28.2.22

Progetto Salvafratino Abruzzo 2022: domani convegno a Pineto


Con l’approssimarsi della stagione riproduttiva del Fratino, riparte il Progetto che da anni tutela la specie, il Salvafratino Abruzzo, promosso dall’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e dal WWF, con il supporto della Guardia Costiera. Il 1° marzo a Pineto si terrà un momento informativo per presentare il Progetto e discutere sulle modalità di intervento per la pulizia delle spiagge. Il Fratino è una specie protetta a livello internazionale (Convenzione di Berna e Convezione di Bonn), europeo (Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli), nazionale (Legge n. 157/92 sulla tutela della fauna omeoterma) e regionale (Ordinanze balneari e Piano Faunistico Venatorio); senza dimenticare che la FEE tutela la conservazione della biodiversità e dei sistemi marini tra i criteri di aggiudicazione della Bandiera Blu. Sono ancora troppe però le minacce che la specie subisce, come la presenza di cani vaganti, la distruzione delle dune, l’eccessiva urbanizzazione della costa, il disturbo in periodo riproduttivo e al nido, l’asportazione della vegetazione dunale e la pulizia della spiaggia con mezzi meccanici. La Guardia costiera, l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e il WWF intendono confrontarsi con le amministrazioni comunali e gli altri Enti preposti al controllo del litorale e alla tutela della fauna per definire linee di intervento standard sulle pulizie delle spiagge e sulle procedure da adottare in caso di presenza di nidi: è arrivato il momento di creare un modello valido per tutta la regione che possa garantire la protezione di una specie che rischia realmente di scomparire dalla nostra costa.
Il convegno è in programma per il 1° marzo alle 9,30 nella Sala Corneli di Villa Filiani. Dopo i saluti istituzionali a cura del Presidente dell’AMP Fabiano Aretusi, del Sindaco di Pineto Robert Verrocchio, del Sindaco di Silvi, Andrea Scordella, del Comandante del gruppo Carabinieri Forestale di Teramo Gualberto Mancini e del Capitano di Vascello della Direzione Marittima di Pescara, Marcello Notaro ci saranno le relazioni del Vicepresidente WWF Italia, Dante Caserta e di Fabiola Carusi del Comitato di Conservazione nazionale del Fratino sul tema “Presentazione del progetto Salvafratino Abruzzo”; l’ornitologo Stefano De Ritis poi relazionerà sul ‘trend per la nidificazione del Fratino in Abruzzo’; l’ecologo Fabrizio Mauro affronterà il tema “Analisi dei dati di nidificazione del Fratino lungo la costa abruzzese” e Serena Ciabò dell’Ufficio Parchi e Riserve Regione Abruzzo parlerà della “Regione Abruzzo e la fauna protetta”. Seguirà un tavolo tecnico con le amministrazioni comunali alla presenza di Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo sulle “linee guida per la pulizia della spiaggia: un’esperienza utile per la conservazione”. Modererà Luciano Di Tizio coordinatore del comitato scientifico WWF Abruzzo. Al termine ci sarà un dibattito aperto ai tecnici e agli amministratori comunali. Per registrarsi in presenza: torredelcerrano/eventi-e-attivita-2022.
Il Progetto “Salvafratino Abruzzo” vive grazie ai tanti volontari, organizzati nelle diverse Associazioni che prendono parte al progetto o da singoli, che ogni anno sono pronti a prendersi cura del Fratino. È una campagna di monitoraggio dei nidi presenti sulle nostre spiagge, cui si aggiungono giornate di pulizia del litorale, attività di comunicazione, programmi di educazione ambientale con le scuole e la creazione di tratti di spiaggia dedicati alla tutela come la “Spiaggia del Fratino e del Giglio di mare” ad Alba Adriatica, l’”Oasi del Fratino e della Camomilla di mare” a Giulianova o la “Spiaggia del Fratino e della duna” a Roseto degli Abruzzi. Sono state già organizzate giornate di formazione e aggiornamento sul campo per i volontari a Roseto degli Abruzzi, a Pineto e a Pescara, mentre ne sono in programma altre a Giulianova, Ortona e Vasto.
L’idea che si vuole comunicare è che tutti possono prendere parte alla salvaguardia del Fratino e delle dune, partecipando come volontari al monitoraggio o assumendo impegni in qualità di Enti o di soggetti che a vario titolo operano sulla costa: balneatori, operatori turistici, ecc. È con la collaborazione di più soggetti e attori del territorio che si può vincere la sfida della conservazione del Fratino, bene collettivo che ognuno deve contribuire a salvaguardare. Chiunque voglia svolgere attività di volontariato in favore del fratino può prendere contatto attraverso la pagina Facebook Salvafratino Abruzzo o scrivendo a teramo@wwf.it.

18.2.22

Abbandono di rifiuti in provincia di Teramo: una vera piaga!










