24.2.13

Approvata la piattaforma Ombrina Mare


Il progetto "Ombrina Mare" della ditta inglese Mediterranean Oil and Gas riguarda il litorale abruzzese fra Ortona, San Vito, Rocca San Giovanni, Fossacesia e Torino di Sangro, ma rappresenta un pericolo per tutta la costa abruzzese (e non solo). Si prevede la costruzione di una piattaforma per estrazione di petrolio con annessa nave FPSO: un vero e proprio centro oli galleggiante lungo 350 metri per la desolforazione sul posto del petrolio e del gas estratto dai fondali marini a soli 9 chilometri dalla riva e con la piattaforma a circa a 6 km dal Sito di Interesse Comunitario Fosso delle Farfalle.
Il Governo Monti, favorevole alla deriva petrolifera in Abruzzo e in Italia, in zona Cesarini ha fatto un regalo enorme ai petrolieri. Una decisione che rappresenta uno schiaffo per tutti gli abruzzesi ponendo a rischio il futuro turistico della regione.
Secondo le stime della stessa Mediterranean Oil and Gas, ogni giorno saranno immessi in atmosfera circa 200 tonnellate di fumi da combustione dai motori, dal termodistruttore e dalla torcia atmosferica. Nei pochi mesi di perforazione e prove di produzione saranno prodotti 14.000 tonnellate di rifiuti tra fanghi perforanti ed altro!
Imprevedibili i danni in caso di guasti o incidenti: è bene ricordare che questo tipo di raffinerie a mare per la loro pericolosità non vengono usate neanche nel golfo del Messico, ben più aperto del piccolo Mare Adriatico. E, stando alle stime sulle capacità produttive del giacimento fornite dalla stessa Mediterranean Oil Gas, l’Abruzzo dovrebbe sopportare tutto questo soltanto per garantire pochi giorni di fabbisogno energetico nazionale di gas e di petrolio!
La concessione Ombrina Mare aveva avuto un preavviso di rigetto nel 2010 in sede di valutazione di impatto ambientale dal Ministero dell'Ambiente grazie al Decreto Prestigiacomo, ma il Decreto Sviluppo varato dal Governo Monti nell’estate 2012 ha consentito alla Mediterranean Oil Gas di riaprire nuovamente la discussione, con un procedimento profondamente antidemocratico che ha escluso i cittadini dalla possibilità di inviare nuovamente osservazioni contrarie, benché tanti abruzzesi, associazioni, docenti universitari ed anche gli enti locali stiano da sempre contestando il progetto.
Ora è necessaria una mobilitazione immediata da parte degli enti, dalla Regione alla Provincia ai Comuni, per attivare le procedure di un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale non appena il provvedimento sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
"La piattaforma-raffineria Ombrina-mare è un centro-oli al cubo, con enormi rischi per l'ambiente e l'economia abruzzese e del medio-basso Adriatico”, dichiara Dante Caserta, presidente f.f. del WWF Italia. “È inconcepibile quanto sta accadendo. Sarebbe stato grave anche solo immaginare di piazzare una mega-piattaforma con fiamma perenne e annessa petroliera di 300 metri di lunghezza proprio di fronte il simbolo della nostra costa, il trabocco del Turchino. Uno sversamento in mare toccherebbe direttamente diversi siti di interesse comunitario e aree costiere su cui si basa gran parte dell’economia turistica abruzzese. Serve una risposta compatta e, soprattutto, coordinata di tutta la comunità regionale. Abbiamo fermato il terzo traforo del Gran Sasso e bloccato la svendita dei tre principali fiumi abruzzesi, opere volute allora dal governo centrale. Abbiamo bloccato il Centro-oli di Ortona che aveva ricevuto tutte le autorizzazioni. Abbiamo dimostrato di opporci in maniera efficace contro progetti devastanti per conservare ciò che rimane delle bellezze del nostro Abruzzo. Dispiace che molti amministratori si accorgono solo ora di questo grande pericolo senza aver recepito le proposte giunte dalle associazioni, come quella di costituire una task-force a livello della Regione Abruzzo per contrastare la petrolizzazione del nostro territorio”.
Una prima risposta è già in programma: venerdì 1° marzo alle ore 15 a Chieti scalo, WWF e Confcommercio promuovono un incontro pubblico affinché tutti insieme, cittadini, amministratori, organizzazioni, associazioni, movimenti, partiti si definisca un piano di azioni comuni, dal ricorso al TAR alle eventuali manifestazioni locali e nazionali.

