9.10.08

Riserva del Borsacchio: vittoria (per ora)

Il Consiglio comunale di Roseto degli Abruzzi ieri non è riuscito ad approvare il deleterio Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva naturale del Borsacchio che, così come è stato presentato, avrebbe comportato una cementificazione all'interno dell'area protetta.
La mancanza del numero legale registratasi durante il Consiglio ha permesso di fermare l'iter ed offre adesso all'Amministrazione Comunale di Roseto la possibilità di rivedere il PAN, eliminando le previsioni edificatorie contenute.
Il WWF è soddisfatto del risultato raggiunto ed auspica che subito si rimetta mano a questo importante strumento di pianificazione affinché si possa giungere rapidamente alla sua approvazione, eliminando qualsiasi tipo di possibilità di realizzare nuove costruzioni.

Di seguito pubblichiamo l'appello che l'Avv. Fabio Celommi ha rivolto a nome del WWF e del Comitato cittadino per la Riserva regionale del Borsacchio al Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi dell'8 ottobre scorso.
Illustrissimo Presidente, Eccellentissimi Consiglieri del Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi
Tutti noi sappiamo che quanto si deciderà nel corso dell’odierna seduta del consiglio comunale cittadino condizionerà e deciderà la qualità della vita e lo sviluppo della nostra Comunità e delle generazioni future, in forma e misura irreversibili. Il progetto di Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva Naturale Regionale Guidata del Borsacchio consentirebbe, infatti, la realizzazione di nuovi edifici per una superficie di oltre 5 ettari, nel cuore della Riserva naturale, oltre ad opere varie di urbanizzazione, tra cui una strada carrabile, posta alla base della prima quinta collinare e parallela alla Strada Statale n. 16, di collegamento tra l’abitato del centro di Roseto degli Abruzzi con quello della frazione Cologna Spiaggia, in aggiunta alla strada già esistente. Il carico antropico che tali previsioni urbanistiche produrrebbero, sarebbe di 3.000/5.000 abitanti.
Se queste previsioni progettuali fossero mantenute, il PAN di naturalistico conserverebbe soltanto il nome, perché trasformerebbe l’area naturale in un nuovo agglomerato urbano (magari dall’accattivante denominazione di Frazione “La Riserva”, a perenne ricordo delle sue origini storiche).
Ma non erano questi gli impegni della coalizione di maggioranza, formalmente e solennemente assunti con la redazione del suo programma elettorale. Non era questo che si aspettava la collettività cittadina quando, in occasione delle ultime elezioni amministrative, ha scelto tale programma con un plebiscito di quasi l’80% dei voti, né ciò che si aspettava la collettività regionale quando ha istituito la Riserva Naturale, mettendo a disposizione, per la sua realizzazione, anche cospicue risorse finanziarie pubbliche.
Il progetto di PAN, costato 230.000 euro, dovrebbe servire a tutelare e valorizzare uno dei pochissimi tratti di costa rimasti liberi su tutto il litorale abruzzese.
A giustificazione delle dissennate previsioni del PAN, nel corso dell’incontro pubblico del 2 ottobre scorso, l’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi ha sostenuto che vi sarebbero diritti edificatori ormai acquisiti all’interno dell’area della Riserva.
Tale tesi non è condivisibile: è risaputo, infatti, che in urbanistica non esistono diritti edificatori eterni, da conservare o perequare. Altrettanto risaputo è che i poteri pianificatori della Pubblica Amministrazione sono poteri conformativi e non espropriativi che, se legittimamente e ragionevolmente esercitati, non danno luogo a diritti risarcitori o ad indennizzi di sorta.
Appare poi pretestuosa anche la ventilata necessità di reperire risorse finanziarie, per eseguire gli espropri, perché, per realizzare un Parco o una Riserva Naturale, come avviene in tutte le aree protette del mondo, non bisogna espropriare nulla poiché la proprietà privata non viene intaccata: se così non fosse, i costi per istituire un parco nazionale come quello del Gran Sasso e Monti della Laga, esteso per oltre 150.000 ettari, sarebbero stati proibitivi.
E’ insensato, infine, sostenere che, grazie alla massiccia lottizzazione consentita dal PAN, si troverebbero i fondi per la realizzazione delle finalità dell’area protetta (come la rinaturalizzazione o la piantumazione di vegetazione); è risaputo, infatti, che esistono meccanismi certamente più efficaci e meno onerosi, per provvedere alle riconversioni colturali, come la predisposizioni di incentivi finanziari in favore dei coltivatori. Senza poi dimenticare che gli oneri finanziari della realizzazione della Riserva (che è regionale) sono a carico della Regione Abruzzo, che l’ha istituita, e non a carico dei Comuni, che la devono solo gestire: tutte le Riserve regionali godono di un finanziamento ordinario annuale e di finanziamenti straordinari per sostenere gli interventi specifici.
In tutte le aree protette le opere di rinaturalizzazione, d’altra parte, si realizzano con i programmi economici dell’organismo di gestione e non con i Piani di Assetto, che devono prevedere solo i vincoli, tra cui quello d’inedificabilità, già previsti da leggi nazionali e regionali, ed eventuali deroghe per casi particolari.
Il Comitato Riserva Naturale Regionale Guidata Borsacchio ed il WWF
INVITANO
i Consiglieri comunali di Roseto degli Abruzzi, pertanto, a non adottare il progetto di Piano di Assetto Naturalistico, così come è stato presentato, ed a chiederne la revisione finalizzata ad eliminare qualsiasi nuova costruzione all’interno della riserva, in conformità agli impegni elettorali assunti dalla maggioranza consiliare, e nel rispetto dei vincoli e dei criteri previsti dalle leggi statali e regionali;
SI DICHIARANO
disponibili ad un confronto tecnico-giuridico sugli aspetti di criticità sollevati;
EVIDENZIANO
che, qualora al termine dell’iter istitutivo, il PAN dovesse mantenere la previsione edificatoria esistente, si faranno promotori di una campagna a tutti i livelli, per eliminare il territorio della Riserva Naturale del Borsacchio dall’elenco delle riserve regionali, poiché sarebbe impensabile riconoscere lo status ed i vantaggi di un’area naturale protetta ad un territorio dove è possibile realizzare un’attività edilizia molto vicina alle peggiori forme di speculazione.