L’abbandono di rifiuti lungo le strade, sui lungo-fiume, nelle scarpate e in generale in natura è una vera e propria piaga per la provincia di Teramo. Non vi è tratto stradale o corso d’acqua che non sia interessato dal fenomeno.
Ultima segnalazione del WWF Teramo in ordine di tempo ha riguardato la SP2 nel Comune di Notaresco al confine con Roseto degli Abruzzi nei pressi del sottopasso dell’A14 dopo la rotonda al termine della Teramo-Mare. Il materiale abbandonato è di tutti i tipi: interi sacchi di immondizia, piccoli elettrodomestici, copertoni, bottigliette di plastica, immancabili mascherine e tanto altro ancora. Tutto materiale che, a poco a poco, a causa del vento si disperderà nell’ambiente dove resterà in alcuni casi anche per secoli.
Il WWF Teramo ha inviato una comunicazione via PEC ai sindaci delle due amministrazioni e alle rispettive polizie municipali per evidenziare tale situazione ricordando peraltro che già in passato erano state fatte segnalazioni del genere e che si era anche provveduto a bonificare i siti. Evidentemente però fino a quando non si chiuderà l’accesso a terreni e fossi e non si metterà un impianto di videosorveglianza per individuare e denunciare i responsabili, il fenomeno si ripeterà.
Il problema dell’inquinamento da rifiuti in natura è globale. Pochi giorni fa è uscito un nuovo report del WWF Italia “Inquinamento da plastica negli oceani. Impatti su specie, biodiversità ed ecosistemi marini” (può essere scaricato gratuitamente qui) che analizza oltre 2.590 studi sull’inquinamento da plastica negli oceani e fornisce l’analisi completa degli impatti che sta causando sulle specie e sugli ecosistemi marini: una vera e propria crisi planetaria, secondo la definizione delle Nazioni Unite. Il destino finale dei rifiuti abbandonati in natura, infatti, è molto spesso il mare che poi ciclicamente con le mareggiate restituisce sulle spiagge questo materiale. In mare la plastica si spezza in micro-frammenti che vengono ingeriti da pesci e molluschi ed entrano così nella catena alimentare: i rifiuti che non vengono spiaggiati dalle mareggiate, finiscono direttamente nei nostri piatti attraverso il pescato.
I volontari delle associazioni sono sempre impegnati in operazioni di pulizia e sensibilizzazione e anche domenica prossima il WWF Teramo, insieme alle Guide del Borsacchio e altre associazioni locali, sarà a Cologna per la pulizia delle Foce del Tordino a partire dalle ore 9, ma questo non può bastare! C’è bisogno anche di maggiore educazione e senso civico da parte dei cittadini, di maggior controllo da parte degli organini competenti e di scelte politiche che modifichino i modelli di produzione e consumo.

17.2.22

La scuola incontra il progetto NET4mPLASTIC nell'AMP Torre del Cerrano


L’Istituto Delfico di Teramo sta realizzando il percorso didattico innovativo "A scuola di OpenCoesione" che è finalizzato a promuovere e sviluppare, nelle scuole italiane, principi di cittadinanza attiva e consapevole, attraverso attività di ricerca e monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici europei e nazionali. Gli studenti hanno scelto di approfondire il progetto NET4mPLASTIC Interreg IT-HR, che vede l’Università degli Studi di Ferrara come lead partner e l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano come sito pilota delle attività di ricerca. Per questo domani, venerdì 18 febbraio 2022, gli studenti del Liceo Delfico di Teramo saranno accolti nella sede operativa dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, a Villa Filiani di Pineto, con la collaborazione degli educatori del Centro Studi Cetacei, che curano le attività del progetto Life Delfi, i quali spiegheranno ai ragazzi le interazioni dei mammiferi marini con l’attività umana e i danni che possono causare loro le plastiche disperse in mare. Ci sarà quindi un collegamento con gli esperti dell’Università degli Studi di Ferrara che illustreranno il progetto NET4mPLASTIC. Infine, i ragazzi faranno una passeggiata in Area Marina Protetta per visitare l’habitat dunale con i volontari del WWF Teramo.

11.2.22

Premiazione ad Atri con il WWF!


Questa mattina ad Atri si è svolta la premiazione della prima edizione del Concorso “Presepe sostenibile” organizzato dall’Associazione “L’Istrice” in collaborazione con il WWF Abruzzo e l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri.
Il premio, nato nell’ambito delle manifestazioni natalizie della Città di Atri, ha avuto il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e ha visto la partecipazione di tanti alunni della Scuole dell’Infanzia.
I bambini erano chiamati a realizzare un presepe utilizzando esclusivamente materiali sostenibili e riciclabili avvicinando così i piccoli studenti ai valori della tutela dell’ambiente e della natura che l’Associazione L’Istrice, il WWF e l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri portano avanti attraverso l’educazione ambientale.
I presepi partecipanti sono stati esposti per tutte le feste di Natale nelle vetrine dei negozi di Atri in una scelta di valorizzazione del patrimonio del centro storico dove i negozi e gli esercizi di vicinato giocano un ruolo fondamentale di presidio sociale per il loro legame con il territorio.
I presepi sono stati votati tramite la pagina Facebook dell’Associazione L’Istrice e dalla votazione è scaturita questa classifica:
  • Primi classificati i bambini della scuola di Pediatria dell’Ospedale di Atri;
  • Secondi classificati i bambini della Scuola dell’Infanzia Amaltea di Atri;
  • Terzi classificati i bambini della Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Ravasco di Atri.
Durante la cerimonia di premiazione Antonella Sardi, Vicepresidente dell’Associazione L’Istrice, e Adriano De Ascentiis, Direttore dell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri, sottolineando la bravura di tutti i partecipanti, hanno consegnato ad ognuna delle scuole vincitrici un Kit educativo Panda Club del WWF Italia insieme ad un certificato di adozione di una specie animale in pericolo.

