30.10.10

Un mammuth alla Villa Comunale

Da Piero Angelini un bel ricordo della giornata Biodiversamente alla Villa Comunale di Teramo.
Un sabato alla fine di ottobre, all’ingresso meridionale della Villa di Teramo, col sole incerto del mattino di un tardivo autunno, circondati dai reticolati di tre cantieri edili non ancora ultimati per opere che giacciono ancora incompiute, tra auguste vestigia.
Noi del WWF siamo pronti ad accogliere le classi delle elementari della vicina Scuola San Giorgio, quasi confinante con la nevralgica Piazza Garibaldi, con al centro, al posta della fontana densa di storia, il cratere ormai aperto dell’Ipogeo.
Spunta quasi puntuale il piccolo serpente degli scolari in fila, accudito dalle trepide, giovani maestre, preoccupate dal traffico e dalle tante distrazioni che il movimento della piazza procura a quei ragazzini.
Lentamente entrano, un po’ in fila, un po’ in gruppo informe.
I nostri scontati sorrisi di accoglienza e di condiscendenza, con i gadget in bella esposizione sul banchetto improvvisato, che comunque non sembrano attrarli più di tanto. Al contrario sono subito visibilmente interessati dalla rosa di manifesti coloratissimi appesi dal WWF su uno dei recinti di cantiere, rappresentanti i grandi animali selvatici minacciati di estinzione.
Alcuni attivisti cominciano a distribuire candidi cappellini da sole con visiera e la bella effige nera del Panda, il super simbolo dell’associazione.
Sono già più docili, lo ritirano in buon ordine, del resto ce n’è per tutti, rassicurano anche le maestre.
Sono gratificati da quel gadget, subito indossato, che piace a tutti e si vede.
Adesso più volentieri si predispongono in semicerchio, poiché le maestre annunciano che un signore del WWF parlerà: "Chissà cosa avrà da dirci?!".
Uno dei ragazzini attratti dai bei ritratti di grandi animali della savana si sofferma sugli elefanti che stanno in Africa. Subito un altro aggiunge che però stanno anche in India... poi si acquietano.
L’anziano attivista, un nonno, sta per cominciare il discorso breve sulla storia della Villa, dopo la presentazione del presidente.
Il silenzio sale, poi si afferma, con voce un po’ incerta, lentamente procede.
È l’inizio. Comincia introducendo un’altra cosa, si vede che è stimolato, ripagato dall’ascolto e continua con gli elefanti.
"Ebbene, forse 20.000 anni fa, anche attorno a questa Villa si poteva aggirare un peloso elefante dalle lunghe zanne che abbiamo chiamato mammuth", sicuramente un discendente del gigantesco mammuth (Elephas Meridionalis) di Scoppito nell’aquilano, vecchio di almeno un milione e mezzo di anni, ospitato nel Museo nazionale del capoluogo regionale. È noto che il mammuth si aggirava nelle lande del nostro paese fino a 6.000 anni fa!
Il silenzio si fa più attento, tra stupore e perplessità. Si percepisce visibilmente… Poi si riprendono contenti e divertiti, tornano ai giochi usati mentre il racconto procede attraversando le naumachie dell’ anfiteatro nel periodo romano. Ben presto sciameranno dietro al rassicurante esperto botanico naturalista del WWF che mostrerà loro le preziosità botaniche, purtroppo residue, nello splendido “luogo della memoria” che qualcuno volle chiamare il “Pincio” teramano.