Pulizia fai da te: piccoli gruppi familiari, in coppia, fra amici o in solitaria. Questa la formula proposta dal WWF per chi voglia rendere più belle e pulite le nostre spiagge questa estate è il Self Tour Plastic Free nata nell’ambito della Campagna GenerAzioneMare.
L’iniziativa è dedicata a tutti coloro che desiderano impegnarsi, anche per poco tempo, mentre si trascorre una giornata al mare: tante piccole pulizie possono rendere le spiagge più pulite e soprattutto comunicare buone pratiche di comportamento.
“Il rischio Covid ha reso meno frequenti gli eventi di gruppo legati alle attività di pulizia, anche se in Abruzzo sono state diverse le iniziative organizzate dai nostri volontari nel rispetto delle norme di sicurezza”, commenta Filomena Ricci, delegato WWF Abruzzo. “Il Self Tour Plastic Free diventa un modo semplice, ma efficace e adatto a tutti per fare la propria parte e partecipare alla sensibilizzazione al tema dell’abbandono della plastica in natura. Ci si potrà concentrare, ad esempio, su quei piccoli frammenti di plastica, quasi invisibili tra la sabbia o i ciottoli, oppure scovare rifiuti in angoli nascosti e su spiagge meno frequentate. Queste iniziative hanno lo scopo di sensibilizzare i cittadini per arrivare a un radicale cambiamento del nostro rapporto con la plastica. Bisogna che tutti ci attiviamo per ridurre l’uso della plastica monouso e non necessaria”.
In Abruzzo sabato 8 agosto a Pescara, sempre nell’ambito della campagna GenerAzioneMare sarà organizzata una conferenza stampa con l’esposizione di alcuni oggetti raccolti durante le pulizie delle spiagge effettuate dai nostri volontari in questi mesi. Sarà un’ulteriore occasione per portare a conoscenza della quantità enorme di plastica e rifiuti che si accumula nel mare. Il problema è complesso e le soluzioni non possono che essere complesse e chiamare in causa tutti gli attori: la ricerca, l’industria (anche quella turistica), i cittadini e la classe politica a livello nazionale e sovranazionale.
Plastica in mare
Nel Mar Mediterraneo ogni anno finiscono 570mila tonnellate di plastica, è come se 34mila bottigliette venissero sversate in mare ogni minuto. Inoltre, essendo un mare semi-chiuso, le correnti fanno tornare sulle coste l’80% dei rifiuti di plastica con il risultato che per ogni chilometro di litorale, se ne accumulano oltre 5 kg al giorno. Pulire le spiagge aiuta a ridurre questa emergenza, ma vuole essere anche un’azione educativa per rendere le persone più consapevoli e attente circa l’utilizzo della plastica e il conseguente smaltimento: il primo passo è comprendere che il rifiuto che arriva in mare, è un rifiuto mal gestito spesso sulla terraferma. Questi enormi quantitativi di plastica sono una minaccia per tartarughe, mammiferi e uccelli marini, invertebrati e pesci, ossia tutti gli esseri viventi che vivono nel mare e che nei rifiuti possono rimanere intrappolati, feriti, intossicati o soffocati. Ma sono anche un pericolo per l’uomo perché le microplastiche ingerite dai pesci rientrano nella catena alimentare che ci vede al vertice. E proprio perché questi effetti sono ormai impossibili da ignorare, è importante che in tanti ci si metta in gioco e si faccia la propria parte per rendere il mondo un posto più pulito, anche solo con il gesto simbolico di raccogliere un rifiuto spiaggiato e gettarlo nel primo cassonetto.