16.2.13

Salvafratino 2013


Saranno molti i volontari che lungo la costa abruzzese prenderanno parte al progetto SalvaFratino 2013.
Si tratta di una campagna di volontariato promossa dall’Area Marina Protetta Torre del Cerrano in collaborazione con la Stazione Ornitologica Abruzzese e con il WWF per la tutela del Fratino (Charadrius alexandrinus), piccolo uccello migratore che frequenta le nostre spiagge nel periodo di nidificazioni tra marzo e giugno. Proprio il fatto che nidifica in questo periodo lungo le nostre spiagge sabbiose sta comportando una riduzione preoccupante del numero di esemplari mettendo a rischio la sopravvivenza di questa popolazione. È lo stesso periodo, infatti, durante il quale, da ormai venti anni, i comuni ed i concessionari usano ruspe o mezzi meccanizzati di grandi dimensioni per la pulizia degli arenili. Situazione che non consente di scorgere l'eventuale presenza di nidi, di uccelli in cova o di uova.
A partire dal Parco marino, allora, allargandosi anche alla Riserva Naturale del Borsacchio ed anche fuori dalle aree protette, si inizierà un lavoro di censimento, osservazione e sorveglianza.
La prima fase del progetto si allarga all’intera costa abruzzese e fino alle Marche, con la collaborazione del WWF e della Riserva Naturale di Punta Aderci, della Riserva Naturale della Lecceta di Torino di Sangro e della Riserva Naturale della Sentina a San benedetto del Tronto, con un concorso fotografico volto ad identificare il numero e la serie degli anelli che alcuni esemplari portano alla zampa a scopo di studio e ricerca scientifica per capire meglio il comportamento di questa e di altre specie di uccelli.

Foto di Davide Ferretti

10.2.13

Vuoi lavorare nell'ambiente?


L'Associazione Istituto Abruzzese Aree Protette WWF gestisce la Riserva naturale Regionale Calanchi di Atri e intende selezionare un partner operativo per la gestione delle seguenti attività:
  • apertura e manutenzione ordinaria del centro visite di Colle della Giustizia;
  • attività di segreteria presso l'Ufficio della Riserva;
  • prima accoglienza e assistenza dei visitatori;
  • gestione delle attività del Centro di Educazione Ambientale della Riserva;
  • monitoraggio antincendio e ambientale;
  • attività eco-turistiche e di promozione della riserva e dei suoi prodotti;
  • promozione della progettazione (partecipazione a bandi ecc.).
Si invitano società/imprese interessate con adeguata esperienza nel campo della gestione delle aree naturali protette, a presentare una proposta gestionale che tenga conto delle seguenti condizioni.
Il bando può essere richiesto ad: a.desanctis@wwf.it.

3.2.13

Premio Attila e Premio Sipari


Ritorna il “Premio Attila”, simbolico riconoscimento che il WWF Abruzzo assegna ai nemici dell’ambiente.
Sarà accompagnato dal “Premio Erminio Sipari”, dedicato al contrario a chi abbia messo in atto azioni particolarmente positive per la promozione e/o la tutela del territorio. Erminio Sipari (1879-1968) è stato nei fatti il fondatore del Parco Nazionale d’Abruzzo (oggi d’Abruzzo Lazio e Molise), del quale ha ricoperto per primo la carica di presidente dettando un modello organizzativo e gestionale incentrato sulla tutela dell’ambiente e sullo sviluppo del turismo. È considerato un pioniere della conservazione della natura in Italia oltre che uno dei primi fautori, in assoluto, dello sviluppo sostenibile.
Entrambi i premi saranno assegnati da una giuria interna al WWF composta dal consiglio regionale e dai presidenti delle strutture territoriali locali abruzzesi o da loro delegati, ma saranno i cittadini a decidere le “nomination”.
Fino al 28 febbraio prossimo chiunque potrà proporre un candidato per l’uno e/o per l’altro premio, semplicemente scrivendo al WWF Abruzzo, tramite mail all’indirizzo abruzzo@wwf.it o attraverso i tradizionali canali postali (via d’Annunzio 68 – 65100 Pescara) segnalando chi è stato, nel corso del 2012, meritevole del Premio Attila e/o del Premio Erminio Sipari: basterà indicare nome e cognome del candidato proposto e aggiungere una breve motivazione.
Le nomination saranno rese note nei primi giorni di marzo e subito dopo la giuria si riunirà per la decisione definitiva.
Il premio simbolico sarà assegnato prima di Pasqua in un evento pubblico.