7.2.22

Riflessioni dopo il convegno dell’Università di Teramo e del WWF sul cinghiale


Le problematiche legate all’aumento del numero dei cinghiali, nella nostra regione come nel resto d’Italia, sono state affrontate nel corso del convegno “Il cinghiale e il territorio: dalla ricerca scientifica alla gestione” organizzato dall’Università degli Studi di Teramo e dal WWF Abruzzo venerdì 4 febbraio scorso presso il campus di Medicina Veterinaria a Teramo. Un convegno inquadrato nel Progetto “Tante specie – un solo Pianeta” a cura delle strutture territoriali del WWF nella regione Abruzzo.
La grande partecipazione testimonia l’importanza del tema: vi sono stati oltre 300 iscritti on line e diverse decine di partecipanti in presenza tra cui rappresentanti del mondo accademico, dei Carabinieri Forestali, delle ASL, delle aree naturali protette, delle associazioni ambientaliste e di categoria.
La gestione del cinghiale è una questione complessa che investe e coinvolge molti settori della società e che proprio per la sua complessità richiede interventi basati sulle evidenze scientifiche e sull’analisi dei risultati delle pratiche messe finora in atto. Non a caso il convegno è stato aperto da una relazione del prof. Andrea Mazzatenta dell’Università di Teramo e da una review di oltre 80 pubblicazioni presentata da Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo, e da Marco Galaverni, direttore scientifico del WWF Italia.
In buona sostanza la caccia, così come il cosiddetto selecontrollo, intervenendo sulle dinamiche ecologiche della specie ottiene risultati opposti rispetto alle intenzioni: più abbattimenti e pressione sulla popolazione ci sono, più i cinghiali si riproducono (i numeri quindi aumentano anziché diminuire) mentre i gruppi familiari si destabilizzano. Di conseguenza crescono sia i danni all’agricoltura sia gli incidenti stradali. Lo dimostrano ormai numerosi studi, ma lo dimostra anche l’esperienza pratica: da anni l’emergenza cinghiali si contrasta affidandosi quasi soltanto a doppiette e carabine ma la situazione è tutt’altro che migliorata. Dai dati presentati nel convegno è pure emerso come le catture con i chiusini si sono dimostrate efficaci riuscendo a essere più selettive rispetto al prelievo venatorio come dimostrano alcune esperienze pratiche condotte sul campo nella riserva regionale e Oasi WWF del Lago di Penne e dei Calanchi di Atr. Anche le misure di prevenzione con i recinti elettrificati, laddove sono state attuate, hanno avuto effetti positivi, pur necessitando di alcune accortezze nella fase di installazione e per la manutenzione, come è stato illustrato dall’esperienza della riserva regionale e Oasi WWF dei Calanchi di Atri. Così come vi sono primi esperimenti di sterilizzazione, attraverso interventi però complessi da gestire su ampi spazi.
Evidenze scientifiche che purtroppo difficilmente diventano elemento su cui basare le scelte. Si preferisce invece riproporre da anni sempre le stesse soluzioni anche se non hanno prodotto risultati. L’intero settore continua infatti a risentire dell’approccio per cui la gestione faunistica finisce per coincidere con la gestione venatoria: nulla di più errato! Il caso dei cinghiali dimostra esattamente il contrario: a causa della caccia dagli anni 60 del secolo scorso vi sono state enormi immissioni di cinghiali provenienti dall’Est Europa che hanno finito per determinare un disequilibrio che l’aumento della pressione venatoria non solo non ha risolto, ma ha addirittura fatto aumentare. Se quindi l’obiettivo dichiarato è quello di diminuire il numero dei cinghiali per far diminuire i danni alle colture (e in alcuni casi anche al patrimonio naturale) è inutile aumentare i periodi di caccia arrivando, come è oggi in Abruzzo, a consentire il prelievo venatorio – nella forma della caccia e in quella del selecontrollo – tutto l’anno.
Sul punto va registrata la differente visione della Regione Abruzzo che è intervenuta al convegno con il Vicepresidente Emanuele Imprudente il quale ha ribadito come l’Ente intenda insistere sulla strada fin qui seguita ritenendo che non occorrano ulteriori studi e che sia invece necessario agire rapidamente per risolvere il problema. Una esigenza, quella della rapidità, condivisa da tutti. Non c’è del resto alcuna necessità di ulteriori ricerche, perché gli studi già ci sono! Si tratta solo di adottare le soluzioni che questi propongono, andando poi a costante verifica della loro efficacia. Come ha evidenziato il Prof. Michele Amorena dell’Università di Teramo, che ha introdotto e moderato il dibattito, «è sbagliato pensare di fornire soluzioni semplici a problemi complessi» ed è ancora più sbagliato, ha aggiunto nelle conclusioni Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia, continuare con strategie che fino ad oggi si sono dimostrate a dir poco inefficaci.
Più volte nel corso dell’incontro sono state richiamate le difficoltà che il mondo dell’agricoltura sta incontrando a causa del proliferare dei cinghiali, ma proprio per rispetto a questo mondo è compito di tutti attuare soluzioni efficaci se l’obiettivo è davvero quello di risolvere il problema dei danni alle colture e non quello di consentire la caccia tutto l’anno, persino all’interno di aree naturali protette.
Una vera soluzione è possibile solo attraverso una strategia che coinvolga tutti i portatori di interesse e che si basi esclusivamente sulle evidenze scientifiche e sulle modalità più efficaci. In caso contrario, il rischio è che tra qualche anno avremo tanti cinghiali uccisi in più, ma con ancora più danni di quelli registrati ad oggi. Per questo l’intenzione dell’Università di Teramo e del WWF Abruzzo è quella di continuare a offrire occasioni di riflessione chiedendo disponibilità al settore dell’agricoltura attraverso le associazioni di categoria: solo un confronto aperto e tecnicamente supportato potrà aiutare ad adottare soluzioni davvero efficaci.

