30.10.20

L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso rivolge 5 domande al Commissario Gisonni


Le dichiarazioni del Commissario Gisonni durante l’audizione in Commissione Ambiente alla Camera non sono passate inosservate. E non poteva essere diversamente visto che alcune affermazioni sono inaccettabili e non aiutano a trovare soluzioni.
Dalla ricostruzione fatta dal Commissario sembra quasi che il problema sia che l’acquifero del Gran Sasso dia da bere a 700.000 abruzzesi e che in Italia ci siano delle normative poste a tutela dell’ambiente e quindi della salute di tutti noi.
Non è così! Il problema è che da vent’anni non si è fatto nulla per mettere in sicurezza un acquifero a rischio per la presenza delle gallerie autostradali e dei laboratori sotterranei dell’INFN. Il problema è che per la messa in sicurezza dell’acquifero un precedente commissario ha avuto a disposizione e speso oltre 80 milioni di euro e che, nonostante ciò, oggi ci ritroviamo in questa situazione. Il problema è che il sistema di monitoraggio e controllo che gli acquedotti di Teramo e L’Aquila hanno dovuto mettere in piedi sono pagati dai cittadini attraverso le bollette. Il problema è che da anni 100 litri di acqua al secondo vengono posti a scarico perché non si è in grado di garantirne la sicurezza. Il problema è che nei laboratori sotterranei dell’INFN si svolgono esperimenti con sostanze pericolose che non potrebbero stare nelle vicinanze di punti di captazione e distribuzione dell’acqua. Il problema è che per avere un Protocollo che obblighi Strada dei Parchi e INFN ad informare gli organi di controllo come ARTA e ASL di quanto facevano sotto il Gran Sasso si è dovuto attendere il 2017 e lo stop alla distribuzione di acqua in quasi tutta la provincia di Teramo.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, promosso da WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia - GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra, ha avuto modo di apprezzare pubblicamente la disponibilità al confronto del Commissario Gisonni e proprio per questo non si comprende il tenore del suo intervento in Commissione Ambiente della Camera.
Ci permettiamo così di porre al Commissario cinque semplici domande che avremmo voluto fargli in un incontro pubblico che stavamo organizzando e che si è dovuto rinviare a causa delle nuove disposizioni per fronteggiare l’emergenza CoViD-19.
  1. Veramente il Commissario crede che il problema della messa in sicurezza del Gran Sasso sia legata al rispetto di alcune normative ambientali che peraltro sono le stesse che valgono in tutta Europa? Veramente crede che i ritardi ventennali siano dovuti al rispetto di leggi ambientali che prevedono procedure di pochi mesi per essere rispettate?
  2. Sembra che vi sia la proposta da parte del Commissario di rivedere il Protocollo del 2017 su comunicazione, autorizzazione e allerta da seguire preventivamente alla realizzazione di interventi che possano comportare il rischio di pregiudicare la qualità delle acque del sistema idrico del Gran Sasso, escludendo il Commissario dal dover comunicare eventuali suoi lavori di questo tipo. Quale sarebbe il senso di una simile modifica? Perché tornare indietro a quando ASL e ARTA non erano informate di quanto si faceva a contatto con l’acquifero ed erano quindi nell’impossibilità di svolgere accurati controlli rispetto all’acqua da mettere in distribuzione?
  3. Come mai quando l’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ha giustamente ribadito – pur non essendocene bisogno trattandosi di una legge nazionale – che per intervenire nelle gallerie Strada dei Parchi SpA avrebbe dovuto far svolgere la valutazione di incidenza ambientale (VINCA), il Commissario sembra essersi schierato dalla parte di una SpA contro le legittime richieste di un ente dello Stato deputato al rispetto dell’ambiente? A tacere del fatto che l’iter per la pulizia delle gallerie era partito a maggio e che per fare una VINCA regionale sono necessarie poche settimane, per cui se si fosse avviata la procedura per tempo non vi sarebbe stato nessun rischio di rallentamento dei lavori.
  4. La ricostruzione del Commissario dell’impossibilità di inquinamento della falda a causa della pressione dell’acquifero è poco pertinente perché tutto il sistema di drenaggio è finalizzato proprio a evitare la pressione su gallerie e laboratori. In ogni caso non si comprende come si arriva a stabilire tale impossibilità e su quali studi si basi una simile visione atteso che ad oggi è il Commissario stesso a dire che non conosce nel dettaglio il sistema di captazione e prelievo dell’acqua e i punti di interferenza tra l’acquifero e i chilometri di gallerie e stanzoni realizzati sotto il Gran Sasso.
  5. Il Commissario è d’accordo con gli abruzzesi che l’acquifero del Gran Sasso deve continuare a fornire acqua a circa la metà della popolazione di questa regione? Quando il Commissario parla di “condominio Gran Sasso”, ha ben presente che i condòmini non sono tutti uguali e che non è l’acquifero a doversi adattare alle esigenze dei laboratori sotterranei dell’INFN e della Strada dei Parchi SpA, ma viceversa?
In conclusione, l’Osservatorio è fermamente convito che si debba agire in fretta, ma è altrettanto convinto che si debba agire bene. Lo strumento della gestione commissariale è stato ritenuto dal Governo nazionale e da quello regionale il migliore per assicurare la messa in sicurezza dell’acquifero. La persona scelta per il ruolo del Commissario è sicuramente di grande competenza ed esperienza. 
Da parte di tutti i soggetti coinvolti si lavori e ci si confronti nei luoghi deputati operando insieme verso la giusta soluzione, senza cercare ulteriori deroghe a norme di protezione ambientale che sono poste a tutela di tutti noi e dell’ambiente in cui viviamo.