2.2.13

Tutelare l'Area Marina Protetta Torre del Cerrano


Dalla fine di dicembre 2012 l’Area Marina Protetta della Torre del Cerrano è stata costantemente “invasa” da un gran numero di imbarcazioni per la pesca delle vongole (“turbosoffianti”) che si sono introdotte all’interno del perimetro dell’area, violando così apertamente la normativa di tutela.
Tale comportamento è stato oggetto di numerose segnalazioni sia all’Ente gestore della riserva che alla competente Capitaneria di Porto, da parte di privati cittadini e anche del rappresentante delle associazioni ambientaliste all’interno del Comitato di gestione dell’Area Marina Protetta, dott. Umberto Del Sole, che è correttamente intervenuto evidenziando come tale comportamento non fosse tollerabile.

La gravità della situazione ha determinato l’intervento della Capitaneria di Porto di Pescara che, all’interno di una più ampia azione di repressione di comportamenti illeciti nelle attività di pesca, ad inizio anno ha sequestrato – a quanto si apprende dalla stampa – 11 mezzi utilizzati nella pesca delle vongole all’interno dell’area protetta.
Nonostante questo, negli ultimi giorni sono stati nuovamente violati i confini dell’unica riserva marina presente lungo la costa abruzzese. Una riserva che, è bene ricordare, impedisce la pesca per solo 7 km di costa rispetto ai circa 130 km costieri complessivi.
Le Associazioni ambientaliste ribadiscono la necessità di garantire il rispetto del divieto di ingresso di “turbosoffianti” all’interno dell’area marina protetta della Torre del Cerrano: si ricorda al riguardo che tale divieto vige in tutte le aree marine protette italiane e che non è pensabile una deroga per l’area protetta della Torre del Cerrano.
Non è poi tollerabile che un espresso divieto previsto dalla normativa italiana venga impunemente violato. Gli organi preposti al controllo devono aumentare l’attività di vigilanza al fine di impedire ogni abuso ed illecito.
Non vi è nessuna volontà di colpire la categoria dei pescatori e ben si comprendono le difficoltà in cui si muove il settore che, al pari di tanti altri, risente del periodo generalizzato di crisi. La soluzione, però, non può essere la violazione della legge!
In passato l’Ente gestore dell’Area Marina Protetta della Torre del Cerrano ha manifestato la disponibilità a trovare soluzioni ad eventuali problemi, sempre però nel rispetto di quanto – giustamente – prescrive la normativa di tutela.
Possono essere messi in campo strumenti di promozione dei prodotti pescati nelle vicinanze della riserva marina e/o di pesca-turismo che, in altre aree marine protette, hanno dato buoni risultati, integrando le entrate legate alla pesca.
Anche la strada di ipotizzare indennizzi per compensare la riduzione del tratto di costa a disposizione è percorribile, anche se recentemente proprio il Presidente del Co.Ge.Vo (Consorzio Gestione Vongolare) ha dichiarato alla stampa che il settore non risentirebbe della crisi. Da tempo si sarebbe dovuta presentare una documentata richiesta in tal senso, producendo la documentazione relativa al fatturato prima e dopo l’istituzione dell’Area Marina Protetta così da avere le giuste indicazioni per una quantificazione dell’eventuale riduzione dei proventi a seguito dell’introduzione del divieto di pesca nei 7 km di costa.
Al tempo stesso potrebbe essere rivista l’attuale suddivisione della costa abruzzese in due differenti comparti in accordo con gli Enti di ricerca che ne devono valutare la fattibilità amministrativa ed ecologica. Il ritorno al comparto unico presenterebbe come vantaggio quello di ridurre l’incidenza del tratto di mare interdetto alla pesca (i 7 km di divieto andrebbero “spalmati” su 130, piuttosto che sugli attuali 70), nonché consentirebbe una più equa ridistribuzione di tutte le vongolare sull’intero tratto di mare antistante la costa abruzzese.
Altresì sarebbe utile che il Co.Ge.Vo, attivasse azioni concrete, come quelle che le scriventi stanno portando avanti da tempo, finalizzate alla salvaguardia dei fiumi e delle risorse ittiche: al di là dei proclami sui giornali, infatti, sarebbe bene che anche questo settore si costituisse parte civile in importanti processi come quelli che vede il mondo ambientalista in prima linea a Bussi sul Tirino o fronteggiasse con osservazioni ed azioni concrete la petrolizzazione del nostro mare.
Per chiudere si vuole ricordare che il valore aggiunto di un’area naturale protetta risiede proprio nel valore che questa area esprime in termini di conservazione di svariate specie animali e/o vegetali. L’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano, oltre ad essere stata recentemente designata per il suo alto valore ambientale come Sito di Interesse Comunitario, è anche l’unica area protetta nel Mare Adriatico da Trieste a Torre Guaceto che protegge un ambiente che, in termini ecologici, risulta essere un’area di nursery per molte specie animali tra le quali anche la vongola, e che, se non perturbato, potrebbe risultare un sito con funzioni di rifugio ed espansione con importanti e positive ripercussioni non solo all’interno dell’area protetta, ma anche in tutto il territorio circostante visto che le larve di pesci e molluschi, al contrario degli esseri umani, non conoscono i confini fisici dell’area oggetto di protezione.

