13.3.12

Riserva del Borsacchio: lettera aperta al Sindaco di Giulianova

Lo scorso 6 marzo è andato in scena a L’Aquila, in Consiglio Regionale, l’ultimo atto di una soap opera che, seppure proposta e riproposta in versioni e da attori diversi, pone al centro della trama un comune obbiettivo: lo smantellamento della Riserva Naturale del Borsacchio.
Le associazioni ambientaliste, i comitati ed alcune forze politiche in più occasioni si sono ritrovate a confrontarsi con le Amministrazioni Comunali di Giulianova e di Roseto, sottolineando il valore naturalistico, paesaggistico, economico e sociale della Riserva; in particolare:
1) con il perimetro definitivamente approvato con Legge n. 34/2007, la Riserva tutela formalmente l’incontaminata bellezza di un’area, quella del Borsacchio, con i suoi aspetti di integrità della costa sabbiosa abruzzese, la presenza di dune embrionali di vegetazione alofita con tratti di macchia mediterranea dove si riproducono e sostano rare specie di uccelli;
2) la tutela della Riserva è funzionale ad un nuovo modello di turismo responsabile centrato sulla valorizzazione durevole dell’ambiente; questo modello è già stato sperimentato con successo in molte altre località italiane, registrando positive ricadute, malgrado la crisi in atto da diversi anni nel comparto turistico, in termini di incremento di presenze e di fatturato per l’imprenditoria turistica. Non è casuale che la stessa legge istitutiva della Riserva identifichi tra i benefici attesi anche la creazione di nuove opportunità di lavoro per disoccupati ed inoccupati;
3) per effetto della legge della Regione Abruzzo n. 48/2010 (art. 1, comma 2, lett. a), la presenza della Riserva del Borsacchio pone un freno alle attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi in un’area di 1.100 ettari, al centro di un bacino in cui risiedono circa 60.000 persone e numerose imprese (aziende agricole, della pesca, manifatturiere, turistico-ricettive) che verrebbero fortemente penalizzate dallo sviluppo della filiera degli idrocarburi in quell’area. Collocare, inoltre, una zona franca (quella del Borsacchio, per l’appunto) all’interno del vasto “mosaico” composto dalle aree interessate dalle richieste di ricerca e coltivazione di idrocarburi, costituirebbe un serio problema per le compagnie petrolifere che da anni puntano alla costituzione di un distretto minerario in provincia di Teramo e in Abruzzo. Tra queste ricordiamo la Medoilgas che, con le istanze di ricerca “Corropoli”, “Villa Mazzarosa” e “Villa Carbone”, ha gli occhi puntati su tutto il territorio di Giulianova, Roseto, Mosciano, Bellante, Notaresco e Pineto. Preservare gli attuali confini della Riserva equivale ad erigere un bastione a difesa anche di Giulianova e della sua popolazione;
4) per effetto delle norme contenute nel decreto legislativo n. 128/2010, l’esistenza della Riserva fa sì che la minaccia delle trivelle venga ulteriormente allontanata dalle nostre coste: “all’interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni internazionali sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare…. Il divieto è altresì stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia marine dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette ….”.
Anche in virtù delle considerazioni fin qui espresse, ci piace pensare che sia diventata patrimonio condiviso - soprattutto da parte Vostra che amministrate la cosa pubblica - la consapevolezza che la Riserva vada valorizzata e non ridimensionata.
Ciò premesso, è nostra intenzione richiamare la Vostra attenzione sulle motivazioni che spinsero il Consiglio Comunale a votare all’unanimità l’atto n. 74 del 20/9/2010, avente ad oggetto “Piano di Assetto Naturalistico (PAN) Borsacchio – Modifica Perimetro”.
È evidente che in quell’atto sia prevalsa la comune preoccupazione:
- di non mettere a rischio l’ultimazione di quanto previsto nel “Contratto di Quartiere dell’Annunziata” di fronte al perdurare di una situazione di stallo determinata da "norme di salvaguardia" che dovevano avere carattere transitorio e che invece sono in vita da sette lunghi anni;
- di dare risposta alle esigenze dei cittadini, residenti in quel quartiere, sensibili alla salvaguardia di un’area destinata a parco pubblico ed invece minacciata dalla edificazione di una struttura ricettiva.
