11.2.17

Polo scolastico: alcune considerazioni sull’articolo de La Città del 10 febbraio 2017.


Abbiamo letto con interesse l’articolo “WWF critico sul polo scolastico”, privo di firma, che riferendosi al nostro comunicato stampa sull’ipotesi di un polo scolastico in zona “Acquaviva”, contesta quanto da noi sostenuto, evidenziando i presunti pregi del progetto.
Ringraziamo La Città per lo spazio concesso e perché – pur aderendo totalmente alle tesi dei promotori del progetto – apre un dibattito interessante al quale non ci sottraiamo.
In primo luogo, pur non avendo il WWF mai parlato di area esondabile, non possiamo che ribadire che la zona sia soggetta ad allagamenti e basterebbe farsi un giro sul posto in questi giorni di pioggia per verificarlo.
Il fatto poi che in passato si sia costruito lungo i fiumi di Teramo non è un buon motivo per continuare a farlo. Il principio di precauzione, sempre invocato a disastro avvenuto, ci spinge a essere cauti, considerato che i fenomeni atmosferici estremi, anche a causa dei cambiamenti climatici, sono sempre più frequenti e sempre più lo saranno in futuro.
Rimane poi il fatto che, nonostante il PRG di Teramo si sia ostinato a mantenere una destinazione scolastica dell’area, la stessa è stata tutelata ambientalmente dal Piano Territoriale Provinciale che prevede di destinare l’area allo “sviluppo del sistema del verde urbano”.
Quanto poi al fatto che l’edificio verrebbe costruito con “materiali ecosostenibili” e che sarebbe “energiticamente efficiente” (come peraltro prevede la normativa attuale), evidenziamo che anche il miglior edificio costruito con spirito ambientalista costituisce, comunque, consumo di suolo e di risorse. Non a caso avevamo ricordato nel nostro comunicato il recente Decreto del Ministero dell’Ambiente (DM 11 gennaio 2017) che stabilisce la necessità di valutare “la reale esigenza di costruire nuovi edifici, a fronte della possibilità di adeguare quelli esistenti, e della possibilità di migliorare la qualità dell’ambiente costruito, considerando anche l’estensione del ciclo di vita utile degli edifici, favorendo anche il recupero dei complessi architettonici di valore storico artistico”. Le indicazioni del Ministero, che peraltro si limita a riprendere quanto da decenni sostiene la migliore dottrina urbanistica (e quanto da sempre suggerisce il buon senso) sono più che eloquenti, e ben si adattano alla situazione teramana, bisognosa, oggi più che mai, del miglioramento della qualità dell’ambiente costruito, nel centro storico come nei quartieri periferici.
Da ultimo, una riflessione sulla viabilità di accesso dedicata e all’accessibilità della zona a piedi, attraverso il parco fluviale: effettuando un sopralluogo in orario di uscita ed entrata dell’attuale scuola si può verificare la situazione critica che si determina già oggi per chi porta i figli con le auto. E per quanto attiene alla facilità di raggiungere l’eventuale polo scolastico attraverso il parco fluviale a piedi questo può essere vero per alcune parti della città, ma certo non lo è per altre come Villa Mosca, Colleparco, Cona, Villa Pavone e altre ancora.
A parere del WWF le scelte urbanistiche su Teramo andrebbero prese con uno sguardo complessivo della città, senza limitarsi solo a cogliere eventuali “occasioni”, ma soprattutto avendo ben chiaro dall’inizio che tipo di città si vuole.
Per questo, con spirito assolutamente costruttivo, abbiamo avanzato le nostre riflessioni e restiamo a disposizione per ulteriori approfondimenti quanto più ampi e partecipati possibile.