Oggi il più grande acquifero del centro Italia, dal quale si riforniscono d’acqua più della metà degli abruzzesi, è posto a contatto con due realtà potenzialmente inquinanti: i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e i trafori autostradali A24. Per la loro messa in sicurezza sono stati spesi milioni di euro (più di 80 solo attraverso la struttura commissariale). Eppure gli stessi enti che utilizzano e controllano l’acqua del Gran Sasso attestano che il sistema oggi non è sicuro.
Sabato 17 giugno alle ore 17, presso la sala polifunzionale della Provincia di Teramo, in via Comi n. 11, si svolgerà un secondo incontro pubblico organizzato dall’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso.
E questa volta a confrontarsi pubblicamente con i rappresentanti delle associazioni che compongono l’Osservatorio, saranno:
- Igino Lai, Direttore Generale Strada dei Parchi SpA;
- Giovanni Lolli, Vicepresidente Regione Abruzzo;
- Tommaso Navarra, Presidente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga;
- Stefano Ragazzi, Direttore Laboratori Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Il dibattito prenderà le mosse dalle domande che tutti si sono posti in questi ultimi mesi:
- qual è l’attuale situazione dell’acquifero e delle interferenze delle gallerie autostradali e dei Laboratori con esso;
- quali sono stati gli interventi di messa in sicurezza fatti fino ad oggi;
- qual è il rischio effettivo che al 31 dicembre 2017 gli abruzzesi debbano rinunciare all’acqua del Gran Sasso;
- quali sono i programmi per la messa in sicurezza definitiva, considerato che da mesi sono in corso delle riunioni a livello regionale dove si stanno ipotizzando nuovi interventi.
Quanto accaduto dal 2002 ad oggi mette in discussione la relazione di fiducia tra cittadini e organizzazioni sociali intermedie, da un lato, e Istituzioni preposte a controllare e garantire la potabilità dell’acqua, dall’altro.
Per questa ragione l’Osservatorio ritiene fondamentale modificare l’attuale sistema decisionale costruendo le basi per una maggiore partecipazione e condivisione delle scelte da compiere riguardo a beni universali come l’acqua, l’ambiente naturale e la salute pubblica. Il coinvolgimento di cittadini e associazioni, peraltro previsto da normative poste a tutela sia dell’ambiente che dei consumatori (ad iniziare dal coinvolgimento delle associazioni consumeristiche nella determinazione dei parametri qualitativi e nella loro verifica durante l’erogazione del servizio), non è più rinviabile!
Così come non sono rinviabili alcune scelte che pongano la sicurezza dell’acquifero al primo posto rispetto a qualsiasi altro interesse sul territorio.
Del resto la tutela di quanti bevono l’acqua del Gran Sasso e l’impatto sul sistema sanitario nazionale di eventuali inquinamenti non possono essere trascurati.
Come è stato più volte ribadito dall’Osservatorio, confronto, trasparenza e coinvolgimento delle comunità nei processi decisionali sono gli elementi che devono caratterizzare la gestione del bene comune per eccellenza, l’acqua.
L’Osservatorio sta anche continuando ad acquisire documentazione dagli organismi competenti sulla gestione dell’acqua ed ha chiesto un incontro al Prefetto di Teramo per metterlo al corrente delle iniziative intraprese e da intraprendere.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è costituito da: WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura Laga, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI e Italia Nostra.
L’adesione è aperta a tutte le associazioni interessate e a tutti i cittadini che vogliono impegnarsi su questa problematica.