20.10.20

Viva il circo... senza gli animali!

 


Da alcuni giorni un circo staziona alle porte di Teramo.
Il circo rappresenta uno degli spettacoli più antichi del mondo che ha ispirato artisti di ogni epoca e per il quale l’Italia vanta un’importante tradizione. Ma la presenza di animali provenienti da altri continenti, privati della loro libertà, trasportati in lungo e largo per l’Italia (e non solo), spesso ridicolizzati e costretti a vivere secondo modalità assolutamente non adatte alla loro etologia, rende il circo una delle forme più crudeli e più diseducative di intrattenimento.
Il Comune di Teramo e tutti gli altri comuni della provincia farebbero bene a dotarsi di un regolamento che disincentivi la presenza di circhi con animali sul proprio territorio, facendo come hanno fatto tante altre amministrazioni in Italia e anticipando l’intervento del Parlamento che ha già approvato una norma che prevede la graduale dismissione di animali dai circhi. Del resto, sono ormai diverse le nazioni europee che hanno vietato l’utilizzo di animali negli spettacoli circensi, da ultima la Francia poche settimane fa.
Passando davanti al circo posizionato vicino allo Stadio si assiste ad uno spettacolo veramente triste con animali tanto grandi quanto indifesi e fragili costretti a vivere tutta la loro vita in piccole gabbie. Se mai lo avesse avuto in passato, nel 2020 non ha più alcun senso tenere degli animali in prigione solo per il nostro divertimento.
Il WWF non chiede certo che il circo smetta di esistere, ma che si modifichi e si rigeneri adattandosi alle mutate sensibilità e rinunciando all’utilizzo di animali.
Ai genitori il WWF rivolge un appello ad alimentare la conoscenza del mondo animale dei loro figli nei tanti modi possibili, ma senza finanziare la sofferenza. Visitando un’area naturale protetta per le specie presenti in Italia e guardando un documentario o facendo una ricerca su internet per le specie degli altri continenti si ha l’occasione di conoscere caratteristiche e comportamenti di tutte le specie animali che popolano il nostro Pianeta. Insegniamo ai nostri figli a prendersi cura del mondo, rispettando le altre forme di vita e soprattutto dando noi il giusto esempio da seguire.

 

16.10.20

730 giorni di silenzio dell'Amministrazione comunale sull'emergenza sedi per le associazioni