3.2.22

Taglio alberi a Montorio al Vomano : bene lo stop, ora si apra un confronto sulla gestione del verde urbano


Nei giorni scorsi è stato bloccato il taglio di 13 alberi in viale Duca degli Abruzzi a Montorio al Vomano. Contro il taglio, disposto dall’Amministrazione Comunale sulla base di una relazione tecnica redatta da un agronomo, si sono sollevate le proteste di molti cittadini e associazioni anche per le modalità con cui lo stesso è stato programmato.
Purtroppo la decisione del Comune di Montorio al Vomano è solo l’ultima di questo genere in ordine di tempo: da tempo si assiste ad un aumento costante di interventi di questo tipo che finiscono per impoverire le città privandole di alberature a volte anche secolari. Oggi gli alberi sembrano quasi percepiti con ansia e timore, sono spesso mal tenuti e oggetto di tagli indiscriminati, nonostante le importantissime e indispensabili funzioni benefiche che svolgono per noi umani e per l’ecosistema in generale. Proprio per questo, pochi mesi fa il Comune di Penne, insieme alla Riserva regionale del Lago di Penne e al WWF Abruzzo, ha diffuso il “Manifesto di Penne per gli alberi” che in 10 punti riporta le fondamentali funzioni che gli alberi svolgono nel biosistema terrestre.
“Sappiamo che lo stop al taglio è solo temporaneo”, evidenzia Claudio Calisti, Presidente del WWF Teramo, “ma rivolgiamo un invito al Sindaco di Montorio al Vomano affinché approfitti di questa fase per aprire un confronto con le associazioni e la cittadinanza sul destino di questi 13 alberi e più in generale sul verde urbano. Comprendiamo che se ci sono situazioni legate alla sicurezza un sindaco ha l’esigenza di intervenire, ma siamo convinti che ulteriori approfondimenti potrebbero magari servire ad evitare il taglio delle piante del viale. La gestione del verde urbano richiede impegno e investimenti – che evidentemente in passato sono mancati – ma è compito degli amministratori cercare ogni soluzione possibile per non rinunciare al patrimonio arboreo di una città. Come WWF non abbiamo motivo di credere che vi sia da parte del Sindaco Altitonante alcun desiderio di abbattere alberi e gli rivolgiamo quindi un appello affinché voglia superare le contrapposizioni maggioranza/opposizione e si faccia promotore di un confronto per illustrare le ragioni della scelta del Comune e per valutare insieme la possibilità di individuare eventuali soluzioni alternative al taglio”.

14.1.22

Il Comune di Roseto degli Abruzzi autorizza un’attività con cani nella Riserva regionale del Borsacchio (AGGIORNAMENTO)


Il Comune di Roseto degli Abruzzi, con delibera di Giunta comunale n. 8 del 13 gennaio 2022, ha autorizzato lo "svolgimento, nei giorni 15 e 16 gennaio 2022, di una verifica zootecnica su lepre all’interno della Riserva Naturale Guidata Borsacchio”.
In pratica si tratta, da quanto si evince dalla delibera, di un’attività svolta all’interno della riserva regionale con cani da caccia che inseguiranno lepri, ma presumibilmente anche altri animali, per verificare l’attitudine dei segugi all’attività venatoria. Il disturbo che simili operazioni arrecano alla fauna è noto e non appare giustificabile all’interno di un’area naturale protetta, considerato che potrebbe essere svolta nel restante parte del territorio provinciale dove la caccia è consentita.
La delibera è stata presa solo nella giornata di ieri e non è quindi stato possibile per il WWF verificare l’eventuale documentazione a corredo della delibera.
Risulta veramente paradossale che dopo quasi due decenni in cui il Comune di Roseto degli Abruzzi si è totalmente disinteressato della gestione della Riserva, oggi autorizzi al suo interno un’attività legata al mondo venatorio.
Il WWF Teramo ha inviato alle Stazioni dei Carabinieri Forestali di Teramo e Roseto degli Abruzzi la richiesta di verifica sulla regolarità dell’iniziativa.

AGGIORNAMENTO: l'attività all'interno della Riserva è stata sospesa.

12.1.22

Inquinamento Fiume Vomano


Nel pomeriggio del 10 gennaio 2022 il WWF Teramo ha ricevuto la segnalazione di uno sversamento nel Fiume Vomano all’altezza di Montorio al Vomano.
Dalle foto inviate e dal racconto di chi era presente sul posto, il corso d’acqua appariva di colore scuro, maleodorante e con molta schiuma. Tale situazione è andata avanti per diverse ore: ciò lascia supporre che lo sversamento sia stato di notevole entità e/o prolungato nel tempo. 
Una situazione simile è stata riscontrata anche nel Fiume Tordino.
Da quanto si è appreso – anche a seguito di un colloquio telefonico del giorno successivo con il comandante dei Carabinieri-Forestali di Teramo, Gualberto Mancini – i Carabinieri-Forestali e l’ARTA Abruzzo si sono recati sul posto a distanza di poco tempo dalle prime segnalazioni dello sversamento, effettuando prelievi dal fiume per le necessarie indagini in tre diversi punti (ponte per Varano, località Cona a Teramo e località Venaquila a Montorio al Vomano).
Da quanto riportato nei resoconti giornalistici dei giorni successivi dalle analisi dell’ARTA sarebbero emersi valori inquinanti molto elevati con presenza massiccia di Escherichia coli, batteri provenienti da contaminazione organica e fecale tipica dei reflui zootecnici, oltre a livelli anomali di ammoniaca, azoto totale e fosforo.
Dalle indagini, sempre secondo le ricostruzioni giornalistiche che hanno riportato anche le dichiarazioni del Sindaco di Montorio al Vomano, lo sversamento sarebbe avvenuto da un’azienda zootecnica di Rocca Santa Maria coinvolgendo prima il Fiume Tordino e poi, attraverso un canale di gronda, il Fiume Vomano.
Sempre da notizie apprese l’intorbidimento delle acque del Vomano sarebbe stato riscontrato fino alla foce, tanto da spingere anche il Sindaco di Pineto ad intervenire sull’accaduto chiedendo la riattivazione del Contratto di Fiume Vomano.

