6.11.19

Il parcheggio non è un diritto

 
Una riflessione di Raffaele Di Marcello, Presidente dell'Ordine degli Architetti di Teramo, pubblicata nella rubrica "Il ventre dell'architetto" sul sito ekuonews.it.
 
“Tutti vogliono tornare alla natura… ma nessuno ci vuole andare a piedi”.
L’onda Greta Thunberg ha travolto anche i teramani. Adulti e ragazzi, tutti insieme, contro i cambiamenti climatici che, nei prossimi anni, potrebbero (in molti lo danno per certo) cambiare le nostre vite in peggio.
Professori e studenti, anziani e ragazzini, professionisti ed operai… tutti vogliono più ambiente, più energie rinnovabili, stili di vita più aderenti ai cicli naturali… a patto, però, di non cambiare una virgola dei nostri comportamenti attuali.
A chiacchiere, infatti, siamo tutti “ambientalisti”, ma quando occorre fare qualche piccolo sacrificio, o modificare i nostri stili di vita, la storia cambia.
E’, quindi, normale chiedere parcheggi gratuiti sotto casa, sotto il posto di lavoro, sotto il negozio. Era già successo per l'ospedale, ed ora sono i docenti del Liceo classico ad alzare la voce: “il parcheggio è un diritto, e lo vogliamo ad ogni ora, gratis, sotto la scuola”.
Peccato che, in una città con un tasso di motorizzazione pari a 899,49 vetture ogni 1.000 abitanti, con 54.957 abitanti abbiamo circa 49.400 vetture circolanti, più quelle che vengono da fuori comune e, quindi, avrebbe bisogno di oltre 60.000 parcheggi e più per accontentare ogni singolo impiegato, ogni singolo professore, ogni singolo commerciante, ogni singolo studente, che volesse recarsi a lavoro, o a scuola, con il proprio mezzo privato.
Parcheggi che, considerando un area di occupazione di mq 12,5 per posto auto, avrebbero bisogno di 750.000 mq di aree pubbliche per accontentare tutti.
75 ettari di spazio pubblico che potrebbe essere destinato a piazze, giardini, aree giochi, luoghi di socializzazione.
Ma l’auto, in Italia, e Teramo non fa eccezione, è sacra, e si è ancora convinti che sia il mezzo migliore per spostarsi.
Eppure un’auto rimane parcheggiata, in media, per il 92% del suo utilizzo. E soprattutto chi si reca a lavoro con la sua vettura la lascia, ferma, dalle 6 alle 10 ore, ad occupare spazio pubblico. Posteggio che nulla porta al commercio, né alle altre attività produttive, perché è un parcheggio di stazionamento, spesso di un veicolo che ha trasportato un solo individuo.
E mantenere un’autovettura costa, in media, oltre 4.000 euro l’anno!!!
Quindi sarebbe opportuno non chiedere più parcheggi per tutti, ma mezzi pubblici più efficienti, una mobilità pedonale e ciclabile reale, la possibilità di non essere obbligatoriamente legati all’uso dell’automobile.
“Un Paese è sviluppato non quando i poveri posseggono automobili, ma quando i ricchi usano mezzi pubblici e biciclette”. Lo ha detto l’ex sindaco di Bogotà, Gustavo Petro… e dovrebbe farci riflettere, ogni giorno.