23.7.10

Con il caldo torna il partito delle doppiette...

Armi a gogò nei parchi nazionali e regionali abruzzesi se passa la proposta del capogruppo PDL alla Regione Abruzzo, Gianfranco Giuliante.
L'intento estivo del consigliere è il seguente: liberalizzare il trasporto delle armi nei tre parchi nazionali abruzzesi – quelli della Majella, del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise e del Gran Sasso e Monti della Laga - e nel parco regionale Sirente-Velino, in chiaro contrasto con le norme nazionali.
A rendere ancora più incredibile e grave questa vicenda sono due “piccoli” particolari: Giuliante è anche Commissario del Parco Nazionale della Majella, nonchè vicepresidente di Federparchi Nazionale!
Con il solito blitz estivo, cercando di approfittare della disattenzione generale, il capogruppo del PDL alla Regione Abruzzo, in compagnia dell'assessore regionale Febbo e del presidente della commissione Agricoltura Prospero, ha pensato bene di proporre in consiglio regionale un colpo di mano filovenatorio.
Infatti i tre consiglieri intendono far approvare il calendario venatorio della regione con una legge regionale della durata triennale.
Da sempre il calendario venatorio viene deciso di anno in anno per via amministrativa dalla Giunta Regionale, ma questa volta la via prescelta è diversa.
L'obiettivo è il seguente: sottrarre il calendario venatorio dai ricorsi spesso vincenti delle associazioni ambientaliste, visto che una legge regionale non è appellabile davanti al TAR, ma solo davanti alla Corte Costituzionale (con tempi molto più lunghi e con una procedura tortuosa). Questo la dice lunga sui contenuti del calendario venatorio: se si ha paura dei ricorsi evidentemente i proponenti sono consapevoli di sostenere norme distanti dal dettato delle leggi che regolano la materia per favorire i cacciatori a discapito della fauna.
Evidentemente, però, l'afa di questi giorni deve aver confuso il capogruppo Giuliante visto che ha inserito nel testo una norma contraria alla legge nazionale dei Parchi che vieta l'ingresso delle armi nelle aree protette senza autorizzazione, legge che come Commissario del Parco della Majella è tenuto a far rispettare e che, come vicepresidente di Federparchi, sarebbe tenuto a difendere a spada tratta.
La legge nazionale non permette l'ingresso di armi nei parchi se non dietro apposita autorizzazione dell'Ente Parco nelle forme stabilite dal Regolamento del Parco stesso. Una norma di civiltà, confermata da numerose sentenze della Cassazione, introdotta per prevenire il bracconaggio, visto che altrimenti sarebbe quasi impossibile esercitare i controlli da parte del Corpo Forestale dello Stato.
Se passasse il testo proposto da Giuliante, qualsiasi cacciatore, fermato alle tre di notte con una carabina su una strada nel cuore di un parco nazionale, non sarebbe sanzionabile.
Il testo farebbe sorridere se non fosse per la gravità delle conseguenze in caso di approvazione. Il trasporto delle armi sarebbe consentito “in quanto mero trasferimento delle stesse quali oggetti inerti”. Sì, inerti fino a quando sparano! Sarebbe come dire che in guerra i cannoni in movimento non costituiscono un evento bellico in quanto oggetti inerti...
Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF: “E' intollerabile che i parchi si trasformino in un far-west senza regole. Il WWF è immediatamente intervenuto per segnalare al Presidente del Consiglio Regionale Pagano quanto sta accadendo. Il testo proposto confligge in numerosi punti con le norme nazionali e comunitarie, con il concreto rischio di procedura d'infrazione per la regione Abruzzo. Lo stesso iter seguito è per noi anticostituzionale, in quanto si usa una legge per cristallizzare per tre anni scelte sugli abbattimenti degli animali quando le loro popolazioni sono soggette ad ampie fluttuazioni numeriche di anno in anno. Come si potrebbe sostenere, quindi, che il prelievo sarà collegato alla quantità di fauna sul territorio? A parte la questione delle armi nei parchi, si renderebbe possibile, ad esempio, la caccia a specie che sono ancora nel periodo di cura dei piccoli, in contrasto con la direttiva comunitaria che tutela tutte le specie nel periodo riproduttivo, come il Colombaccio. La cosa paradossale, che ben illustra la commistione di ruoli, è che per segnalare questa grave iniziativa abbiamo scritto a tutti i parchi nazionali abruzzesi e, quindi, anche al Commissario del parco Giuliante che l'ha proposta! E' evidente che questo testo è inaccettabile e crediamo che il consiglio regionale e lo stesso capogruppo Giuliante decideranno di astenersi dal varare un provvedimento così malcongegnato”.