Da qui la Vostra richiesta alla Giunta ed al Consiglio Regionale di rimodulare il “perimetro della riserva del Borsacchio estrapolando da questo, per le motivazioni suddette, la porzione di territorio giuliese che vi ricade”.
Ebbene, è stato ampiamente dimostrato che le motivazioni che spinsero il Consiglio Comunale a richiedere l’uscita di Giulianova dal perimetro della Riserva sono venute meno. Infatti, le previsioni del Contratto di Quartiere, essendo antecedenti alla nascita della Riserva, potrebbero essere fatte salve, o attraverso il Piano di Assetto Naturalistico, o attraverso un semplice emendamento alle norme di salvaguardia, senza tagliare nulla dell’area protetta. Il tutto potrebbe risolversi in appena 30 minuti di discussione in Consiglio Regionale e con l’approvazione di una semplice modifica alle norme di salvaguardia (il cui testo, approntato dal Dott. Antonio Sorgi, Responsabile della Direzione Affari Della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie, Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazioni Ambientali ed Energia della Regione Abruzzo, nei giorni scorsi è stato portato a conoscenza del Sindaco di Giulianova) che prevede due cose semplicissime:
- è consentita agli edifici esistenti nell’area protetta la realizzazione di tutti gli interventi previsti nel PRG al momento dell’approvazione della legge istitutiva della Riserva;
- è possibile, per quanto riguarda Giulianova, l’immediata realizzazione delle previsioni del Contratto di Quartiere e dei suoi strumenti urbanistici.
Ed invece si tergiversa strumentalmente e si perde tempo prezioso. L’obiettivo non dichiarato è impedire il superamento della fase transitoria (già 7 anni!) delle norme di salvaguardia e bloccare il funzionamento degli ordinari strumenti di gestione previsti per le aree protette regionali, impedendo il decollo, anche economico, della Riserva. Costi quel costi, anche se ciò comporta tenere in ostaggio un intero quartiere di Giulianova e chi vi risiede.
Ma vi è anche un secondo aspetto, di natura giuridico-amministrativa, su cui vorremmo richiamare la Vostra attenzione. Attiene, in particolare, all’iter finora seguito per giungere alle varie modifiche del perimetro dell’area protetta.
Come a Voi noto, ad oggi le proposte di riperimetrazione del Borsacchio poste all’esame del Consiglio Regionale sono tre: di queste una prevede la cancellazione della Riserva. Delle restanti due, una verrà discussa dalla II Commissione il prossimo 15 marzo.
Quale che sia la proposta che il Consiglio Regionale riterrà opportuno approvare, essa dovrà essere comunque preceduta dal parere di indirizzo degli enti territorialmente coinvolti (quindi, Comuni e Provincia di Teramo) che, così come previsto dalla legge nazionale e da quella regionale (v. legge regionale n. 38/1996), avrebbero dovuto già pronunciarsi in apposita conferenza dei servizi. La qual cosa non è avvenuta.
Ne consegue che, qualsiasi delle tre proposte divenga legge, il rischio di impugnazione, per illegittimità dell’iter seguito, da parte del Governo nazionale sarà molto concreto.
A questo punto crediamo di aver fornito tutti gli elementi per poter avviare una riflessione ed un dibattito in Consiglio Comunale, invitandoVi, ovviamente, a rivedere quelle decisioni che furono assunte nel corso del consiglio comunale del 30 settembre di due anni fa.
Nel congedarci, vorremo fosse a tutti ben chiaro che, una volta aperto un varco nel muro della difesa della Riserva Naturale del Borsacchio, sarà facile per chiunque poter violare nuovamente quel confine. Cui prodest? Da parte nostra vi è certezza che ad avvantaggiarsi dell’eventuale “taglio” non saranno né la Collettività di Giulianova né i residenti del quartiere dell’Annunziata, ma solo i componenti di quel partito trasversale della cementificazione che ha i suoi occhi puntati soprattutto sul versante rosetano.
A Voi, quindi, la scelta tra rimanere in un mortale immobilismo oppure inviare ai nostri rappresentanti regionali un forte segnale di discontinuità.


WWF - Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni - Comitato Riserva Naturale del Borsacchio