Venerdì scorso ad Isola del Gran Sasso è andata in onda l’ennesima puntata della telenovela “Collegamento Isola del Gran Sasso - Prati di Tivo”. E nella tradizione delle migliori telenovelas sudamericane i soliti personaggi hanno ripetuto le solite cose che ripetono da decenni.
Si tracciano linee su carte senza tenere conto della presenza di aree protette, siti di interesse comunitario, zone di protezione speciale, vincoli paesaggistici, vincoli idrogeologici e senza preoccuparsi di continuare a consumare, cementificare e impermeabilizzare il territorio: il tutto, ovviamente, promettendo finanziamenti pubblici.
S ipotizzano così collegamenti che costerebbero milioni di euro (presi dalle tasse dei cittadini) verso una stazione sciistica già costata, solo negli ultimi anni, 12 milioni di euro al contribuente, che in esercizio ha continuato a perdere soldi per anni, con la Gran Sasso SpA in liquidazione e con gli impianti chiusi.
Paradossale, poi, che a proporre questi interventi siano gli stessi amministratori che nel frattempo, dichiarando che non ci sono soldi, cancellano punti sanitari, scuole, uffici postali, collegamenti pubblici, e che non sono in grado di assicurare la manutenzione delle strade esistenti, assistono impotenti alla mancanza di erogazione di luce per settimane, non riescono a garantire servizi antincedio efficienti, ecc..
Si anima così ciclicamente un dibattito surreale che ha come unico scopo quello di fornire un po’ di visibilità al politico che lo promuove. Stupisce solo che il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga non rimarchi da subito una sua differenza rispetto a questo spettacolino senza senso.
Gli esperti di scienze del turismo sono ormai concordi che il turismo di massa è sempre più in crisi, mentre emerge prepotentemente il turismo che predilige il rapporto con i territori e le popolazioni, con la natura, la cultura, la storia e le tradizioni. Un turismo che preferisce le emozioni al “mordi e fuggi”, che cerca luoghi veri che possano trasmettere sensazioni autentiche. L’Abruzzo è ricco di questi luoghi, ma evidentemente per qualcuno è preferibile rincorrere un modello turistico vecchio di decenni, sognando di trasformare la nostra regione in un enorme villaggio turistico anni ‘70, con divertimento preconfezionato un tanto al chilo, distruggendo tutto quello che potrebbe distinguerci dalla vacanza omogenizzata e standardizzata.
L’idea di realizzare il collegamento Isola del Gran Sasso - Prati di Tivo va proprio in questa direzione: meglio sottrarre fondi al turismo sostenibile, alle aree protette e alla cura del territorio, e costruire nuovi svincoli, cavalcavia, collegamenti funicolari, trenini a cremagliera e così via, pensando che il rilancio del turismo montano si possa ottenere facendo risparmiare 20 minuti di tempo a chi vuole parcheggiare sotto il Corno Grande.