Costruire qui? |
Italia Nostra e WWF hanno inviato una richiesta all’Amministrazione Comunale di Pineto di “prendere atto” della proposta delle due Associazioni di creare nell’area “Zona Piano” tra Scerne e Pineto un Parco cittadino costiero, esattamente come è stato fatto con la deliberazione della Giunta Comunale n. 145 del 25 novembre scorso che ha “preso atto” dell’ipotesi edificatoria del Consorzio Ecopolis.
Le due Associazioni ricordano che l’area in questione fino ad oggi è fortunatamente rimasta libera da costruzioni e lottizzazioni, anche perché è interessata da numerosi provvedimenti di tutela a partire da due Decreti del Ministro della Pubblica Istruzione, di concerto con il Ministro per la Marina Mercantile, del 24 maggio 1963 e del 18 marzo 1969 che la individuano come area di notevole interesse pubblico e quindi tutelata ai sensi della n. 1497/1939. Ulteriori vincoli sono posti dal Piano Stralcio relativo a “Difesa dalle Alluvioni”, dal Piano Territoriale Provinciale e dalle pianificazioni urbanistiche comunali.
Inoltre lo stesso Comune di Pineto ha espresso il proprio voto favorevole nella delibera n. 24 del 7 dicembre 2017 dell’Assemblea del Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” sulla proposta di istituire sull’area una Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/409/CEE relativa alla conservazione degli uccelli selvatici.
L’area, peraltro, è sottoposta a pesanti e continui stress ambientali con dinamiche litorali che causano forti modificazioni della linea di costa come testimonia anche il dato che qui erano presenti le antiche risaie atriane, segno evidente che l’area è da sempre sottoposta ad allagamento. Senza considerare poi che i cambiamenti climatici ormai in atto lasciano presagire l’innalzamento del livello del mare anche lungo la costa adriatica per cui i fenomeni di arretramento della linea di costa degli ultimi anni sono destinati ad aumentare e non certo a ridursi. Del resto l’Amministrazione Comunale di Pineto e gli altri Enti competenti sono già oggi fortemente impegnati nel tentare di difendere – peraltro con scarsi risultati, nonostante le ingenti risorse economiche pubbliche impiegate negli anni – la zona costiera a nord della foce del Calvano per far fronte a pesanti fenomeni erosivi che stanno mettendo a forte rischio anche gli edifici realizzati a ridosso della costa.
Per Italia Nostra e WWF, invece di procedere ad un’ulteriore cementificazione costiera, sarebbe il caso di avanzare nuove proposte di valorizzazione territoriale.
Per questo le due Associazioni propongono all’Amministrazione Comunale di Pineto di creare il Parco costiero cittadino “Le antiche Scerni”, quale sito di rinaturazione costiera. Un vero e proprio progetto di marketing territoriale basato sul turismo naturalistico legato alla presenza della vicina Area Marina Protetta “Torre di Cerrano” e allo sviluppo di uno dei tratti più belli della ciclovia adriatica anche al fine di diversificare e destagionalizzare l’offerta turistica del territorio di Pineto e più in generale delle Terre del Cerrano. Un progetto finalizzato alla tutela e alla valorizzazione dell’area e dei servizi ecosistemici offerti dall’ecosistema costiero, anche recuperando la proposta di creare lungo la costa pinetese una Zona di Protezione Speciale, basato su:
- prolungamento della pineta storica;
- creazione di una serie aree umide di importanza naturalistica anche con funzioni di area di esondazione ed erosione al fine di meglio proteggere le altre aree già urbanizzate;
- creazione di coltivi tradizionali e orti biologici da affidare ad associazioni, comitati e singoli cittadini che ne faranno richiesta;
- creazione di aree sosta con chioschi ristoro per la ciclovia adriatica, aree attrezzate per attività sportive all’aperto, aree giochi per bambini e aree attrezzate per animali da affezione; punti di osservazione dell’avifauna.
Italia Nostra e WWF ribadiscono che l’area in oggetto non può essere oggetto di una lottizzazione e auspicano che il Comune di Pineto voglia aprire in città una fase di dibattito sul destino dell’area evitando di giungere ad un’ulteriore cementificazione della costa che trasformi in maniera irreversibile il territorio prima di aver consentito confronto tra i portatori di interesse, privati, ma anche collettivi.