Un momento di "Camminiamo per l'acqua" di domenica 23 luglio sul versante teramano del Gran Sasso d'Italia |
Bene ha fatto il Presidente della Provincia di Teramo a chiedere la sospensione dei lavori che Strada dei Parchi si ostina a voler fare senza attendere le giuste autorizzazioni.
La mancanza di coordinamento tra quanti operano a contatto con l’acquifero del Gran Sasso e chi deve garantire la sicurezza è stata una delle ragioni degli incidenti registratisi nel corso degli anni.
Se non diventa operativo il protocollo di sicurezza, più volte annunciato dalla Regione, non vi è alcuna garanzia che non si ripeta quanto è accaduto nel maggio scorso.
Ricordiamo che durante l’incontro “La situazione del Gran Sasso”, organizzato dall’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso sabato 17 giugno a Teramo, il vicepresidente regionale, Giovanni Lolli, aveva annunciato, fra le altre, due iniziative:
un nuovo protocollo operativo per la gestione delle comunicazioni in caso di emergenza e di comunicazione/autorizzazione di qualsiasi tipo di lavoro da effettuarsi nelle gallerie autostradali e nei Laboratori dell’INFN;
la creazione di un sistema web che raccolga tutte le informazioni sulla qualità dell’acqua del Gran Sasso, mettendo sullo stesso sito i dati dei vari enti in maniera chiara e trasparente, oltre a verbali, documenti e relazioni tecniche ecc. del Tavolo tecnico regionale.
Rispetto a questi due obiettivi ancora non è stato fatto nulla di concreto e ci si trova a governare situazioni con superficialità e ingiustificabili resistenze da parte di chi sembra non voler capire la gravità della situazione e i danni che si possono causare a cittadini e ambiente.
L’Italia sta vivendo proprio in questi giorni una grave crisi idrica. Noi abruzzesi, che l’acqua l’abbiamo, dobbiamo difenderla e impedire che in piena estate si possa correre il rischio di lasciare a secco oltre 700.000 cittadini, per non parlare del danno alle attività economiche e all’ambiente fluviale. Possibile che non si comprenda che la misura è colma e che chi opera a stretto contatto con il Gran Sasso deve adattarsi all’acquifero e non viceversa?
Strada dei Parchi e INFN devono essere molto più collaborativi, nei fatti e non solo a parole. Non sono tollerabili atteggiamenti arroganti di chi sembra sordo a qualsiasi ipotesi, anche la più banale, di gestione condivisa. Prima dell’attuazione del nuovo protocollo sicurezza e dell’implementazione dei sistemi di monitoraggio possono essere condotte solo operazioni indispensabili.
Strada dei Parchi deve comunicare i lavori che intende fare per tempo e attendere autorizzazioni e prescrizioni che le verranno date. Di fronte a questo atteggiamento negativo della Società che gestisce l’Autostrada per conto dello Stato chiederemo con forza al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di venire a confrontarsi con il territorio in prima persona.
In ogni caso ASL, Regione e Prefettura hanno gli strumenti per impedire a Strada dei Parchi di compiere lavori che possano creare problemi al nostro acquifero, li usino. Sappiamo che i diversi Enti che avrebbero dovuto controllare i lavori di messa in sicurezza dell’acquifero, peraltro non attuati completamente dal commissario Balducci, negli anni passati non lo ha fatto.
Errare è umano, ma perseverare è diabolico e in questo caso anche un po’ stupido.
Come Osservatorio, infine, continuiamo a registrare un problema di partecipazione e coinvolgimento. Anche di questa situazione si è venuti a conoscenza dopo un comunicato della Provincia di Teramo.
Al riguardo ripetiamo che non condividiamo la decisione del vicepresidente Lolli di negare la partecipazione al Tavolo tecnico regionale dell’Osservatorio costituito da Associazioni riconosciute a livello nazionale per la tutela di interessi diffusi garantiti dalla Costituzione.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è promosso dalle rappresentanze locali delle Associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI, Italia Nostra e FAI.