Sabato 20 maggio tantissime persone hanno partecipato all’incontro “Cosa è successo l’8 e il 9 maggio alla nostra acqua?”, organizzato dall’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso. Dal confronto tra i rappresentanti di ASL, ARTA e Ruzzo Reti SpA, oltre che dagli interventi delle associazioni e dei rappresentanti di Provincia, Comune di Teramo e Parco Gran Sasso-Laga, e di tanti cittadini, sono emersi elementi importanti per la ricostruzione dell’emergenza idrica vissuta nel teramano due settimane fa.
Le conclusioni dell’Osservatorio sui lavori di sabato possono essere così riassunti:
- nella gestione dell’emergenza si sono verificati ritardi sia nelle procedure di analisi che nelle comunicazioni;
- il sistema di comunicazione tra gli enti di controllo e verso sindaci e cittadinanza deve essere rivisto e sicuramente migliorato: peraltro tutti gli enti hanno riconosciuto come l’emergenza abbia evidenziato criticità nella comunicazione, tanto da annunciare la predisposizione di un nuovo protocollo operativo;
- il sistema di controllo e analisi deve essere reso più facilmente e rapidamente accessibile e comprensibile;
- gli stessi enti di controllo e gestione non hanno ad oggi il quadro completo degli interventi effettuati durante la gestione commissariale, mentre i cittadini hanno potuto apprendere che esiste un tavolo di confronto regionale sulla problematica solo a seguito dei problemi resi noti a dicembre 2016 e della crisi dell’8 e 9 maggio;
- l’aver trovato sostanze che non dovrebbero essere presenti nell’acqua, al di là delle concentrazioni riscontrate, dimostra che il sistema di approvvigionamento idrico ha una permeabilità che potenzialmente rappresenta un pericolo, considerata la contiguità con i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e le gallerie autostradali;
- va approntato un sistema di partecipazione nella gestione di questa problematica, partendo da quanto prevede la legge: a tal proposito l’Osservatorio ricorda che fin dal 2007 (art. 2, comma 461, Legge n. 244/2007) è previsto l’obbligo per gli enti concedenti di coinvolgere le associazioni dei consumatori in vari aspetti della gestione dei servizi erogati, e che le normative di settore impongono la massima trasparenza sui dati ambientali;
- l’affidamento dei prossimi interventi per la messa in sicurezza all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare costituisce un ulteriore elemento di preoccupazione: l’Osservatorio giudicherebbe un grave errore insistere su una gestione della problematica sul modello commissariale, senza un reale confronto e senza il coinvolgimento delle comunità locali.
L’Osservatorio valuta molto positivamente la volontà, annunciata dal Presidente della Provincia di Teramo, di chiedere alla Regione di coinvolgere l’Osservatorio stesso nel confronto avviato sul tema della sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso. Se questa offerta dovesse essere fatta propria dalla Regione, l’Osservatorio è pronto a partecipare e a dare il proprio contributo.
In ogni caso, secondo quello che è stato fin da subito il nostro obiettivo, l’Osservatorio continuerà ad organizzare incontri pubblici allo scopo di conoscere e fornire ai cittadini una corretta informazione. Per questo, come è stato anticipato nel corso dell’incontro di sabato, si chiederà ai gestori dell’autostrada, all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e alla Regione di partecipare ad un prossimo incontro pubblico da organizzare nel giro di un paio di settimane, per confrontarsi sull’attuale grado di sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, sulle sue carenze e sui programmi per la sua messa in sicurezza definitiva.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è costituito da: WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura Laga, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI e Italia Nostra.
L’adesione è aperta a tutte le associazioni interessate e a tutti i cittadini che vogliono impegnarsi su questa problematica.