31.12.21

A capodanno, niente botti!


Festeggiamo l'arrivo del 2022 senza spari e fuochi, i nostri amici animali ci ringrazieranno
Come ogni anno il WWF lancia un accorato appello per evitare l’uso dei fuochi pirotecnici la notte di San Silvestro, per privilegiare la sicurezza e dare un chiaro segnale di attenzione verso la Natura.
Sebbene siano conosciuti i rischi e i danni ambientali causati dai fuochi pirotecnici e il forte disturbo agli animali, c’è il rischio che la notte di San Silvestro si ripeta l’utilizzo di botti di Capodanno a cui seguirà, purtroppo il consueto bollettino di guerra, tra incidenti e feriti.
Ogni anno sono sempre di più le città d’Italia che cercano di contrastare i botti di Capodanno con apposite ordinanze che ne vietano l’uso, anche se poi i controlli siano estremamente difficili.
“La nostra presenza sul Pianeta è già abbastanza invasiva, evitiamo l’accensione ed i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici che, oltre a traumatizzare e spesso provocare il ferimento o la morte di molti animali selvatici e domestici, avvelenano ancor di più l’aria delle nostre città con ulteriori sostanze chimiche” è l’appello di Fulco Pratesi, Presidente onorario WWF Italia.
I fuochi artificiali sono poi causa di un grave inquinamento, non solo acustico, ma anche atmosferico, a causa delle emissioni di particolato fine e composti altamente pericolosi, tra cui metalli pesanti e perclorato d’ammonio. A seconda della composizione delle polveri, possono essere emessi metalli pesanti ed elementi pericolosi quali antimonio, bario, arsenico e altri con valori non trascurabili. La notte di Capodanno si registra un inquinamento dell’aria, con particolare riferimento alle polveri sottili, superiore alle peggiori giornate di traffico veicolare. Il danno è amplificato dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è “bersagliato” da esplosioni pirotecniche. Infine, va considerata l’enorme quantità di rifiuti generati dai fuochi, soprattutto per quelli detonati in mare. L’alluminio, a contatto con l’acqua salata del mare, può modificarsi e rilasciare sostanze nocive. Per non parlare della plastica e dei suoi frammenti che, sia a terra sia a mare, costituisce un vero pericolo per la biodiversità.
Si stima che ogni anno in Italia almeno 5.000 animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, anche rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento e fuggono istintivamente rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità. Altri abbandonano il loro dormitorio invernale (alberi, siepi o tetti), vagano al buio alla cieca e non trovando altro rifugio muoiono per il freddo a causa dell’improvviso dispendio energetico a cui sono costretti in una stagione caratterizzata dalla scarsità di cibo che ne riduce l’autonomia. Lo scorso anno destò indignazione la moria di centinaia di storni a Roma.
Nei gatti, e soprattutto nei cani, il botto crea stress e spavento, fino a indurli a fuggire dal rumore insopportabile. Ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sensibile di quella umana. Negli animali d’allevamento come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare addirittura l’aborto da trauma da spavento.
Non utilizzare i botti sarà anche un segno di civiltà e sensibilità nei confronti di tutti gli operatori, come i Vigili del Fuoco, che ogni fine anno devono intervenire per soccorrere animali rifugiatisi ovunque e per gravi incidenti alle persone – e per i tanti medici e infermieri impegnati negli ospedali per l’emergenza Covid.

Ambiente 2021: il bilancio del WWF Abruzzo


Conferenza stampa del WWF Abruzzo per tracciare un bilancio sullo stato dell’ambiente e della natura nella nostra Regione. Nel 2021, nonostante le limitazioni dovute alla pandemia Covid-19, l’azione del WWF non si è mai fermata grazie alle 4 organizzazioni locali, alle 6 Oasi, ai Centri di Educazione Ambientale e ai nuclei di vigilanza presenti nel territorio.