ARCHEOCLUB HATRIA
ITALIA NOSTRA - ATRI
LEGA NAVALE - PINETO
LEGAMBIENTE - TERRE DEL CERRANO
LIPU - ABRUZZO
TOURING CLUB ITALIA - ABRUZZO
WWF - TERAMO

Vuoi uno stipendio in più?


Secondo dati dell’ACI – CENSIS nel 2011 mantenere un’automobile è costato agli italiani in media 3.278,00 euro (2,7% in più rispetto al 2010).
Metà dei costi di mantenimento sono da imputare al carburante, gli altri derivano da assicurazione, bollo, manutenzione, parcheggi, multe, ecc.
I costi a carico degli automobilisti, negli ultimi anni, sono cresciuti a dismisura: le imposte incidono per il 70% sul prezzo finale del carburante e gli italiani spendono in media 1.530,00 euro per benzina o gasolio (costi cresciuti del 2,3%).
In crescita anche i prezzi della RC Auto (aumentati del 2,9%), per la quale spendiamo mediamente, 715,00 euro.
Anche le multe da pagare crescono del 18% rispetto al 2010, così come i parcheggi (+5,3%: 218,00 euro in media). In calo solo le spese di manutenzione ordinaria (-15%).
Da non dimenticare, poi, i “costi sociali” derivanti dall’uso dell'automobile: inquinamento, città meno vivibili, alto tasso di incidenti, ecc.
Per questo il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano ha fatto sua una campagna, lanciata dal movimento Salvaciclisti, dal titolo “Vuoi uno stipendio in più? Chiedimi come”, creando un evento su facebook, invitando i cittadini ad usare la bicicletta al posto dell'automobile, per avere, da subito, un risparmio annuo di oltre 3.000,00 euro, oltre a vantaggi per la salute e per l’ambiente.
Risparmiare, guadagnando in salute e contribuendo ad una maggiore vivibilità delle nostre città, si può, ma Amministratori ed Enti devono fare la loro parte.
Vuoi uno stipendio in più? La bicicletta ed il trasporto pubblico sono la soluzione... a buon intenditor...