13.10.10

Ancora sui tagli sul Tronto: arriva la smentita dell'Assessore Di Paolo

Dalla Regione arriva una dichiarazione dell'Assessore ai Lavori Pubblici, Angelo Di Paolo.
La Giunta regionale d'Abruzzo non ha adottato nessun provvedimento, né ha in animo di farlo, circa il taglio di alberi lungo la bonifica del Tronto per eliminare il rifugio delle prostitute e dei loro clienti. Chi afferma il contrario lo fa per generare disinformazione, divulgando notizie prive di ogni fondamento. In questi giorni, appare davvero inquietante vedere come si riesca a diffondere informazioni incomplete, inesatte e fuorvianti solo per creare clamore. Premesso che non sarebbe, comunque, un settore di competenza del nostro governo, competente solo sulle esondazioni del fiume tengo a precisare che nella riunione del 23 settembre, convocata dal questore di Teramo, alla presenza anche del Prefetto, si parlò di ordine e sicurezza pubblica e della necessità di un intervento di riqualificazione che avrebbe dovuto prevedere, tra l'altro, la rimozione di rovi ed erbacce, ma mai si e' parlato di taglio indiscriminato di piante ed alberi che è ben altra cosa. La verità è questa Chi sostiene diversamente e tira in ballo il governo regionale lo fa a scopi strumentali al solo fine di gettare fango su questa maggioranza, manipolando una questione che sa essere di forte impatto sociale e di sicura risonanza”.
Bene. Ma questo Angelo Di Paolo è lo stesso Angelo Di Paolo che dichiarava al Centro il 24 settembre scorso: "La Regione farà di buon grado la sua parte, in particolare nel ripulire gli spazi con il taglio della vegetazione intorno e lungo le sponde. Un intervento atipico? Un ente, a mio avviso, deve concorrere alla soluzione di problemi legati all’ordine pubblico".
Il titolo dell'articolo che conteneva questa dichiarazione era "Contro le prostitute via le piante" e nell'articolo, mai smentito, si parlava espressamente di "un progetto che mira a tagliare la rigogliosa vegetazione, tra il fiume Tronto e la strada, dove si nascondono le lucciole quando arrivano i controlli".
La colpa è dei soliti giornalisti, degli ambientalisti o forse stiamo assistendo ad una clamorosa marcia indietro dettata dal fatto che mezza Italia sta ridendo di questa geniale idea?