Sabato 13 aprile si terrà a Pescara, con
partenza alle ore 15:30, dal Ponte del Mare in area Madonnina, una grande manifestazione
regionale contro il progetto petrolifero “Ombrina mare”,
contro la petrolizzazione dell’Abruzzo e del mare antistante la sua costa e per
uno sviluppo sostenibile.
Il WWF Teramo
aderisce a questa manifestazione in difesa di tutto il territorio abruzzese, ad
iniziare da quello della provincia teramana, una delle più colpite dalle
istanze di ricerca ed estrazioni di idrocarburi.
Attualmente oltre
il 60% del territorio teramano è infatti ricompreso all’interno del perimetro
di istanze e permessi di ricerca ed estrazione. I comuni interessati sono 40 su
47 dove risiede circa il 90% dell’intera popolazione provinciale.
“La manifestazione
di sabato 13 aprile”, dichiara Pino Furia, Presidente del WWF Teramo,
“rappresenta un momento centrale della battaglia per la difesa del nostro
territorio contro il progetto di trasformare l’intero Abruzzo in distretto
minerario dove promuovere la ricerca di idrocarburi. Realizzare un impianto
come “Ombrina Mare” rappresenterebbe un passo avanti senza ritorno verso la
petrolizzazione della nostra regione. Al di là degli aspetti ambientali, vi
sono ragioni economiche e sociali che spingono ad opporsi all’estrazione
petrolifera. Come teramani siamo fortemente interessati a contrastare questa
scelta che va contro quello sviluppo sostenibile attento all’ambiente che
auspichiamo per la nostra costa e per tutto l’Abruzzo”.
IL PROGETTO
“OMBRINA MARE”
Il progetto
“Ombrina Mare” prevede la realizzazione in mare, a 6 km dalla costa dei
Trabocchi, in provincia di Chieti, di una piattaforma di estrazione di 35 m x
24 m e 43,50 m di altezza sul livello medio marino (come un palazzo di 10
piani). Essa sarà collegata ai 4/6 pozzi che dovrebbero essere
perforati in un periodo di avvio del progetto della durata di 6/9 mesi.
Solo in questa
fase verrebbero prodotti oltre 14 mila tonnellate di rifiuti, soprattutto
fanghi di perforazione. La piattaforma sarà collegata ad una grande nave
riadattata per diventare una vera e propria raffineria galleggiante, definita
Floating Production Storage and Offloading (FPSO), posizionata con ancoraggi a
10 km di distanza dalla costa. La nave avrebbe le seguenti dimensioni: 320 m di
lunghezza per 33 di larghezza e 54 m di altezza massima (per paragone:
l’ingombro dello Stadio Adriatico di Pescara da curva a curva è 220 metri). La
nave è destinata alle operazioni di separazione dell’olio dal gas, dissalazione
ed al delicato processo di desolforazione del gas: tre fasi normalmente
considerate negli schemi dei petrolieri proprie della raffinazione (che, poi,
ne comprende anche altre).
Ogni mese, per 25 anni, la FPSO verrà avvicinata da
un'altra nave che caricherà l’olio per trasportarlo verso altre destinazioni.