. Ma sono anche un pericolo per l’uomo perché le microplastiche ingerite dai pesci rientrano nella catena alimentare che ci vede al vertice. E proprio perché questi effetti sono ormai impossibili da ignorare, è importante che in tanti ci si metta in gioco e si faccia la propria parte per rendere il mondo un posto più pulito, anche solo con il gesto simbolico di raccogliere un rifiuto spiaggiato e gettarlo nel primo cassonetto.