Tre specie simbolo: Fratino, Orso bruno marsicano e Lupo
Grazie al Progetto “Salvafratino Abruzzo”, promosso dall’AMP “Torre del Cerrano” e dal WWF Abruzzo e che coinvolge associazioni, comitati locali e singoli volontari, così come la Capitaneria di Porto, nel 2021 è continuato l’impegno per la tutela del Fratino. Come avviene ormai da diversi anni, la specie è stata monitorata durante la fase riproduttiva: i nidi osservati sono stati in totale 53 (eguagliato il record degli ultimi anni registrato nel 2017), dieci in più rispetto alla precedente stagione (43). La Riserva regionale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi, l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” e la zona Foro di Ortona si confermano siti fondamentali per la nidificazione, ospitando poco meno dei 4/5 dei Fratini presenti in Abruzzo. La situazione per la specie continua a essere problematica, così come nel resto d’Italia: alla cause naturali che portano alla perdita dei nidi (mareggiate o predazione) si aggiungono minacce legate all’uomo come la pulizia delle spiagge con mezzi meccanici, la presenza di cani e gatti vaganti, l’eccessiva frequentazione di alcune aree o veri e propri atti di vandalismo. Oltre al monitoraggio dei nidi, sono state tante le attività svolte a partire da marzo fino a tutto agosto: webinar di formazione sul Fratino e il suo habitat, giornate di pulizia a mano delle spiagge, attività di educazione ambientale, incontri con amministrazioni e operatori economici, distribuzione di materiale informativo, campagne di sensibilizzazione, creazione di nuove piccole aree destinate alla tutela come l’Oasi del Fratino e della Camomilla di mare a Giulianova (TE). Fondamentale anche l’analisi dei dati delle nidificazioni degli ultimi anni che ha portato a un primo studio sulle aree maggiormente vocate alla presenza del Fratino realizzato su incarico dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”.
Continuo è stato l’impegno per l’Orso bruno marsicano nell’ambito della campagna WWF “Orso 2x50” che punta al raddoppio dell’esigua popolazione del plantigrado entro il 2050 e vede centrale l’azione dell’Oasi WWF e Riserva regionale “Gole del Sagittario” di Anversa degli Abruzzi (AQ). Nel 2021, sempre a causa della pandemia, non è stato possibile svolgere i consueti campi che prevedono l’ospitalità dei volontari per più giorni nelle strutture dell’Oasi, ma sono state organizzate singole giornate di volontariato per realizzare buone pratiche di convivenza. Giovani e meno giovani da tutta Italia durante l’estate sono intervenuti in vari comuni dell’Abruzzo per istallare recinzioni elettrificate a protezione di apiari, frutteti e piccoli allevamenti e porte in ferro zincato per la messa in sicurezza di piccoli allevamenti (polli, conigli, ecc.). Dal 2019 a oggi 39 strutture sono state messe in sicurezza da danni da Orso, mentre sono state dotate di grate di chiusura 6 vasche, pericolose pozze per la raccolta d’acqua che se lasciate senza copertura possono trasformarsi in trappole mortali per l’Orso e la fauna selvatica in generale. Oltre al personale dell’Oasi delle Gole del Sagittario, sono stati 60 i volontari coinvolti nelle giornate di lavoro. Nel corso del 2021 è stata inoltre stipulata una convenzione tra WWF e Parco Nazionale del Gran Sasso, area di nuova espansione per questa specie, volta a preparare i residenti nell’area protetta alla convivenza con l’Orso. I volontari del WWF Abruzzo, inoltre, hanno partecipato alle giornate del “Tour della convivenza: Bentornato orso gentile” nel Parco Nazionale della Maiella, realizzato nell’ambito del Progetto LIFE-ARCPROM dell’Unione Europea. Le giornate hanno previsto attività gestite da personale e volontari del WWF che, coadiuvati dal Parco della Maiella, hanno organizzato incontri e dibattiti con i residenti e con chi svolge attività nel Parco. Si sono svolte attività didattiche e giochi rivolti anche a bambini e ragazzi e sono stati distribuiti materiali informativi sulle regole principali da adottare nell’interazione con l’Orso, sia durante le escursioni che nella gestione delle attività economiche.
Il 2021 è stato, inoltre, l’anno che ha posto il problema di gestione dell’orso Juan Carrito, figlio di Amarena, che frequenta centri urbani alla ricerca di cibo. Il Parco d’Abruzzo Lazio e Molise, in collaborazione con altri Enti, ha tentato la sua traslocazione in ambienti selvaggi, ma l’orso sembra già essere tornato a frequentare il paese di Roccaraso: è necessario che presto Juan Carrito possa trovare un luogo giusto per passare l’inverno, ma tutta la vicenda pone un reale problema di convivenza e sta a noi mettere in atto misure concrete di prevenzione e responsabilizzazione per accettare pienamente la presenza in un animale che rende le nostre terre così uniche e preziose.
Il Lupo è una specie in forte espansione che sta progressivamente riconquistando spazi dai quali era scomparso da decenni a causa dell’uomo, comprese aree di pianura e litoranee, spesso prossime a nuclei urbani. Continue segnalazioni arrivano da tanti centri abitati di tutta la regione. Le strutture locali del WWF Abruzzo hanno sentito l’esigenza di informare i cittadini sui comportamenti da attuare per una convivenza possibile con il grande carnivoro e hanno elaborato il progetto “Tante specie, un solo pianeta”, finanziato dal WWF Italia e che tra le altre azioni ha previsto la realizzazione di un opuscolo che contiene anche un vademecum sulla convivenza uomo-lupo.
Aree protette
Il 2021 è l’anno del vergognoso taglio di circa 8.000 ettari del Parco regionale Sirente Velino. Il WWF è stato capofila della movimentazione contro il taglio del parco, ha raccolto le adesioni di più di 20 associazioni locali e nazionali, ha organizzato una petizione on line arrivata a 125.000 firme, ha elaborato un appello firmato da 50 personalità della scienza e della cultura abruzzesi e italiane. A giugno 2021 il Consiglio Regionale ha approvato la legge che prevede la riduzione del perimetro del Parco, senza alcuna valida motivazione di carattere scientifico o sociale-economico. Il WWF, insieme ad altre Associazioni, ha chiesto l’impugnativa al Governo che ha accolto la richiesta. Si resta in attesa del pronunciamento della Consulta.
Ma gli attacchi alle aree protette sono purtroppo, anche altri: nuovi impianti di risalita e piste da sci sono in progetto in diverse aree montane, come nei Campi della Magnola (Ovindoli) nella Zona di Protezione Speciale “Sirente Velino”. Per questi ultimi il TAR Abruzzo aveva a suo tempo accolto il ricorso delle Associazioni ambientaliste e sospeso le autorizzazioni già concesse per la realizzazione degli impianti da sci. Una sospensione che è stata confermata dal Consiglio di Stato, cui si era rivolta la Regione Abruzzo. I progettati impianti ricadono in un’area tutelata dall’Unione Europea. È inoltre in cantiere un progetto che avrebbe quale obiettivo quello di collegare le piste situate a Passo Lanciano con quelle di località Mammarosa fino ai 1995 metri della cima della Maielletta. Il tutto in aree di enorme pregio ambientale comprese nel Parco nazionale della Maiella e nella Rete Natura2000. Sulle nostre montagne si ripropongono così progetti ormai anacronistici che fanno spendere i fondi della collettività per impianti di risalita in territori che, inevitabilmente, saranno sempre meno innevati a causa dei cambiamenti climatici in atto. Ben altre politiche sono necessarie per il rilancio della montagna. Sulla bellezza della natura e sull’attrattività ambientale, per le quali l’Abruzzo viene riconosciuto e cercato a livello nazionale ed europeo, si deve costruire un percorso di crescita che porti turismo tutto l’anno e non solo per poche settimane.
Rispetto alla governance delle aree protette nell’ultimo anno è stata ratificata la nomina del Presidente dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” con il relativo Consiglio direttivo; sono stati nominati i Consigli direttivi del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e del Parco regionale del Sirente-Velino insieme al presidente, mentre ancora c’è ancora un Direttore facente funzione al Parco Nazionale della Maiella. Resta l’enorme vulnus del Parco Nazionale della Costa teatina: individuato nel 1997, istituito nel 2001 e perimetrato nel 2015 da un commissario ad acta, non è mai stato attivato lasciando campo libero a speculazioni e gestioni discutibili della Via Verde che del Parco dovrebbe costituire un’attrattiva.
Ad ore si conoscerà l’importo che la Regione Abruzzo vorrà destinare al sistema delle aree protette regionali, fondi che vengono modificati ogni anno che nel tempo, a fronte anche dell’aumento, sicuramente auspicato, del numero delle Riserve, sono andati diminuendo. Uno studio pilota per la definizione di un modello di valutazione di efficacia e efficienza di gestione delle riserve regionali, realizzato dall’Istituto Abruzzese Aree Protette (IAAP) in collaborazione con Lands Network srl, il coordinamento scientifico dell'Università del Molise e co-finanziato proprio dalla Regione Abruzzo, ha messo in evidenza come i benefici complessivi forniti dalle aree protette siano ben più elevati dei costi per il loro funzionamento. Il WWF Abruzzo ha chiesto al Consiglio regionale di: 1) aumentare la dotazione delle Riserve Regionali di almeno il 40% rispetto alle somme previste negli anni scorsi; 2) confermare le somme a favore della conservazione dell'Orso bruno marsicano; 3) provvedere a ripristinare i fondi per Orti Botanici e Centri di Educazione Ambientali.
In Abruzzo sono presenti 6 Oasi WWF che sono quasi tutte anche Riserve Regionali e in altre tre aree si stanno sperimentando iniziative di gestione insieme ad altre Associazioni e/o gruppi locali. Come in molti settori, anche nelle Oasi le perdite dovute ai precedenti periodi di lockdown sono state importanti, visto che molti degli operatori lavorano con le visite guidate e con i gruppi scolastici. In ogni caso durante l’estate nelle Oasi si è registrata una grande presenza di visitatori, confermando la voglia di natura da parte di tante persone. La festa delle Oasi WWF nel 2021 si è svolta in natura, dopo che l’anno precedente a causa del lockdown, si era tenuta da remoto. Con lo slogan “Liberiamo la natura” si è festeggiato il ritorno all’aperto nelle 6 Oasi WWF e in 3 aree che hanno aderito all’iniziativa come “Oasi per un giorno”: adulti, ragazzi, bambini e famiglie hanno potuto godere della bellezza e del fascino degli spazi naturali protetti in una giornata di riconquistata libertà.