Questa mattina il Presidente dell’ARCI provinciale, Giorgio Giannella, e il Presidente del WWF Teramo, Claudio Calisti, hanno tenuto una conferenza stampa per denunciare una situazione paradossale che si è trascinata per oltre due anni e che merita di essere raccontata perché dimostra il disinteresse anche di questa Giunta comunale rispetto alle esigenze di importanti realtà associative.
Nel maggio del 2018 l’ARCI e l’associazione Mountain Wilderness segnalarono all’Amministrazione Comunale di Teramo la presenza in via Molinari n. 2 di un bene sequestrato alla criminalità organizzata a disposizione del Comune che non era occupato da tempo.
Le due associazioni chiesero che questi locali, così come prescrive la legge sui beni sequestrati alla criminalità organizzata, fossero messi a disposizione del mondo del volontariato e a tal fine presentarono un progetto che prevedeva la costituzione di un centro polivalente dove praticare formazione culturale alla legalità tramite la costituzione di una “Piccola Biblioteca della Legalità” e una sala convegni per la costruzione di un punto di incontro per la creatività e l'associazionismo sociale.
Con l’arrivo della nuova Amministrazione comunale il progetto fu illustrato al Sindaco e all’Assessore al Patrimonio che si mostrarono interessati.
Il 4 agosto del 2019 il progetto fu ampliato con il coinvolgimento del WWF Teramo che nel mese di luglio - con un preavviso di solo un mese - era stato costretto ad abbandonare la sua sede di via De Vincentiis dove aveva creato anche un Centro di documentazione ambientale perché l’Amministrazione Provinciale aveva richiesto la disponibilità del locale dovendo individuare nuove aule per le scuole cittadine. Il coinvolgimento del WWF nel progetto avrebbe comportato il trasferimento delle oltre duemila pubblicazioni a tema ambientale che costituivano il Centro nonché dell’archivio documentale del WWF Abruzzo che racconta oltre 40 anni di battaglie ambientaliste della nostra regione. Un patrimonio che per anni è stato a disposizione gratuitamente di studenti, insegnanti e appassionati nella sede di via De Vincentiis.
Seguirono nuovi incontri con il Sindaco e l’Assessore al Patrimonio nel corso dei quali l’Amministrazione chiese di coinvolgere anche l’Associazione GADIT – Guardie Ambientali d’Italia – Sezione di Teramo che aveva bisogno di un luogo dove svolgere riunioni e conservare la documentazione relativa alle loro attività. Ovviamente tale richiesta fu immediatamente accolta come si ebbe modo di comunicare al Sindaco nel corso di un incontro.
La proposta delle Associazioni era quindi quella di creare un punto di ritrovo dove ARCI e WWF avrebbero collocato la propria sede, sarebbe nato il nuovo Centro di Documentazione Ambientale con un Centro di formazione sulla legalità, l’Associazione GADIT – Guardie Ambientali d’Italia avrebbe potuto svolgere riunioni e conservare la propria documentazione e Mountain Wilderness avrebbe potuto svolgere incontri con soci e aderenti. Non solo: come si è chiarito più volte al Sindaco e all’Assessore al Patrimonio la sede sarebbe stata messa a disposizione di tutte le altre associazioni che avessero avuto bisogno di svolgere riunioni o conferenze stampa. Del resto le precedenti sedi teramane sia del WWF che dell’ARCI sono sempre state utilizzate da altre associazioni in uno spirito di piena collaborazione che è tipico del volontariato.
A fronte dell’assegnazione dei locali in questione, le ARCI e WWF hanno sempre dato disponibilità a sostenere le spese di utenze e condominio che attualmente sono a carico dell’Amministrazione Comunale – e quindi di tutta la collettività teramana – nonostante i locali siano inutilizzati da anni.
Alle note inviate dalle associazioni l’Amministrazione Comunale di Teramo in oltre due anni non ha mai ritenuto di dover rispondere ufficialmente né con un sì, né con un no. Contemporaneamente si sono però svolti numerosi incontri con il Sindaco e con l’Assessore a Patrimonio nel corso dei quali è stata più volte manifestata la volontà dell’Amministrazione di accogliere la proposta. Anche l’ipotesi di lanciare un bando per verificare l’interesse di altre associazioni fu accantonata da parte degli stessi amministratori come peraltro dimostra il fatto che in oltre due anni l’Amministrazione non ha fatto alcun bando per giungere all’assegnazione dei locali.
Nonostante le numerose richieste per le vie brevi la situazione è rimasta fino ad oggi bloccata. Anche l’arrivo del nuovo Assessore all’Ambiente, che appena nominata aveva manifestato - spontaneamente - la volontà di risolvere la vicenda, non ha portato a nulla.
Per giungere ad una risoluzione di questa annosa vicenda, a metà settembre è stata inviata un’ultima richiesta al Sindaco, all’Assessore al Patrimonio e all’Assessore all’Ambiente chiedendo di fornire una volta per tutte una risposta entro la fine del mese di settembre.
Per l’ennesima volta abbiamo dovuto registrare il silenzio dell’Amministrazione Comunale che ha fatto passare anche questa ultima occasione per dare un concreto segnale di attenzione e di rispetto al mondo del volontariato: un periodo di oltre due anni è lunghissimo per assegnare un locale abbandonato, è inaccettabile per non fornire neppure una risposta, ancorché negativa.
ARCI e WWF non possono far altro che prendere atto di questa volontà dell’Amministrazione Comunale e della mancanza di considerazione dimostrata. È triste assistere ad un simile inspiegabile atteggiamento che porta chi amministra la cosa pubblica a tenere vuoto un locale su cui la collettività paga i costi di condominio e utenze, piuttosto che dare concretezza al tanto sbandierato principio di sussidiarietà e ai buoni propositi di attenzione verso il volontariato.
Al di là del caso singolo, questa vicenda attesta la difficoltà del mondo del volontariato nel trovare a Teramo luoghi di aggregazione dove poter svolgere le proprie attività associative coinvolgendo la collettività, in particolare quella più giovane: si tratta di un annoso problema al quale evidentemente non si vuole trovare una soluzione.

