L’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” è sostanzialmente ferma da ottobre 2020, da quando cioè è decaduto il consiglio di amministrazione precedente.
Da allora la Regione Abruzzo, la Provincia di Teramo e i Comuni di Pineto e Silvi non sono riusciti a dare una governance all’area protetta, non rispettando peraltro l’indicazione della parità di genere nominando solo uomini nel consiglio di amministrazione. I cinque componenti del consiglio, individuati all’inizio di novembre, hanno eletto a maggioranza numerica (Regione, Provincia e Comune di Silvi) un presidente con una procedura ritenuta illegittima dal TAR Abruzzo che, su ricorso del Comune di Pineto, ha prima sospeso e poi annullato la nomina. Lo Statuto dell’Ente è problematico sotto vari aspetti, ma su quello della nomina del presidente è chiarissimo e non lascia adito ad interpretazioni: è pertanto inutile procedere con atti illegittimi che comportano la paralisi dell’Ente.
Un’area protetta di valenza nazionale come è l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano non può essere ostaggio delle beghe locali dei partiti, ma deve essere amministrata nell’interesse della conservazione di specie e habitat e della valorizzazione del territorio. Serve da parte di tutti una maggiore responsabilità istituzionale.
È paradossale che gli enti locali che in tema di aree naturali protette spesso lamentano lo scarso coinvolgimento, quando poi – come in questo caso – sono chiamati a decidere non riescano a nominare legittimamente un presidente.
Domani, martedì 26 gennaio, è stato convocato un nuovo consiglio di amministrazione dell’AMP: il WWF auspica che si proceda rapidamente alla nomina del presidente nel rispetto della legge e dello statuto. In caso contrario, perdurando lo stallo amministrativo, non essendo l’Area Marina Protetta un “giocattolo” degli enti locali, ma uno strumento per la conservazione e la valorizzazione di una porzione di territorio del nostro Paese individuato da una legge nazionale, sarebbe auspicabile l’intervento del Ministero dell’Ambiente per non rischiare di perdere finanziamenti e per far avviare la programmazione e la progettazione anche in vista di una nuova stagione estiva che già si presenta problematica a causa del perdurare dello stato di emergenza per la pandemia.