Calendario venatorio
Anche nel 2021 la Regione Abruzzo ha emanato il proprio calendario venatorio senza considerare gli interessi generali della tutela della fauna selvatica, come hanno ricordato i giudici amministrativi a seguito del ricorso presentato dal WWF e da altre Associazioni ambientaliste e accolto dal TAR. Proprio grazie ai ricorsi sono state evitate giornate di pre-apertura e sono stati salvati tantissimi animali. Per questo settore sono necessari una nuova impostazione che non sia solo a favore delle frange più oltranziste del mondo venatorio, ma si occupi soprattutto della tutela del patrimonio faunistico della nostra Regione.
Mare e Costa
Il litorale abruzzese si presenta fragile ed esposto all’erosione. Purtroppo manca una visione lungimirante che punti alla risoluzione delle criticità presenti. Si continua a procedere con strumenti e modi di agire obsoleti che ripropongono l’infrastrutturazione dell’ecosistema costiero. Emblematico l’esempio della gestione della Costa dei Trabocchi, che avrebbe bisogno di idee di rilancio per un approccio completamente nuovo anche verso il turismo e invece vede riproporre espansioni urbanistiche, come nel PRG di Ortona, o la costruzione di impianti impattanti come il nuovo cementificio di Vasto a ridosso della Riserva di Punta Aderci contro il quale il WWF, insieme a Legambiente, ha intrapreso una battaglia legale.
Ricordiamo però anche un esempio virtuoso di gestione: grazie all’interlocuzione tra WWF e Legambiente da una parte e il Comune di Ortona dall’altra, avviata lo scorso anno dopo un ricorso al TAR presentato dalle due associazioni contro il bando per le concessioni demaniali marittime, si è instaurata una collaborazione per la tutela del tratto di spiaggia della Postilli-Riccio, di grande rilevanza naturalistica in particolare per la presenza delle dune e del Fratino. L’accordo ha previsto che nell’area venissero realizzate solo tre concessioni balneari, ma anche azioni di più ampio respiro come il posizionamento di paletti e cordino per la delimitazione del piede della duna e delle aree di nidificazione, la realizzazione di delimitazioni con paletti per segnalare l’accesso autorizzato alla battigia ed evitare il calpestio delle aree dunali, la collaborazione nel Progetto Salvafratino Abruzzo.
Durante tutto l’anno, nell’ambito della campagna del WWF Italia “GenerAzioneMare”,sono state poi numerosissime le giornate di pulizia a mano organizzate, sempre nel rispetto delle norme anti-Covid, dai volontari del WWF Abruzzo lungo tutto il litorale, tanti chilometri di spiaggia sono stati liberati dai rifiuti e in particolare della plastica che continua a essere una delle principali minacce per l’ecosistema acquatico.