8.10.20

Sabato 10 ottobre, Aperilaga al CEA WWF "Monti della Laga"


Sabato 10 ottobre dalle 15:30 il WWF Teramo, nell’ambito del Programma “Esploratori con gusto” finanziato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, organizza l’iniziativa “Aperilaga. Aperitivo-concerto sui Monti della Laga”.
L’evento si terrà presso il Centro di Educazione all’Ambiente WWF “Monti della Laga” di Cortino (TE) in località bivio per Casagreca alle ore 15:30 e vuole essere un’occasione per far conoscere in modo diverso le bellezze e le caratteristiche dei Monti della Laga.
Il programma prevede una lezione all’aperto sull’evoluzione dei Monti della Laga, cui seguirà un momento musicale con il gruppo teramano dei “Princesa. Omaggio a Fabrizio De André”. Al termine un aperitivo con prodotti tipici locali.
L’evento è gratuito, ma essendo a numero chiuso è obbligatoria la prenotazione. Deve essere inviata una richiesta a teramo@wwf.it e i partecipanti accettati riceveranno una e-mail di conferma.

Il Centro di Educazione all’Ambiente WWF “Monti della Laga”.
I Monti della Laga, Parco nazionale insieme al massiccio del Gran Sasso dal 1991, ospitano nel comune di Cortino (TE) il Centro di Educazione Ambientale WWF “Monti della Laga”, primo CEA operante nel territorio del Parco (ancora prima della nascita dell’area protetta) e uno dei primi nel centro Italia.
Il CEA nacque nel 1987 a Elce, frazione del Comune di Cortino (TE) e successivamente fu spostato nell’attuale edificio, una vecchia casa-appoggio per pastori nei pressi del Bivio per Casagreca, abbandonata da anni e messa a disposizione da parte del Comune di Cortino. Anche grazie ad un finanziamento dell’Ente Parco, la struttura è stata recuperata e attrezzata. Il CEA “Monti della Laga” è stato riconosciuto di interesse regionale dalla Regione Abruzzo ai sensi della Legge regionale n. 122/1999. Presso il CEA si svolgono lezioni e laboratori didattici con scolaresche, incontri pubblici, corsi di formazione e attività di volontariato.

2.10.20

Domenica 4 ottobre torna Urban Nature, la Natura in città con il WWF!

Filomena Ricci, Delegata WWF Abruzzo durante la presentazione dell'edizione 2020 di Urban Nature

Il WWF Abruzzo ha presentato questa mattina, in una conferenza stampa tenuta a Chieti presso il Museo universitario, gli appuntamenti abruzzesi dell’edizione 2020 di Urban Nature, la festa della natura in città, in programma in tutta Italia domenica 4 ottobre prossimo. 
L’iniziativa, nata nel 2017, rappresenta un’occasione, fortemente voluta dal WWF, per riscoprire gli animali e le piante che vivono, spesso da “clandestini”, nelle nostre città, per rinnovare il modo di pensare gli spazi urbani dando più valore alla natura e per promuovere azioni virtuose da parte di amministratori, comunità, cittadini, imprese, università e scuole al fine di proteggere e incrementare la biodiversità presente anche nei centri abitati.
Oggi le nostre città devono affrontare infatti sfide difficili come rispondere efficacemente ai cambiamenti climatici, ridurre gli impatti derivanti da un territorio estremamente impermeabilizzato, promuovere una buona gestione delle acque urbane e degli ecosistemi acquatici… 
“Sono tante le iniziative in programma nella nostra Regione – ha sottolineato questa mattina in conferenza stampa Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo – organizzate dai volontari del WWF, anche in collaborazione con Enti e altre Associazioni che hanno a cuore la biodiversità urbana o sono promotori di esperienze di gestione degli spazi verdi o di approcci sostenibili alla vita in città. Gli eventi hanno tutti la finalità di far scoprire la natura vicina a noi, e anche quella di proporre buone pratiche per l’organizzazione dei servizi e della gestione dei centri urbani”. 

