25.9.07

Verde urbano a Teramo

Cos’è il verde urbano? Uno spazio, anche un angolo tra due palazzi, con della vegetazione controllata. Il “verde” ha effetti positivi sul clima, sull’aria, sul territorio. In città gli spazi verdi dovrebbero essere dei rifugi dove i cittadini possono rilassarsi, senza allontanarsi troppo dalle proprie case.
Se si guarda Teramo dall’alto, ci appare come una città immersa nel verde delle colline che la circondano. Ma che tipi di verde troviamo al suo interno?
La Villa Comunale, nata come orto botanico, i platani di viale Bovio, i giardini di viale Mazzini (“i tigli”) e quelli di piazza Madonna delle Grazie, sono il nostro verde storico. Un verde che richiede particolari attenzioni, da tutelare e conservare. È quello che ci costa di più (basta pensare ai problemi di stabilità degli esemplari arborei secolari o alle fitopatologie, alle sostituzioni).
I parchi fluviali del Vezzola e del Tordino, verde attrezzato, erano la nostra vera risorsa verde. Subito dopo la loro apertura al pubblico sono emersi pesanti problemi di gestione: scelte progettuali sbagliate per quello del Vezzola, dove si è voluto spendere più in cemento ed asfalto, che in vegetazione, e l’impossibile convivenza con il Lotto Zero per quello del Tordino; come al solito fummo facili profeti a prevedere questi problemi, ma rimanemmo inascoltati.
Almeno però questi due spazi verdi ci legavano al verde “selvaggio” del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: due importanti corridoi ecologici inseriti in modo armonico e naturale nella città nata tra “i due fiumi”. Purtroppo oggi sono stati compromessi da “interventi di messa in sicurezza dell’alveo fluviale” voluti dal Genio Civile nella disattenzione di tutti gli altri enti locali, ad iniziare dal Comune che sembra proprio volersi disinteressare di questi due parchi. Soprattutto sul Vezzola è stata così completamente distrutta la vegetazione arborea ed arbustiva che creava un piccolo ma rigoglioso bosco “planiziale” ricco di naturale biodiversità, sia vegetale, sia animale.
Per le altre tipologie di verde pubblico, in città troviamo gli spazi verdi di quartiere, evidenti in particolare nelle frazioni che diventano sempre più grandi e popolate, il verde sportivo (Gammarana, Campo Scuola, Scapriano), il verde ospedaliero ed un po’ di verde scolastico.
Nei numerosi nuovi quartieri, il verde è continuamente sacrificato, considerato solo un costo aggiuntivo al già altissimo costo degli appartamenti.
All’interno degli spazi verdi, poi, si trovano falde inquinate e rifiuti abbandonati. Ma questo non può essere un alibi per non “costruire” il verde: il degrado chiama degrado.
Una città dignitosa dovrebbe avere un verde urbano di qualità e funzionale, capace di creare un buon rapporto tra fruitori e ambiente e di adeguarsi ai suoi rapidi cambiamenti, alla sua espansione verso la campagna, alla sua frammentazione. Ormai case e palazzi sono in continuità lungo le vie di comunicazione principali e non si capisce dove termina Teramo e dove iniziano gli altri comuni: una vera e propria città “allargata”.
Per il futuro nella nostra città gli spazi verdi devono aumentare in quantità e, soprattutto, in qualità: creare “verde” pubblico significa portare la natura in città.
È indispensabile che Teramo si doti finalmente di un regolamento per la gestione del verde pubblico, per affrontare gli effetti delle trasformazioni urbane e la crescente antropizzazione e la frammentazione dei corridoi biologici: un regolamento chiaro, di facile applicazione e condiviso da cittadini, Comune e gestore del verde, associazioni, ecc..
Dovrà trovare applicazione nei parchi e nei giardini del territorio comunale: sugli alberi secolari e storici (aumentare la tutela e la valorizzazione degli alberi esistenti); su prati e viali; aiuole e siepi; macchie a vegetazione arborea o arbustiva; sponde fluviali; nuove aree destinate a verde pubblico; aree da recuperare.
Dovrà contenere linee di gestione per il verde presente e per quello di nuova formazione; definirà le competenze e le responsabilità dei soggetti coinvolti nella manutenzione, gestione, controllo ed educazione.
Fondamentale l’affermazione del principio di compensazione: ogni volta che l’intervento dell’uomo comporterà una soppressione di spazi verdi, questi dovranno essere quantificati e reinseriti (ripiantumato) in aree vicine a quelle dell’intervento.
Progettazione, gestione e manutenzione dovranno basarsi sul rispetto delle specie vegetali e delle condizioni naturali del territorio, con indicazione puntuali delle specie arboree e arbustive da piantare, così da evitare la piantumazione di specie alloctone, estranee alla nostra tradizione.Scopo finale è far passare il concetto che il verde è un elemento di pregio all’interno della città e non fonte di problemi da comprimere o regalare ai privati.