Acqua Bene Comune
A poco più di 10 anni dal referendum contro la privatizzazione, il tema della gestione dell’acqua è quanto mai attuale e sentito da tutto il territorio sia per le difficoltà che si stanno vivendo in questi ultimi anni in Abruzzo con forti perdite e numerosi disservizi, sia per il dibattito seguito al disegno di legge delega sulla concorrenza del Governo che all’art. 6 prevede un passo indietro rispetto alla volontà dei cittadini italiani espressa nel referendum del giugno 2011. Per questo il WWF Abruzzo ha voluto promuovere una riflessione sulla gestione dei servizi pubblici e, nello specifico, del servizio idrico integrato, organizzando anche un convegno nell’Auditorium del Museo Universitario di Chieti. È emersa preoccupazione per la ripresa della spinta verso la privatizzazione dell’acqua. La grande vittoria nel referendum del 2011 viene rimessa in discussione da una politica che guarda ancora a modelli di neoliberismo spinto. Il WWF ha chiesto l’impegno di tutte le amministrazioni comunali e dei parlamentari affinché nella discussione che ci sarà in parlamento sul disegno di legge delega sulla concorrenza, l’art. 6 venga stralciato: alle Amministrazioni comunali è stato chiesto di approvare, come proposto dal Forum dei Movimenti per l’Acqua in tutta Italia, delibere consigliari con la chiara richiesta di eliminare dalla legge sulla concorrenza l’art. 6 e il suo contenuto a favore della privatizzazione.

Tutela del Territorio
Anche nel 2021 è proseguito l’impegno del WWF per la tutela del territorio attraverso battaglie su vertenze storiche: dalla messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso, minacciato dall’interferenza dei laboratori sotterranei di fisica nucleare e delle gallerie autostradali, alla bonifica nel sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino, dalla tutela dei territori attraversati dal metanodotto SNAM e della centrale di Sulmona all’opposizione ai nuovi centri commerciali in zona Megalò. In Abruzzo siamo purtroppo ancora molto lontani da una pianificazione rispettosa del territorio e indirizzata al consumo zero di suolo.
«L’anno si è concluso con due momenti importanti per la nostra Associazione - sottolinea Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo - l’Assemblea nazionale dei volontari WWF, che si è svolta ad Assisi dal 5 al 7 novembre, e l’Assemblea degli attivisti del WWF Abruzzo che si è tenuta a Pineto il 28 novembre: appuntamenti importanti per la definizione delle nostre attività, soprattutto in questo periodo che si spera sia di ripresa e ripartenza. Durante l’incontro a Pineto è stato presentato il neo-costituito Comitato Scientifico del WWF Abruzzo: un nucleo di 13 esperti, in gran parte professori universitari, molti già soci dell’Associazione del Panda, disponibili a dare una mano nei rispettivi campi di studio in occasione delle tante iniziative che il WWF porta avanti nel territorio in difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. Per concludere ricordiamo le molteplici iniziative che i volontari sono riusciti a realizzare durante il 2021: incontri pubblici, giornate di pulizia delle spiagge, laboratori didattici, corsi di formazione, escursioni, visite guidate, attività di campo... Tante, inoltre, sono state le osservazioni del WWF Abruzzo su Piani e progetti presentati da Enti e da privati e le vertenze che ci hanno visto impegnati in prima linea, grazie anche alla crescente attività della rete delle guardie volontarie e degli avvocati del Panda, un nucleo di legali che aiuta l’Associazione nelle vertenze più complesse. Sono proseguite le collaborazioni con la Guardia Costiera, in particolare per il Progetto Salvafratino Abruzzo, e con i Carabinieri forestali per giornate di sensibilizzazione, a cominciare da Urban nature, e momenti di informazione come la campagna per il recupero degli animali selvatici. Una azione intensa quella del WWF Abruzzo, resa possibile solo grazie ai tanti volontari che dedicano il proprio tempo alla difesa della natura. Ai presidenti delle organizzazioni locali, ai referenti dei gruppi tematici, ai direttori e al personale delle Oasi e dei Centri di Educazione Ambientale, alle guardie, agli avvocati, a tutti gli attivisti e ai tanti soci che ci sostengono va la gratitudine e il riconoscimento per i risultati raggiunti».