Gli eventi in Abruzzo 

Chieti: mattina al Museo Universitario La giornata, organizzata dal WWF Chieti-Pescara e dal Museo universitario con la partecipazione dei Carabinieri Forestali Nucleo CITES e Reparto Biodiversità di Pescara, della Sezione Abruzzo e Molise della Societas Herpetologica Italica SHI e con la collaborazione delle Oasi WWF “Gole del Sagittario” e “Lago di Penne”, prevede, dalle 9:30 alle 12:30, l’allestimento di tre postazioni al piano zero: gli specialisti del Museo proporranno “Colora la natura!”, laboratorio didattico per bambini da 5 a 10 anni (prenotazione obbligatoria al n° 08713553514); il WWF Chieti-Pescara stimolerà la curiosità dei visitatori con “Indovina Chi?”; la Societas Herpetologica Italica Sez. Abruzzo e Molise parlerà invece di “Alieni in città”, non solo anfibi e rettili. Al piano meno 1, quello dell’Auditorium, saranno protagonisti invece i carabinieri forestali con due postazioni: “Lontra e Lupo sono poi così lontani?” a cura del Reparto Biodiversità di Pescara e “Come possiamo contribuire alla conservazione della Natura”, con il Nucleo Carabinieri CITES. Alle 12.30, a conclusione della giornata, è in programma la premiazione del concorso fotografico “Urban Nature – Festa della Natura in città”, un’occasione per riscoprire vegetali e animali che resistono o riconquistano spazi offrendoci biodiversità e servizi ecosistemici, gli uni e gli altri indispensabili per migliorare la qualità della nostra vita negli ambienti urbani. 

Lanciano: Minicorso su sicurezza in bici in città e caccia al tesoro di biodiversità Dalle 14:45 fino alle 18:00, presso Ecoparco Ecolan in via Masciangelo, quartiere Santa Rita, il WWF Zona frentana, in collaborazione con FIAB, CAI, Movimento LAVENUM, Ecolan, organizza due interessanti attività. Alle 15:00 un minicorso su sicurezza in bici in città (a cura di FIAB) e alle 16:00 una caccia al tesoro… di biodiversità. L’evento sarà anche l’occasione per parlare di mobilità sostenibile, grazie agli amici di LAVENUM e del Pedibus, il progetto che permette ogni giorno di far andare a piedi bimbi e ragazzi nelle scuole di Lanciano. Prenotazione obbligatoria. 

Pescara: Visita guidata in bicicletta a due Riserve naturali cittadine L’evento è organizzato da FIAB Pescarabici, Ordine degli architetti paesaggisti, pianificatori e conservatori della provincia di Pescara, Ordine degli agronomi di Pescara, Ordine degli ingegneri della provincia di Pescara e Italia nostra. La giornata inizia con le iscrizioni all’incrocio Viale Muzii – Strada Parco alle ore 9:00 e prevede una passeggiata guidata in bicicletta con una serie di momenti informativi e le visite alla Riserva Naturale di Santa Filomena (Parco Nord) e alla Riserva Naturale Pineta Dannunziana. 

Teramo: Biciclettata naturalistica guidata nei Parchi fluviali del Tordino e del Vezzola Appuntamento alle ore 9:30 presso il Parco fluviale del Vezzola davanti al Cinema Smeraldo per una biciclettata guidata dagli esperti Serena Ciabò e Raffaele Di Marcello alla scoperta del polmone verde della nostra città: i parchi fluviali dei due corsi d’acqua cui Teramo deve anche il proprio nome e che ne caratterizzano da sempre la storia. Conosceremo le piante e gli animali di queste aree verdi e ne scopriremo bellezze e problemi. In collaborazione con FIAB. 

Martinsicuro: Alla scoperta dell’Oasi WWF Fosso Giardino Dalle ore 9:00 alle ore 13:00 sarà possibile visitare l’Oasi urbana alle porte di Martinsicuro con la responsabile Morena Ciapanna: un parco avventura, un’aula didattica e un sentiero natura rendono questa piccola area naturale un ottimo strumento per avvicinare i bambini alla biodiversità. Nel corso della mattina sarà anche organizzato un seminario a cura di Damiano Ricci dal titolo “Il metodo steineriano ed esempi di laboratori scientifici” sulle attività didattiche in natura. 

Alba Adriatica: Biciclettata naturalistica guidata lungo la costa Appuntamento alle ore 16:00 per una biciclettata lungo la costa dalla Spiaggia del Fratino e del Giglio di mare di Alba Adriatica fino alla Foce del Vibrata e alla Spiaggia della Soldanella a Martinsicuro. Un percorso con gli esperti Fabiola Carusi, Luca Di Carlantonio e Ottavio Di Carlo che illustreranno l’ecosistema costiero con la sua ricca biodiversità. In collaborazione con FIAB, FAI, AITAP, Adriatico Team, Medical Sport, Albatour e Croce Rossa.